31 ottobre 2013

Il lato oscuro del cibo ;-)

Noi, di nero,ci mettiamo solo la pentola. Guest star, uno dei tanti amichetti a 8 zampe che zampettano in casa nostra come in ogni casa di campagna.
Per il cibo (e che cibo !) vi rimandiamo al post di Marie di 100% végétal.  Con tanto di cappello.  

Etichette:

COMMENTI (0)

invia a un amico

30 ottobre 2013

Hummus di zucca

A gentile richiesta della mia amica Clara dell'Associazione Cibo è salute (che dei miei post legge anche le ultime righe;-)   e con buona pace di chi si prepara (forse di malavoglia)  a festeggiare Halloween, oggi  vi racconto un esperimento di hummus un po' diverso dal solito.
Se vi capita di scavare qualche zucca che sia pure saporita (quelle coltivate apposta per Halloween non lo sono) potrebbe avanzarvi un po' di polpa. Qui da noi, sono già disponibili dei salatini di zucca e rosmarino che si prestano a riciclare quantità minine di zucca. Per  l'hummus potrebbe servirne un po' di più, diciamo 6 etti già pulita..

  
Per preparare l'hummus di zucca, le possibilità sono diverse. Ho letto di zucca al vapore emulsionata con lo yogurt ma ho trovato anche ricette classicissime (ceci, tahin, aglio, olio e.v.o., succo di limone, sale q.b. e una macinata di cumino) con la semplice l'aggiunta di zucca cotta al forno, la mia versione preferita. 
Basta tagliare  a dadoni la zucca, condirla con olio, sale e pepe e metterla in forno a 180°, magari ventilato. Per quanto tempo? Dipenderà dal tipo di zucca, da quanto è soda la polpa. Per la butternut basterà una mezz'ora scarsa. Altre potranno  richiedere  40 minuti per essere belle tenere e iniziare a colorarsi. Ecco, quando è bella tenera e inizia a colorarsi, la zucca e pronta. Se inizia a colorarsi prima di intenerirsi servirà un foglio di carta forno per proteggerla e continuare la cottura.
Una volta cotta e raffreddata, o almeno intiepidita, basterà mixarla con gli altri ingredienti.
Io uso due volumi di zucca e uno di ceci  ma sono gravemente zuccofila. Se siete affetti da una forma lieve, potrà  magari bastarvi l'inverso, due volumi di ceci e uno di zucca arrostita.

 

Ho però voluto provare qualcosa di diverso: semi di zucca al posto del tahin e olio di semi di zucca al posto dell'olio e.v.o. Ma non sono convinta. Vi racconto cos'ho combinato, ma suggerisco di usare o gli uni o l'altro sennò il sapore è troppo marcato.
Ho frullato i semi di zucca (25 g), lasciati a bagno una notte quindi scolati, con il succo di mezzo limone e un po' d'olio di semi di zucca (quello bello marroncino nel piattino, caro sì ma così buono!) fino a farne una crema che ho versato nel robot con i ceci, la zucca arrostita, poco  sale (sono già salati sia la zucca che i ceci, se in scatola) l'aglio e generose macinate di cumino e semi di coriandolo.(I due macinaspezie sono dell'Ikea e funzionano benissimo).  
Qualche seme di zucca e un filino di olio di semi di zucca  per decorare e, volendo proprio esagerare, dei salatini zucca e rosmarino. Et voilà!


Piaciuto ma da verificare. Tahin + olio di semi di zucca oppure semi di zucca frullati + olio e.v.o.   Meglio la seconda, direi. Anche meno costosa.

