Appunti di viaggio n° 2 Bergen (secondo giorno)
A gentile richiesta ( di mrs Bee che poi salpa per le vacanze) accelleriamo un po' i tempi.
E si fa volentieri, anche se con parecchia nostalgia perché a Bergen eravamo solo 15 giorni fa e domani mattina non ci dispiacerebbe affatto svegliarci là... ;-)
La prima notte senza notte non abbiamo dormito molto bene, vuoi per il caldo (abbiamo tolto gli inevitabili piumini nordici che imperano dalla svizzera in sù e ci siamo avvolti nei copripiumini) vuoi per i primi effetti della luce perenne, tant'è che al mattino ci siamo alzati piuttosto presto. Eppure ci sentivamo stranamente in forma. Siccome ci aspettava una giornata intensa con pasti imprevedibili, ci siamo avventati sul breakfast in albergo con piglio guerresco, da veri vichinghi per dirla come Remy. A parte pane, marmellata, cereali, latte e yogurt, c'era un generoso buffet salato. "A la guerre comme à la guerre" ci siamo detti... Remy ha persino assaggiato le aringhe affumicate. Buonissime! Kat conferma, davvero buone.
Quando siamo usciti (8, 8 e mezza?) dopo aver abbandonato le valigie nella provvidenziale Baggage room dell'hotel, faceva già piuttosto caldo e c'era già parecchia gente per strada, soprattutto turisti a dir vero. Al sabato mattina, nelle località meno ambite, in giro non c'è anima viva. Oltre a tutto noteremo presto che, dopo l'ubriacatura di sole del primo giorno, anche i norvegesi cercano l'ombra. Noi siamo andati a cercarla sulle alture della città grazie alla tanto (e giustamente) decantata funicolare di Fløyen .
E conviene davvero iniziare da lì, prima che arrivi la folla. Cosa c'è da vedere a Fløyen, anzi da Fløyen? Questo:
Decidiamo di ridiscendere a piedi per un largo sentiero tra betulle, conifere, felci e mirtilli. L'aria è piacevolemente fresca e il sentiero ombreggiato e profumato in mezzo a fiori, erbe e piante che ci ricordano le passeggiate in alta montagna nelle nostre alpi.
Dopo un oretta a passo tranquillo incontriamo quello che in un parco montano potrebbe essere un viale alberato, faggi di corporatura norvegese (mai visti da nessun'altra parte di così grandi ) mentre coraggiosi jogger di ogni età sudano in salita a ritmi degni dei nostri skyrunner.
E, quasi senza accorgercene rientriamo in città , direzione il centro, sentre si dice da queste parti.
Il Bryggen, come una calamita, ci attrae ancora una volta, questa volta con la scusa di respirarne ancora l'atmosfera e visitare una casa ad angolo trasformata nel museo della Lega Anseatica. Prima però passiamo nella più famosa panetteria della città (Bakeri Brun) a rifornirci di pagnottelle.
Abbiamo ancora un paio di zone raggiungibili a piedi da visitare. E' Sabato e sono di nuovo tutti in strada (ci sono anche molte facce da giorno dopo). Decidiamo per il lago del parco cittadino, la biblioteca, i musei, la parte moderna insomma. Fa già caldo, molto caldo. Insolitamente caldo e, in qualche modo è festa.
Intanto il "carburante" della colazione sta per esaurirsi e... ritorniamo al mercato del pesce dal simpatico siciliano che ci propone, tanto per cambiare un po', del salmone solo lievemente affumicato quindi cotto in forno con erbe aromatiche e un pizzico d'aglio. Da sottolineare che l'aglio, in questo paese così poco mediterraneo non fa paura a nessuno. Capito adesso a cosa servivano le pagnottelle?
Per andare nella zona che ancora ci resta da visitare si passa da una strana salita zigzagante tra aiuole e alberi. Cerchiamo un posto all'ombra, oggi più difficile da trovare perché ormai la cercano tutti e ci facciamo un enorme e lussuriosissimo panino con il salmone prima di lasciarci cadere sull'erbetta delle aiuole, cosa assolutamente normale e autorizzata.
In cima alla salita ci sono le prime case del quartiere che noi abbiamo soppranominato "di legno". L'architettura cambia ancora. Bergen sembra una serie di villaggi uniti insieme come le tessere di un puzzle, qualcuno modernissimo, qualcuno più rurale.
Le viuzze strette scendono ripide verso il fiordo successivo dove fino a qualche anno fa si susseguivano stabilimenti che lavoravano aringhe e sardine e ora si alternano i caffé (che in Norvegia sono luoghi dove si mangia (spesso bene) e beve e chiacchiera a lungo, molto a lungo, anche se si ordina solo una birra, anzi, una birra sola).
