Che razza di foto...!
Abbiamo osato! Remy comprare le ali di razza e Kat cucinarle.
Ma quando è arrivato il momento di impiattarle (esercizio al quale i CdC sono poco avezzi e ancor meno inclini) avevamo finito le risorse. Insomma, belle verranno la prossima volta.
Ma che buone ! Sempre che vi piacciano i sapori aciduli. E che veloci! Sempre che le acquistiate già divise e spellate.
La ricetta fa parte dell'articolo sull'aceto della rivista bimestrale francese Régal, n.22 di Aprile-Maggio 2008. Prevedeva anche filetti di buccia d'arancia ma quelle bio erano finite :-(
Richiederebbe anche una padella ogni due o 3 ali. Noi le abbiamo scottate due a due poi riunite in 4 in un unica padella cercando di accavallarle il meno possibile.
Per ogni porzione:
- una o due ali di razza (secondo dimensioni della preda)
- il succo di mezza arancia
- due o tre cucchiai di aceto aromatico (Banyuls nella ricetta originale, Xeres a casa nostra)
- sale
- un bel pezzo di burro
Le ali, lavate e spugnate, si fanno scottare nel burro (si, si, nel burro e null'altro) un minuto per lato senza lasciar colorare il burro quindi si abbassa la fiamma, si incoperchia la padella e si cuoce per altri 4-8 minuti secondo lo spessore delle ali. Non devono più essere rosa lungo la cartilagine.
Si salano e si tengono in caldo. Si deglassa la padella con l'aceto su fiamma vivace ma senza dargli il tempo di evaporare. Si abbassa la fiamma e si aggiunge il succo d'arancia (e, eventualmente, filetti di buccia precedentemente sbianchiti una decina di minuti). Basta farlo scaldare un attimo.
Resta da affrontare la parte più difficile, disporre nei piatti in modo presentabile (che già non sarebbe male!) , irrorare di sugo e servire.
E gustare, lasciandosi sorprendere le papille.
Kat e Remy
Ma quando è arrivato il momento di impiattarle (esercizio al quale i CdC sono poco avezzi e ancor meno inclini) avevamo finito le risorse. Insomma, belle verranno la prossima volta.
Ma che buone ! Sempre che vi piacciano i sapori aciduli. E che veloci! Sempre che le acquistiate già divise e spellate.
La ricetta fa parte dell'articolo sull'aceto della rivista bimestrale francese Régal, n.22 di Aprile-Maggio 2008. Prevedeva anche filetti di buccia d'arancia ma quelle bio erano finite :-(
Richiederebbe anche una padella ogni due o 3 ali. Noi le abbiamo scottate due a due poi riunite in 4 in un unica padella cercando di accavallarle il meno possibile.
Per ogni porzione:
- una o due ali di razza (secondo dimensioni della preda)
- il succo di mezza arancia
- due o tre cucchiai di aceto aromatico (Banyuls nella ricetta originale, Xeres a casa nostra)
- sale
- un bel pezzo di burro
Le ali, lavate e spugnate, si fanno scottare nel burro (si, si, nel burro e null'altro) un minuto per lato senza lasciar colorare il burro quindi si abbassa la fiamma, si incoperchia la padella e si cuoce per altri 4-8 minuti secondo lo spessore delle ali. Non devono più essere rosa lungo la cartilagine.
Si salano e si tengono in caldo. Si deglassa la padella con l'aceto su fiamma vivace ma senza dargli il tempo di evaporare. Si abbassa la fiamma e si aggiunge il succo d'arancia (e, eventualmente, filetti di buccia precedentemente sbianchiti una decina di minuti). Basta farlo scaldare un attimo.
Resta da affrontare la parte più difficile, disporre nei piatti in modo presentabile (che già non sarebbe male!) , irrorare di sugo e servire.
E gustare, lasciandosi sorprendere le papille.
Kat e Remy
10Commenti:
Ho visto Regal ieri e non l'ho comprato (a Berlino è carissimo!)... però forse ci ripenso!
Bel titolo!!! :)
Le ho mangiate anche la prima volta proprio qualche settimana fa! Ma che buone che sono vero? Salutoni, alex
Certo che vivere ad Aosta e trovare del pesce così bello è davvero fortuna ehhh ;-)
A me piace molto la razza e visto che ho anche l'aceto giusto ;-) la proverò la prossima volta!
Non credo di averla mai mangiata, però Niccolò ne ha accarezzata una all'acquario di Genova; sono molto socievoli!
Io la Razza a Torino nn sono ancora riuscita a trovarla, quando scendo in Puglia si trova così facilmente e ne siamo così ghiotti in famiglia, cucciola compresa....
Un abbraccio
Anna
Io ne ho un ricordo pessimo, l'ho mangiata solo una volta, circa un secolo fa, mi ricordo una miriade di piccoli ossicini e non mi ci sono più avvicinata. Me li sono sognati o è effettivamente così?
Per il sugo che ho proposto nel post precedente, proverò sicuramente la variante di Remy e vi farò sapere! Baci
Kelly
Ciao Kelly! In effetti le ali di razza sono composte di poca "polpa" e molta cartilagine disposta "a pettine". Però basta far scorrere il coltello tra "polpa" e cartilagine dallo spigolo alto ai bordi sottili, prima da un lato poi dall'altro dell'aletta, per recuperare in un attimo tutto quanto c'è di buono ovvero filettini di pesce lunghi e sottili.
Appena ne troviamo un altra, voglio farla in insalata e magari convinco Remy a fotografare la sequenza.
Quindi... segue...
Kat
Kat
Adoro la cerne della razza, tempo fa postai una ricetta di razza ai pinoli mi avete fatto tornare la voglia di ricomprarla
Allora le mangiavo male io! :-P Insomma, stasera sono la vs umile allieva... anche se poi in cucina non me la cavo affatto male... il fatto è che scarseggiando il tempo mi ritrovo spesso a fare cose semplici e veloci. Però il sabato e la domenica mi sbizzarrisco non poco e confesso che voi siete fra i miei maggiori ispiratori, per la semplicità e l'allegria con cui proponete sia i vostri piatti che voi stessi. Grazie! Ancora baci e al prossimo commento! :-*
Kelly
Manca all'appello - perché l'ho cancellato - un commento troppo lungo per essere considerato un commento. Trattava dei pericoli legati al tonno congelato. Appena avremo notizie confermate in tal senso, provvederemo.
Kat
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