Kat

Etichette: , ,

COMMENTI (3)

invia a un amico

29 ottobre 2013

Torta cruda al cacao - Aggiornamento


L'aggiornamento  consiste nella doverosa segnalazione che ho cambiato le dosi  di "burro" di anacardi nella ricetta della fase 1.  Il barattolo che avevo in frigo al momento del primo tentativo era alla fine e molto denso. Ne ho aperto un altro e ho notato che con  6 cucchiai di burro di anacardi morbido, l'impasto, se messo in frigo, si  rassoda appena più lentamente ma rimane decisamente stucchevole. Troppo grasso, ecco. Praticamente immangiabile. Uno spreco di materie prime. Da qui la correzione.
A proposito di materie prime... sono momentaneamente a corto di  fave di cacao e farina di nocciole. E meno male!
Gli ingredienti di quella tortina sono tutti salutari (sì, vabbè, riguardo allo zucchero, seppure non sbiancato, si potrebbe discutere un bel po') però, quando ci si incapponisce a provare e riprovare una ricetta, soprattutto se dolce,  è facile andare oltre il fabbisogno sia di calorie che di frutti oleosi, ecc. ecc.
Inoltre il cambio di stagione è il momento ideale (anzi indispensabile per chi ha qualche problema di salute) per riflettere prima di aprire la bocca e masticare, quindi ... riprenderò a sperimentare lo strato superiore ma non a breve, ecco.
Però, qui si cucina lo stesso ogni giorno. E con gusto. E qualcosa di sicuro capiterà di  postare! Anzi, ci sono già diverse cose in bozza. A presto.
Kat

Etichette: ,

COMMENTI (1)

invia a un amico

26 ottobre 2013

Do You like The Doctor?


« Adelaide: Cos'è quell'aggeggio?
Il Dottore: Un cacciavite.
A.: Sei il dottore o un elettricista?
D.: Non lo so [...] ho la manutenzione dell'universo.»
 (Il decimo Dottore (David Tennant) in L'acqua di Marte) 

No, non avete sbagliato blog, siete sempre su cdc.
Ma oggi chiudiamo la cucina, oggi vi invito tutti a fare un giretto sul Tardis in compagnia del Dottore!

Essì, ricorre il 50° compleanno della serie, e il Lucca Comics and Games 2013 festeggia l'anniversario con svariate manifestazioni a tema. Tra le altre, un contest cui prende parte anche il pargolo con l'illustrazione che vedete e che racchiude in sé tutti gli 11 Dottori che si sono succeduti nel tempo.

E qui entrate in gioco voi. Mi aiutate a farlo vincere?
Se avete un account Facebook, basta che facciate click
e a questo punto dovete solo lasciare un commento alla foto. Quello che volete, non serve dire chissaché, anche solo uno smile può bastare!

Me lo fate questo piacerino? :)
C'è tempo fino a lunedì 28 ottobre a mezzogiorno!

Grazie di cuore a tutti!

Patt

Etichette: , ,

COMMENTI (1)

invia a un amico

25 ottobre 2013

Non di solo cioccolato...

...vive un blog (e nemmeno un vegano ;-)
Dovessi basarmi sull'impennata delle statistiche e, soprattutto, se farle impennare fosse il mio intento, metterei un pizzico di cacao  in ogni ricetta che pubblico, soprattutto nel titolo.   
Basta vedere in quanti venite a trovarci quando proponiamo una torta cruda al cacao  e come cala subito l'affluenza quando inforniamo crostini di farro e segale.
Ovvio che un po' di compagnia fa piacere e, accessoriamente, conforta (anche parecchio, diciamolo)  l'ego e la motivazione di chi scrive e di chi fotografa, ma lo scopo è un altro, così se oggi passate a trovarci  vi tocca un piatto di Tofu strapazzato (previa marinatura  di sapore italico)  accompagnato da un hash brown (patata lessa schiacciata con mala grazia) bruciacchiato.   E decisamente infotografabile.
Che però era di un buono, ma di un buono...!

