15 dicembre 2005

Bruno, tra il castano e il nero

Da "La daga nel loden" di Lella Costa. Editrice Feltrinelli-1992
( Orpo... 92! Noi l'abbiamo vista in teatro nel 93... Ma dove sono finiti i 12 anni che in teoria, e pure in pratica, starebbero in mezzo ? )

"(...) C' è una figura, particolarmente legata allo spirito del 68, che vorrei ricordare stasera...
Una sorta di simbolo, una scelta di campo, un protagonista indimenticato della vita di tanti di noi... Vorrei dedicargli una ballata: capirete dopo poche battute di che si tratta...

Perché se è vero che le bionde colpiscono ma poi le brune restano
questo deve pur valere anche per loro, no ?
E allora quello che vogliamo, quello che a noi piace,
quello che scegliamo, è lui:
Bruno, tra il castano e il nero,
emblema immediato di popoli emergenti,
di culture non decadenti,
sicuro di sè ma non invadente,
dolce quanto basta, ma con certe amarezze
di chi ha una storia fatta di alti e bassi,
di successi ma anche di incertezze.
Lui sicuramente di sinistra, schivo e fiero,
ma che non rinnega
la sua precisa identità nostrana, nazionale
e perché no,
perfino popolare...
A volte erroneamente scritto col kappa
da frange di provocatori, lui!
così fiero di essere italiano!
Anche se le sue origini arrivano da lontano...
Americano, infatti per parte di padre -
un Ginger-ale anonimo, rude e testardo,
unico beveraggio non alcolico
caro ad Ernest il Grosso, ed il suo seguito
giunto in Ispagna nel trentasei
( Ernest, va senza dirlo, è Hemingway) -
Laggiù conobbe lei, e la rese madre.
Coppia stupenda : lui frizzante, eccentrico,
e lei mediterranea, una vera
e nera
China -
calda, sincera e riservata insieme ma sensuale-
Il loro amore esplose come un botto.
Ne nacque Lui, e fu chiamato
après Maman,
...Chinotto...
Varia è la vita, affascinante e strana-
separa, unisce...
Suonò più volte la mitica campana, e il Nostro,
appena nato,
fu riportato
nell'italica terra di sua madre, e lì allevato
ed amorevolmente indottrinato,
dalla nonna materna:
gran figura di Spuma, scura e austera...
anarchica ovviamente, e di Carrara,
che gli seppe spiegare l'Ingiustizia
ma anche lo splendor di primavera...
Crebbe così, schivo e gradevole...
Frequentò Seven-Up fasulle ed effimere
per non scordare l'idioma di suo padre ;
ma fu semmai con semplici cedrate ...
con certe gazzose venete e interclassiste, ma simpatiche
che trascorse il periodo beato di gioventù,
tra questioni amletiche
tipo la vita, il suo significato...
se possa l'anidride causar coliche...
o se sia preferibile il gelato...
Visse anche gli anni della Grande Passione,
del Grande Freddo e accrescitivi vari;
non capì tutto, li amò molto , ne fu ricambiato,
rivalutato, recuperato...
Amò gli amanti - ne dissetò l'ugole -
Nemico degli yuppies, che lo giudicano -
e non a torto -
un irriducibile...
E' Lui, sola bevanda omologata
per chi non ne può più delle straniere,
di Coca Pepsi Fanta e altre ancora
troppo pubblicizzate ;
perché se quelle, tanto decantate,
provi a berle dopo fatto l'amore
così fasullo e dolciastro è il sapore
che ti ritrovi la sete dopo un po' -
ma col Chinotto, col Chinotto no...
E se presi da smanie di modernità
te lo propongono in versione lattina,
tu scrolla il capo e pretendi la bottiglia:
la mitica e un po' ruvida bottiglia
dalla presa sicura;
che non è comodo stappare a letto, è vero,
e in fondo dentro non ce n'è poi tanto...
Ma se l'amore lo fai per amore,
se non ti piace lo stato poliziotto,
se non ti abboni al Sole Ventiquattrore,
non barare dài: sei un tipo da Chinotto...
Perché si, le bionde colpiscono, le brune restano, però
tutte prima o poi tradiscono...
Ma il Chinotto... il Chinotto
beh, il Chinotto no... "