Sapori reclusi
IL CARCERE DI ALESSANDRIA APRE LE PORTE AL GUSTO E ALLA FOTOGRAFIA
Pranzo conclusivo per i laboratori di foto-gastronomia presso la Casa Circondariale Don Soria di Alessandria
Mercoledì 3 marzo 2010 la Casa Circondariale Don Soria di Alessandria permetterà al mondo esterno di varcare le soglie del carcere per un pranzo conclusivo del progetto “Sapori Reclusi-Lezioni di Gambero Nero” e in occasione della relativa mostra fotografica. Una partita di cuochi stellati guiderà un gruppo di detenuti nella preparazione dei piatti cucinati e fotografati durante il workshop di “foto-gastronomia” organizzato dal fotografo Davide Dutto e finanziato dalla Regione Piemonte.
L’evento è il frutto di quattro mesi di collaborazione tra alcuni detenuti partecipanti al corso, importanti nomi della cucina Italiana (Andrea Ribaldone, Davide Palluda, Flavio Ghigo, Gilberto Demaria, Roberto Campogrande, Paolo Reina e Ugo Alciati) e Davide Dutto. L’idea di coniugare lezioni di cucina e workshop fotografici punta a stimolare la creatività e l’integrazione tra individui, dando spazio creativo a persone e culture che difficilmente hanno la possibilità di esprimersi all’interno della realtà carceraria e nella nostra società. Considerando che il 72% dei detenuti è di origine straniera, il progetto “è diventato anche un importante esperimento di integrazione e dialogo culturale, oltre che un momento di incontro tra il dentro e il fuori del carcere”, spiega il fotografo.
Il pranzo concluderà il corso e inaugurerà la seconda fase del progetto, che punta a “creare strumenti e momenti di confronto e di scambio con il mondo esterno al carcere, lanciando un filo attraverso le sbarre per farlo arrivare fino a noi”, spiega Dutto, per cui “l’intento è quello di comunicare la complessità della realtà carceraria e la ricchezza dei singoli individui che la compongono”.
Per informazioni contattare Davide Dutto 3481203520
Etichette: "vedo gente faccio cose"
4Commenti:
Che iniziativa! Più leggevo e più mi si palesava con maggior spessore la stessa parola:"Recupero". La possibilità che una persona possa 'recuperare' è un regalo da non sottovalutare quale che sia il tramite. Se lo è il cibo tanto di guadagnato!
bellissima iniziativa. per mettere in comunicazione chi è dentro e chi è fuori, e dare opportunità
anche al carcere di volterra fanno una cosa simile, le cene galeotte le chiamano
http://www.mondodelgusto.it/2009/10/12/cene-galeotte-2009-nel-carcere-volterra-pisa/
grazie della segnalazione
Infatti. La pena resta fine a se stessa, se non c'è il recupero e una pena fine a se stessa è la sconfitta del diritto, cioè dello Stato, cioè di tutti.
Beccaria lo aveva detto qualche bel centinaio di anni fa, peccato che tendiamo a dimenticarlo....e che tutte le possibilità di misure alternative, in teoria garantite a tutti, sono di fatto riservate a chi si può permettere una difesa decente...niente di nuovo sotto questi chiari di luna, purtroppo. Meno male che qualcosa, come in questo caso, si muove.
iniziativa lodevole, così come lo sono state, da antesignane, quelle di san patrignano. adesso vado a leggermi tutto
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