 Fase 1 :
- togliere il tofu dall'involucro e asciugarlo con carta cucina.
- farlo sobbollire una decina di minuti in acqua salata o brodo vegetale con un zic di succo di limone.
- scolarlo e "spugnarlo" comprimendolo adagio fra due strati di carta forno.
- o, meglio, se si ha il tempo o ci si pensa in anticipo, pressarlo ( un piatto, tre strati di carta cucina, il tofu, tre strati di carta cucina, un piatto, un peso).
- tagliarlo a dadini.
- metterlo a marinare in olio e.v.o, salsa rossa del tubetto (concentrato con verdure, per intenderci), erbe aromatiche (origano, timo e basilico) e magari un pizzico di paprika. 

Un quarto d'ora e si sarà bevuto tutto, insaporendosi in modo insperato. 
Al momento di cuocerlo, si potrà scegliere di infilzare i cubetti su degli spiedini e farli dorare in padella o schiacciarli con la forchetta e aggiungerli, sempre in padella, a un paio di scalogni fatti rosolare piano piano una decina di minuti con una foglia di alloro.  Per evitare di offendere i lombardi DOC, non azzardo paragoni con i bruscitt ;-)  
Però tengo a portata di mano la forchetta che mi servirà anche per la fase 2 .

Fase 2 :
- lavare e spazzolare con cura le patate  (due a testa, medie).
- metterle in pentola coperte d'acqua fredda, salare e portare a bollore.
- farle cuocere "al dente" (diciamo una trentina di minuti ; la lama del coltello deve trapassarle ma con un pelino di fatica).
- lasciarle raffreddare.
- intanto mettere in infusione in olio e.v.o caldo uno spicchietto d'aglio e un po' di rosmarino.
- decidere se sbucciare o meno le patate (la versione rustica dell'hash brown, pietra miliare della colazione salata anglosassone, non lo prevede necessariamente). 
- schiacciarle grossolanamente con la forchetta o tagliarle a dadini.
- salare, pepare e condire con una piccola parte dell'olio aromatizzato.
- bagnarsi o ungersi le mani e formare delle schiacciatine.
- trovare (magari) il tempo di farle rassodare un momento in frigo.  
- passarle nella farina (qui, di riso). 
- rosolarle fino a doratura decisa su entrambi i lati su una piastra abbondantemente unta con il restante olio aromatizzato.
- gongolare di essere riusciti a girare le schiacciatine senza romperle ma, all'ultimo, dargli eventualmente una mezza sgniaccata con la spatola, così, tanto per essere più vicini alle origini.
Servire col Tofu o con quello che più vi piace.  
Kat     

Etichette: , ,

COMMENTI (3)

invia a un amico

24 ottobre 2013

I crostini della damigella d'onore


Questi sono per Margot che,cinque anni fa, ci ha fatto l'onore di essere la nostra damigella.  Unica damigella e unica bambina in mezzo ai (davvero) pochi adulti presenti al nostro matrimonio, dev'essersi annoiata oltre ogni dire, ma non l'ha detto.


Margot condivide con me una bella intolleranza al grano (e a diverse altre cose; non facciamoci mancare nulla) così ho pensato subito a lei quando ho sfornato questi crostini per la prima volta.  La versione originale, sgranocchiata in Grecia l'estate scorsa, prevede anche semi di finocchio. A me piacciono molto, a molti altri no. Fate voi, secondo i vostri gusti e gli abbinamenti ai quali destinate questi crostini. Finocchio e humus andranno a nozze, finocchio e confettura temo di no.
A parte il finocchio, l'etichetta recitava: farine di grano, segale e orzo, lievito di birra, olio d'oliva. E niente sale visto che, come le nostre freselle, tradizione vuole che si spruzzino con acqua di mare. Quella, come potete immaginare, in Valle d'Aosta scarseggia, quindi ho salato l'impasto. E, per poterne mangiare più di uno per volta, ho sostituito il farro al grano. In compenso, data la lentezza delle farine di segale e orzo, per sostenerle ho scelto di usare  una farina di farro forte. Sì che si trova. Per esempio, qui.    
Se moltiplicate le dosi, per un risultato ottimale consiglio però di non cambiare le proporzioni: 2/5 di farro, 2/5 di segale e 1/5 di orzo.

