La fonduta da esportazione
C'ho un bel coraggio, io!
Per venire a postare una realizzazione di Fonduta Valdostana in casa Cuochi di Carta ce ne vuole! Ma sono confortato, e certo della Vostra approvazione, dal fatto di disporre di materia prima sceltissima. Il che, considerato che vivo a 1.500 km dal luogo di produzione non è cosa da poco, non credete?
E' una Fontina di alpeggio, delicatissima e burrosa, con scalzo basso, crosta fresca, sottile e biondo-rossiccia; compatta ma con leggere occhiature inegualmente distribuite. Ha viaggiato, ma è sopravvissuta degnamente.
Ne ho prelevato 200 grammi e li ho messi in infusione con 250 ml di buon latte intero. 5 ore a temperatura ambiente, l'ho lasciata. Poi ho preso una retina da fuoco, c'ho messo sopra un tegame di coccio e dentro la Fontina sgocciolata, qualche cucchiaio di latte dell'infusione, una grossa noce di burro fresco (50 gr), due tuorli d'uovo e una presina di sale. Acceso il fuoco piccolo, che ho mantenuto bassissimo per tutto il tempo della cottura, ho cominciato a rimestare con una palettina di legno, non smettendo mai, fino alla fine. Non ci vuol molto tempo; in quindici minuti è pronta e non l'ho fatta superare i 60°C.
Ho impiattato in terrine riscaldate, c'ho steso sopra una spolverata di pepe nero direttamente dal mulinello e aggiunto un paio di crostini dadolati di pane raffermo bruschettato a calore forte.
Ho goduto.
Leggerissima, consistenza cremosa; il formaggio era scomparso, c'era solo sapore. Non ho fatto miracoli col vino, ma vi assicuro che c'ho bevuto roba buona!
Ultima cosa: il tartufo. Non ne avevo, ovviamente. Ma non ne avevano certamente neppure i valligiani. Per cui dichiaro ufficialmente che tartufo non ce ne va, nella Fonduta Valdostana. Forse nella nebbiosa Langa, forse nelle celebrate tavole dei ristoratori piemontesi lo si usa. Ma è un accostamento che la Fontina, pura espressione dell'Alta Valle, non merita!
Gic
Per venire a postare una realizzazione di Fonduta Valdostana in casa Cuochi di Carta ce ne vuole! Ma sono confortato, e certo della Vostra approvazione, dal fatto di disporre di materia prima sceltissima. Il che, considerato che vivo a 1.500 km dal luogo di produzione non è cosa da poco, non credete?
E' una Fontina di alpeggio, delicatissima e burrosa, con scalzo basso, crosta fresca, sottile e biondo-rossiccia; compatta ma con leggere occhiature inegualmente distribuite. Ha viaggiato, ma è sopravvissuta degnamente.
Ne ho prelevato 200 grammi e li ho messi in infusione con 250 ml di buon latte intero. 5 ore a temperatura ambiente, l'ho lasciata. Poi ho preso una retina da fuoco, c'ho messo sopra un tegame di coccio e dentro la Fontina sgocciolata, qualche cucchiaio di latte dell'infusione, una grossa noce di burro fresco (50 gr), due tuorli d'uovo e una presina di sale. Acceso il fuoco piccolo, che ho mantenuto bassissimo per tutto il tempo della cottura, ho cominciato a rimestare con una palettina di legno, non smettendo mai, fino alla fine. Non ci vuol molto tempo; in quindici minuti è pronta e non l'ho fatta superare i 60°C.
Ho impiattato in terrine riscaldate, c'ho steso sopra una spolverata di pepe nero direttamente dal mulinello e aggiunto un paio di crostini dadolati di pane raffermo bruschettato a calore forte.
Ho goduto.
Leggerissima, consistenza cremosa; il formaggio era scomparso, c'era solo sapore. Non ho fatto miracoli col vino, ma vi assicuro che c'ho bevuto roba buona!
Ultima cosa: il tartufo. Non ne avevo, ovviamente. Ma non ne avevano certamente neppure i valligiani. Per cui dichiaro ufficialmente che tartufo non ce ne va, nella Fonduta Valdostana. Forse nella nebbiosa Langa, forse nelle celebrate tavole dei ristoratori piemontesi lo si usa. Ma è un accostamento che la Fontina, pura espressione dell'Alta Valle, non merita!
Gic
Etichette: formaggi, piatti unici, tradizionali
8Commenti:
e ci credo che hai goduto!mamma che voglia di formaggio mi hai fatto venire! ed è proprio il tempo giusto per lo spuntino di mezza notte, peccato non aver comprato la fontina...c'ho solo del philadelphia light! che incubo! notte cat
FONDUTAAAA
FONDUUUUUUTAAAAA,
ecco una di quelle cosa che non potranno MAI essere fatte con "alimenti" alternativi....mannaggia che fame!
>^^<
Avete la scelta tra andare a gustarla da Gic a catania o fare un salto qui. Ci sarà probabilmente qualche grumo nella fonduta, ma - prima o dopo -lasciando gli intolleranti all'aria aperta si potrebbe persino andare in caseificio. Per il viaggio di ritorno, forniamo involucro sotto vuoto ;-)
MMhh la fonduta Valdostana, mi piace un sacco ed è una delizzia per il palato. Mi è venuta fame, peccato che non si possa mangiare quella della foto.
Ciao Mara
Redarguito, dall'altra parte, da un mezzo ferrarese che dice che la Fonduta è roba per turisti, dedico la mia Fonduta a tutti quelli, spero tanti, che la Val d'Aosta andranno a conoscerla direttamente!
Però, siccome che son curioso, questa storia della Fonduta - Cibo per turisti la dobbiamo approfondire... Il mezzo ferrarese sostiene che la Fontina, una volta prodotta solo in alpeggio, era usata come merce di scambio, immagino col fondovalle più ricco, per quanto possa essere ricca (qui lo dico col massimo rispetto...) una regione di montagna. E qui, nel fondovalle, la Fontina viene usata per cucinare. Non sto a dire cosa, non è questo il punto. Ma siccome siamo in montagna (dignitosamente povera, sempre col massimo rispetto) si fa in modo di aggiungere alla fontina altri ingredienti, per riempire la panza. Verza e, sopratutto, pane. Qui, con la Vapellenentse (o Seuppa i plat, come dicono i mezzi ferraresi!) si fa uso di fontina al di fuori della mera sussistenza (lo scambio economico...); possibile che a nessun valligiano, mai, sia venuto in mente, prima che arrivassero i turisti, di farsi una Fonduta?
Adesso picchiami, Remy, picchiami!
io la faccio a bagnomaria, sistema un po' più lento, ma sicuro (ovvero non mi impazzisce)
il mezzo ferrarese ma 100% ogb ancora è confinato nel suo luogo di quotidiana sofferenza. A Gic tento di rispondere io, nel nuovo post "La potse dell'amico rodzo". Non dubito però che anche l'ogb avrà da dire la sua ;-)
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