I chilometri a piedi sotto questo sole a picco cominciano a farsi sentire. Decidiamo di cercarci un posticino all'ombra dove passare l'ultima ora a Bergen. Ma sono le 4 del pomeriggio e ombra ce n'è poca e poi questo quartiere è così bello da girare, così riposante e, per noi, così straniante. Passeggiamo tranquillamente prendendo all'incirca la direzione dell'albergo e delle nostre valigie e scopriamo i "campi" di fragole di Bergen.
Alle 17 e 20 dovrebbe arrivare l'autobus che fa il giro degli hotel per recuperare i passeggeri dell'Hurtigruten. Ovviamente arriva alle 17 e 18. Questa volta, per raggiungere il molo dove attracca il Postale dei Fjordi, ci attende il nostro primo tunnel. La Norvegia è tutta trapuntata di tunnel, cittadini, ferroviari e sottomarini.
Le operazioni di imbarco sulla Motonave sono rapidissime (tipo check-in in areoporto in un terminal modernissimo e tipicamente scandinavo nel suo minimalismo).
Muniti della tessera magnetica che sarà il nostro passaporto per salire e scendere dalla motonave durante tutta la crociera, partiamo alla scoperta della Kong Harald, classe 1993, sei piani, pardon, sei ponti di efficienza e, si, anche di morbidezza. Chilometri quadrati di moquette!
Ritroviamo i bagagli davanti alla cabina. E' piccola ma funzionale e in poco tempo Kat (sbattuto fuori Remy) riesce a disfare le valigie. Con tutta calma (e una k-way) raggiungiamo uno dei ponti scoperti per vedere l'inizio della scia che ci accompagnerà per 6 giorni.
Come sta scritto in tutte le guide, con il gran caldo, con la pioggia, nebbia, lupi cattivi o catastrofi, alle 20.00 in punto, come tutte le sere, il traghetto postale salpa da Bergen.
E si fa volentieri, anche se con parecchia nostalgia perché a Bergen eravamo solo 15 giorni fa e domani mattina non ci dispiacerebbe affatto svegliarci là... ;-)
Cercando l'ombra a Bergen n. 2
Ebbene si, sole a picco anche sabato, giornata libera prima dell'imbarco sul Postale dei fjordi previsto alle 18.30.La prima notte senza notte non abbiamo dormito molto bene, vuoi per il caldo (abbiamo tolto gli inevitabili piumini nordici che imperano dalla svizzera in sù e ci siamo avvolti nei copripiumini) vuoi per i primi effetti della luce perenne, tant'è che al mattino ci siamo alzati piuttosto presto. Eppure ci sentivamo stranamente in forma. Siccome ci aspettava una giornata intensa con pasti imprevedibili, ci siamo avventati sul breakfast in albergo con piglio guerresco, da veri vichinghi per dirla come Remy. A parte pane, marmellata, cereali, latte e yogurt, c'era un generoso buffet salato. "A la guerre comme à la guerre" ci siamo detti... Remy ha persino assaggiato le aringhe affumicate. Buonissime! Kat conferma, davvero buone.
Quando siamo usciti (8, 8 e mezza?) dopo aver abbandonato le valigie nella provvidenziale Baggage room dell'hotel, faceva già piuttosto caldo e c'era già parecchia gente per strada, soprattutto turisti a dir vero. Al sabato mattina, nelle località meno ambite, in giro non c'è anima viva. Oltre a tutto noteremo presto che, dopo l'ubriacatura di sole del primo giorno, anche i norvegesi cercano l'ombra. Noi siamo andati a cercarla sulle alture della città grazie alla tanto (e giustamente) decantata funicolare di Fløyen .
E conviene davvero iniziare da lì, prima che arrivi la folla. Cosa c'è da vedere a Fløyen, anzi da Fløyen? Questo:
Decidiamo di ridiscendere a piedi per un largo sentiero tra betulle, conifere, felci e mirtilli. L'aria è piacevolemente fresca e il sentiero ombreggiato e profumato in mezzo a fiori, erbe e piante che ci ricordano le passeggiate in alta montagna nelle nostre alpi.
Dopo un oretta a passo tranquillo incontriamo quello che in un parco montano potrebbe essere un viale alberato, faggi di corporatura norvegese (mai visti da nessun'altra parte di così grandi ) mentre coraggiosi jogger di ogni età sudano in salita a ritmi degni dei nostri skyrunner.
E, quasi senza accorgercene rientriamo in città , direzione il centro, sentre si dice da queste parti.
Il Bryggen, come una calamita, ci attrae ancora una volta, questa volta con la scusa di respirarne ancora l'atmosfera e visitare una casa ad angolo trasformata nel museo della Lega Anseatica. Prima però passiamo nella più famosa panetteria della città (Bakeri Brun) a rifornirci di pagnottelle.
Abbiamo ancora un paio di zone raggiungibili a piedi da visitare. E' Sabato e sono di nuovo tutti in strada (ci sono anche molte facce da giorno dopo). Decidiamo per il lago del parco cittadino, la biblioteca, i musei, la parte moderna insomma. Fa già caldo, molto caldo. Insolitamente caldo e, in qualche modo è festa.