Dosi per 4 filoncini che, affettati a mo' di cantucci, diventeranno un centinaio di crostini:
- 300 g di farina di Farro 0 forte (o di grano, se andate d'accordo)
- 300 di farina di Segale (se integrale, setacciata prima di pesarla)  
- 100 g di farina di Orzo
- 15 g di lievito di birra fresco o mezza bustina se secco
-  7-10 g di sale fino (noi 7 ma saliamo davvero poco)
-  350 g d'acqua tiepida, magari filtrata se calcare    
- 100 g di olio e.v.o

Se avete un impastatrice (andrà bene anche il programma solo impasto di una macchina del pane) sarà una cosa più lunga  a dirsi che a farsi.  Tra lievitazione e doppia cottura, terrà il forno impegnato per un bel po', ma voi no, voi avrete tempo di fare parecchio altro.  
Fase 1 :
- Far sciogliere il lievito nell'acqua.
- Mescolare farine e sale nell'impastatrice.
- Versare l'acqua e lievito e impastare qualche minuto con la foglia.
- Versare l'olio a filo e, se l'impasto inizia a slittare, aggiungere quei due o tre cucchiai di farina che, assorbendo l'olio, consentono al gancio di lavorare al meglio.
- Appena l'olio è assorbito, sostituire la foglia col gancio e lascio impastare 10 minuti.
- Togliere la ciotola dall'impastatrice, coprirla con un telo umido e, data la stagione, metterla nel forno, spento ma con la luce accesa, in modo che lieviti a temperatura adeguata e costante.
Con queste farine e quella dose di lievito, l'impasto potrebbe impiegare più di tre ore a raddoppiare. Dategli tempo, il sapore ci guadagna.

Quando l'impasto ha raggiunto il doppio del volume iniziale, parte la fase 2 :
- Versarlo su una spianatoia abbondantemente infarina, sgonfiarlo impastandolo senza brutalità e darli un po' di pieghe. La consistenza sarà comunque  poco elastica. Tutto normale, è colpa della segale.
- Tagliare l'impasto in 4, formare dei filoncini sottili e adagiarli su una placca coperta con carta forno, facendo anzi una piega di carta tra un filoncino e l'altro per separarli bene nel caso gli prendesse la fantasia di incollarsi tra di loro.
- Coprire nuovamente col telo umido e mettere la teglia al riparo nel forno per un ora.
- Estrarre la teglia dal forno, lasciandola coperta col suo telo.
- Accendere il forno  e aspettare che raggiunga  250 gradi.
- Togliere il tela e infornare.
- Dopo 5-6 minuti, abbassare la temperatura a 200.
- Lasciar cuocere 25 minuti quindi girare i filoncini pancia all'aria e cuocere altri 25 minuti, eventualmente coperto con carta forno se colora troppo. Per quel fomato è parecchio ma garantisce un inizio di tostatura.
- Togliere dal forno e mettere a intiepidire su una griglia prima di tagliare a cantucci (fette spesse tagliate poi a metà). Ottenere fette regolari da pane appena sfornato è quasi impossibile quindi, anche a chi ha mani d'amianto, tocca aspettare qualche minuto. 
- Intanto, ricordarsi di  abbassare il termostato del forno su 150. 
  

Fase  3 :
- adagiare i crostini su una teglia e infornare nuovamente, a 150°, forno ventilato, per 45 minuti, scuotendo magari la teglia ogni tanto.
- lasciar raffreddare i crostini nel forno spento.

