08 marzo 2006

Feste e guastafeste

Oggi NON È la "Festa" della Donna, oggi è la "Giornata" della Donna! Non so tu, ma io non ne posso più di sentire donne che dell'8 Marzo parlano solo in termini di sufficienza e noia. Non sanno che cosa è davvero e quello che significa? Per loro è solo farsi regalare la mimosa dal compagno e dal capufficio e andare allo strip? Ennnò! Io mi inc...o! Se le donne dimenticano quanta strada è stata fatta e soprattutto quanta ne resta da fare, se le donne smettono di arrabbiarsi, di protestare, di esigere, di essere solidali le une con le altre, di vedere le cose sporche che ancora succedono, di pretendere che tutte le donne siano trattate come individui e non come "cose", ... no: non voglio credere che sia così. Oggi è la Giornata della Donna, viviamola fino in fondo, intensamente e domani anche, ancora, sempre, finché sarà necessario, finché ci sarà davvero motivo di festeggiare. Oggi no.
Patt

Oggi 8 marzo ... non è la festa della donna. Non per me, almeno, così come per molte altre donne che conosco. Sarà che siamo state abituate da piccole a conquistarci sul campo anche i più piccoli diritti, sarà che gli anni settanta erano diversi da oggi, sarà per un sacco di altri motivi che non sto ad elencare, ma la differenza allora si sentiva eccome. E questo, l'otto marzo, ci portava a non festeggiare un tubo ma alle manifestazioni in piazza.

Anacronistico? Forse. Ma sicuramente meno triste e squallido di quello che si vede sempre più spesso in città la sera dell'otto marzo: camionate di donne - che durante l'anno non escono mai e che si ritrovano improvvisamente in libera uscita - con appuntamento fisso al ristorante o in pizzeria e poi a guardare lo spogliarello maschile. Come se la parità fosse tutta nell'imitare i maschietti: nei loro lati peggiori o migliori, poco importa.

Mi dispiace, quindi, ma se la festa è tutta qui io non ho nulla da festeggiare. Ho ancora gli occhi per vedere quanta strada c'è ancora da fare in questa direzione: mi basta fare un giro nella periferia di ogni città per vedere giovani donne buttate sulla strada giorno e notte. E non per loro scelta - magari! Mica sono moralista, io: con il proprio corpo, ognuno ci faccia quel che vuole - ma perché qualcuno le ha rese schiave, con l'inganno o con la violenza.

Non voglio continuare a lungo con questo discorso, non é questa la sede adatta: ma non vorrei neanche che qui si cadesse nel luogo comune di "Oggi è l'otto marzo, auguri a tutte le donne!". Auguri un tubo, permettetemelo: la festa della donna non è mai esistita, se l'è inventata la pubblicità negli ultimi anni per vendere cioccolatini e mazzi di fiori. Esiste la "giornata" della donna, che è giornata di memoria e riflessione e non prevede né cioccolatini né spogliarelli maschili. Ecco, io tengo a questa. Spero anche voi.
Gennarino/Teresa

Una mimosa, però, ci sta lo stesso:


Da sempre l’otto Marzo mi fa infuriare. Quel giorno non posso fare festa. Perché vorrei, semmai, una festa per il genere umano o meglio, sognando fino in fondo, per festeggiare il raggiungimento di una vera e globale “umanità”. E perché non posso gioire della mia femminilità in occasione di un anniversario atroce. Dal mio punto di vista, l’otto Marzo, è la data giusta per esprimere la rabbia e manifestare perché le cose cambino qui come là dove sono anche peggio.

L’otto marzo 1908, a New York, il signor Johnson (e chiamiamolo per nome!) proprietario dell’opificio Cotton ordinò di chiudere le porte dei capannoni dove da diversi giorni le operaie manifestavano contro le tremende condizioni di lavoro cui erano sottoposte. Le porte furono chiuse per impedire che uscissero. Poi, qualcuno appiccò il fuoco. E 129 donne morirono bruciate. Questo è l’anniversario dell’otto Marzo. Che si fà ? Si mescola tutto, festicciole fra donne, trasgressione e, forse, il ricordo ? O si celebra due volte, una il dolore di essere donne e l’altra l’immenso privilegio di essere femmine ?
Kat


Ho ritrovato un elenco di aggettivi che avevo scritto anni fa per una manifestazione che avevamo promosso con alcune amiche per finanziare un progetto per le donne islamiche. Erano i primi tempi in cui si parlava di burqa e ne avevamo uno che facevamo provare sulla pubblica piazza... è da non credere, sai, la differenza che passa tra vederlo/immaginarlo e... INDOSSARLO: ci si sente in una tomba.
Marì

Claudio ha offerto le mimose, Alberto i dipinti.

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6Commenti:

Blogger Sara - Piperita ha detto:

Ho le lacrime agli occhi, sul serio! Sono commossa per questo post, soprattutto perchè a quanto pare non solo sola nel pensare tutto ciò!
E alle manifestazioni di piazza ci tornerei anch'io, senza anacronismi!
:-))

08/03/06, 09:59  
Anonymous Anonimo ha detto:

Ieri, mentre impaginavo questo post, sono rimasto molto colpito anch'io da questi testi...
Ragazze, siete grandi!

08/03/06, 21:23  
Anonymous Anonimo ha detto:

Remy, lasciatelo dire: se i maschietti fossero tutti come te, ogb o non ogb, si starebbe tutti molto meglio. :-)

08/03/06, 21:29  
Anonymous Anonimo ha detto:

Grandi donne!!!! E basta!
Ma sono convinta che a fianco a grandi donne ci possano essere solo grandi uomini!

08/03/06, 21:45  
Anonymous Anonimo ha detto:

Sìsìsì. Lo dico sempre anch'io: O grandi uomini o niente!
....hahahah!

09/03/06, 08:44  
Anonymous Anonimo ha detto:

Qualcuno ha detto (+ o -) "Gli uomini fanno grandi cose, ma sono le donne che fanno gli uomini".
Ciao, Stelassa! :-)))

09/03/06, 08:59  

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