Intanto il "carburante" della colazione sta per esaurirsi e... ritorniamo al mercato del pesce dal simpatico siciliano che ci propone, tanto per cambiare un po', del salmone solo lievemente affumicato quindi cotto in forno con erbe aromatiche e un pizzico d'aglio. Da sottolineare che l'aglio, in questo paese così poco mediterraneo non fa paura a nessuno. Capito adesso a cosa servivano le pagnottelle?
Per andare nella zona che ancora ci resta da visitare si passa da una strana salita zigzagante tra aiuole e alberi. Cerchiamo un posto all'ombra, oggi più difficile da trovare perché ormai la cercano tutti e ci facciamo un enorme e lussuriosissimo panino con il salmone prima di lasciarci cadere sull'erbetta delle aiuole, cosa assolutamente normale e autorizzata.
In cima alla salita ci sono le prime case del quartiere che noi abbiamo soppranominato "di legno". L'architettura cambia ancora. Bergen sembra una serie di villaggi uniti insieme come le tessere di un puzzle, qualcuno modernissimo, qualcuno più rurale.
Le viuzze strette scendono ripide verso il fiordo successivo dove fino a qualche anno fa si susseguivano stabilimenti che lavoravano aringhe e sardine e ora si alternano i caffé (che in Norvegia sono luoghi dove si mangia (spesso bene) e beve e chiacchiera a lungo, molto a lungo, anche se si ordina solo una birra, anzi, una birra sola).
I chilometri a piedi sotto questo sole a picco cominciano a farsi sentire. Decidiamo di cercarci un posticino all'ombra dove passare l'ultima ora a Bergen. Ma sono le 4 del pomeriggio e ombra ce n'è poca e poi questo quartiere è così bello da girare, così riposante e, per noi, così straniante. Passeggiamo tranquillamente prendendo all'incirca la direzione dell'albergo e delle nostre valigie e scopriamo i "campi" di fragole di Bergen.
Alle 17 e 20 dovrebbe arrivare l'autobus che fa il giro degli hotel per recuperare i passeggeri dell'Hurtigruten. Ovviamente arriva alle 17 e 18. Questa volta, per raggiungere il molo dove attracca il Postale dei Fjordi, ci attende il nostro primo tunnel. La Norvegia è tutta trapuntata di tunnel, cittadini, ferroviari e sottomarini.
Le operazioni di imbarco sulla Motonave sono rapidissime (tipo check-in in areoporto in un terminal modernissimo e tipicamente scandinavo nel suo minimalismo).
Muniti della tessera magnetica che sarà il nostro passaporto per salire e scendere dalla motonave durante tutta la crociera, partiamo alla scoperta della Kong Harald, classe 1993, sei piani, pardon, sei ponti di efficienza e, si, anche di morbidezza. Chilometri quadrati di moquette!
Ritroviamo i bagagli davanti alla cabina. E' piccola ma funzionale e in poco tempo Kat (sbattuto fuori Remy) riesce a disfare le valigie. Con tutta calma (e una k-way) raggiungiamo uno dei ponti scoperti per vedere l'inizio della scia che ci accompagnerà per 6 giorni.
Come sta scritto in tutte le guide, con il gran caldo, con la pioggia, nebbia, lupi cattivi o catastrofi, alle 20.00 in punto, come tutte le sere, il traghetto postale salpa da Bergen.
Etichette: "vedo gente faccio cose", norvegia, vacanze
5Commenti:
Mi sento benissimo, il racconto descrive ogni momento con piacevole trasporto ... e un po' mi sembra di passeggiare con voi ... Buona serata!
leggervi rilassa anche me.... e in questo periodo ha un qualche cosa di magico!
nasinasi felici
ohhhhhhhhhhhh che bello... mai pensato di darvi alla letteratura???
qualche anno fa facemmo in treno il giro della Scandinavia, arrivando fino a Bergen: viaggio meraviglioso, veramente magico: la crociera col postale ci attirava moltissimo, ma avevamo un lungo giro da fare e non abbiamo fatto in tempo...ma è rimasto uno dei miei sogni!!!
Che bei posti, fortunati...
:-)))
Che bellissimi post sul vostro viaggio di nozze... li ho letti tutti insieme e non vedo l'ora che ne arrivino altri!!!
Sapete che FORSE l'anno prossimo andremo anche noi in Norvegia??!!!!
E' così bello che non posso crederci... il Compare sta cominciando a raccogliere materiale (e io aggiungo una bella stampata dei vostri post!!!).
Non so ancora se si riuscirà davvero a fare questa cosa, se da soli o in compagnia... intanto però sogniamo...
Grazie e un bacione! =(^.^)=
Posta un commento
<< Home