Se tenuti alla larga dall'umidità si conservano a lungo. Dicono. 
Scrunch!  Kat 

Etichette: ,

COMMENTI (2)

invia a un amico

21 ottobre 2013

Torta cruda al cacao, fase 1


Ebbene sì, ho ceduto alla moda raw. E me ne vanto, ecco.  
Ho iniziato a sognare questo dolce dopo averne gustato uno della stessa famiglia nel nostro ristorante vegano preferito, Soul kitchen, via Santa Giulia 2 a Torino.
Oltre a ingredienti perfetti, sia nei patti che nei bicchieri, questo locale è generoso nelle porzioni, anche al momento del dessert.
Vi racconto il mio primo esperimento per realizzare una torta cruda al cacao che mi consoli della distanza tra Aosta e Torino (resa ancora maggiore dall'aumento del prezzo dell'autostrada :-( E dai disguidi ferroviari su quel percorso. E sto usando educati eufemismi).
Ovviamente la mia tortina è diversa dalla loro - questa potrebbe essere più adatta a fare da sola base a qualcosa di più soffice, ancora da elaborare - ma  non speravo di ottenere un simile risultato al primo colpo e a naso, così ve la racconto.    
Le dosi consentono di preparare 4  porzioni, che in  questo caso sono  mattonelle da 3 x 7 cm. Se vi sembrano impresentabilmente mini - calorie a parte - provate a mangiarne due di fila, poi ne riparliamo ;-)

Ingredienti :
- 30 g di granella di fave di cacao (me le procuro qui  o qua
- 40 g di zucchero mascobado , il più scuro e aromatico che conosco
- 100 g di nocciole macinate
-   da 5 a 7 cucchiai di "burro" di anacardi (secondo densità del prodotto ) 
 
Tutto qua. Beh sì, tutto qua una volta che si hanno sotto mano questi ingredienti, certificati se li vogliamo davvero glutenfree.
Il "burro" di anacardi  è l'unico prodotto che, temo, potrebbe essere un po' fastidioso da reperire. In rete ho trovato questo e questa ricetta per prepararlo in casa.
Ho trovato le nocciole macinate in sacchetti da 200 g al discount. Sennò  tosto leggermente le nocciole, le lascio raffreddare bene e le macino con un paio di cucchiai di zucchero (prelevati dalla dose totale) in modo che non rilascino olio.  Ricordatevi che la farina di frutti oleosi, comprata o autoprodotta, va comunque tenuta sempre in frigo.

Il procedimento è breve quanto la lista degli ingredienti.  Però serve un robot, anche piccolo purché potente.  Si inizia mixando insieme  zucchero e granella di cacao. La grana dello zucchero mascobado è piuttosto fine ma contiene pallini più o meno grossi (di melassa?) che vanno  sminuzzati. Si mixa fino ad ottenere la consistenza del caffé per la moka, per intenderci  ne' grossolano ne' troppo fine. Si aggiungono le nocciole macinate e si da qualche altro giro di lama.
Ora inizia l'unica fase delicata ovvero quanto "burro" di anacardi aggiungere. In parte dipenderà da quello che avete a disposizione. Un vasetto  appena iniziato sarà decisamente morbido e oleoso mentre il fondo, magari non rimescolato, sarà più denso e asciutto. E sarebbe l'ideale.  
Iniziate con 5 cucchiai, mixate bene, quindi provate a pizzicare fra due dita un po' dell'impasto. Se sta assieme, basta così, sennò ci vuole ancora un po' di "burro".
Ora serve solo  versare  la già deliziosa mistura  su un foglio di carta forno, impastarla rapidamente a mano e metterla in forma.  Io ho usato uno stampo di silicone con alveoli da 3 x 7 cm ma se non avete in casa nulla che vi soddisfi, andrà benone la forma del famigerato tartufo al cioccolato, semplicemente appallottolata a mano.

Spesso, i dolci naturali richiedono un piccolo sforzo di presentazione.  La soluzione più rapida è la magica spolverata di zucchero a velo.
Se invece ve la sentite, due cucchiai di polvere di praliné  daranno un piccolo tocco caramellato che merita lo sforzo (anche se alterà un po' la "crudezza" dell'insieme).
Servono :
- 2 cucchiai di zucchero  (magari scuro ma semolato, il mascobado è meno facile da far caramellare)
- 2 cucchiai di nocciole macinate
- un foglio di carta forno o d'aluminio unto d'olio posato su una griglia per torte

Si prepara mettendo lo zucchero in un pentolino con un cucchiaino d'acqua. Quando il caramello inizia a colorare, si spegne, si aggiungono subito le nocciole, si gira bene, quindi si versa con molta prudenza sul foglio unto e si lascia raffreddare completamente.
Ricordandosi che mai eppoi mai si mette in bocca il cucchiaio del caramello !!! E' il tipo di scottatura che rimane impressa per sempre nella memoria.
Il croccante ottenuto si macina più o meno fine secondo l'effetto desiderato e si spolvera  sulle tortine all'ultimo momento.
Servire a temperatura ambiente, diciamo attorno ai 20°.
Sbocconcellare consapevolmente adagio. Kat.

P.S.: Michele, ora tocca a te ;-)
P.P.S.: è decisamenente ora di rivedere il film di Fatih Akin , anche senza la spezia magica da grattugiare nel dessert ;-)))

Etichette: , , , , ,

COMMENTI (3)

invia a un amico

17 ottobre 2013

Salatini zucca e rosmarino di Marie

Dove Marie sta per Marie Laforêt del blog 100% végétal e zucca sta, magari, per butternut.
Ma se detestate la zucca e amate le carote, vada per le carote, a patto di strizzarle bene dopo averle grattugiate.Se invece è il rosmarino a starvi antipatico, c'è sempre la possibilità di sostituirlo. Curry, semi di sesamo, semi di papavero, fate voi.
Usando prodotti certificati, questi crackers saranno anche gluten-free.  Rispetto alla ricetta originale, ho sostituito la farina di castagne, che non mi ama, con quella di lenticchie, cambiato leggermente le dosi e il tipo di olio e  aggiunto un pizzicone di bicarbonato.
E malgrado tutte queste varianti, direi che questa versione è abbastanza fedele alla sua.  In compenso, lei li ha tagliati mooooooooolto meglio ;-)

Ingredienti per una trentina di  pezzi :
- 100 g di farina di riso integrale
- 80 g di farina di lenticchie
- 3/4 di cucchiaino di sale fino
- mezzo cucchiaino di bicarbonato
- 70 g di zucca butternut grattugiata (grattugia a fori medi)
- 1 cucchiaino di rosmarino fresco tritato
- 5 cucchiai di olio e.v.o ( o 3 di e.v.o. e 2 di qualcosa di sfizioso tipo Argan tostato)
- 100 ml d'acqua
- 2 fogli di carta forno

Accendete il forno. Mentre raggiunge i 180°, mettete tutti gli ingredienti secchi (farine, sale, bicarbonato)  in una ciotola, mescolate,  aggiungetevi zucca e rosmarino e mescolate ancora.  Unite l'olio e incorporatelo  con un cucchiaio o con le mani per ottenere delle briciolone. Ora versate l'acqua e mescolate col cucchiaio quindi impastate senza insistere.
Spalmate d'olio la carta forno (un goccio in centro e una bella passata col palmo della mano), posate l'impasto fra i due fogli e rullate fino  ad uno spessore massimo di mezzo cm.
Togliete il foglio superiore, adagiate l'altro sulla placca da forno, ritagliate con un coltello affilato e infornate.
La ricetta di Marie prevede 15 minuti di cottura. Sarà che il mio forno è un tipo tranquillo ma io li ho cotti 25 minuti.
Buoni tiepidi o freddi, con un insalata, con un humus (magari alla zucca)  ma anche da soli come merenda. Piaciuti!
K.

Etichette: , , ,

COMMENTI (0)

invia a un amico