25 febbraio 2006

Beuro d'en tchi no

Ebbene si, siamo stati presi anche noi dallo sfizio di citare i nostri fornitori.
Questo è il burro di Attilio Y. (il suo cognome inizia davvero con una Y e finisce con una Z).


Questo prodotto è reperibile solo alla latteria turnaria di Pollein (Ao). Quando è aperta.
Se la trovate chiusa è perché le mucche e Attilio sono in alpeggio.
Remy

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Lo sapete cosa mi fa invariabilmente venire in mente un panetto di burro ? Ma va là ! No, no, niente di pruriginosamente cinematografico. Una fiaba creola della Louisiana che mi accompagna da quasi cinquant'anni. Potrebbe piacere ai vostri bimbi. E, chissà, forse anche a voi. Kat
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Benché portasse un nome altisonante, regalo di una mamma che non poteva dargli altre ricchezze, Epaminonda era un bimbo senza grilli per la testa. Aveva l'abitudine di andare molto spesso a trovare la sua madrina che, ogni volta, gli faceva un regalino. Quel giorno era un bel pezzo di Pan di Spagna.

- Non perderlo per strada, eh? Tienilo ben stretto.

Epaminonda tenne ben stretto il suo pezzo di dolce, così stretto che... all'arrivo a casa era un pugno di briciole.

- Ben tornato, figliolo. Cosa ti ha regalato la tua madrina?

- Pan di Spagna, Mammina!

- Pan di Spagna! Madre santa ! Bimbo mio, non hai proprio sale in zucca! E' forse questo il modo di portare un dolce? No, no. Non ci siamo. Ascoltami attentamente, Epaminonda. Per trasportare un dolce senza schiacciarlo, prima lo avvolgi in un foglio di carta pulita, poi lo metti nel cappello e ti posi il cappello in testa. Capito?

Qualche giorno più tardi Epaminonda fece nuovamente visita alla sua madrina.

- Sarà meglio che tu torni a casa prima che il sole picchi troppo forte, piccolo mio. Ecco tieni, stamane ho fatto il burro. Questo pezzo è per te e la mamma.

Il burro era avvolto in carta fine. Epaminonda lo mise nel cappello, si coprì con quello il capo e via verso casa mentre il sole della Louisiana si avvicinava al mezzogiorno.
Quando Epaminonda giunse a casa il burro non si trovava più nel cappello di paglia ma sulle guance di Epaminonda e gocciolava, gocciolava...

- Figliolo, cos'ha ti è successo?

- Madrina ci ha regalato un bel pezzo di burro.

- Oh Signore benedetto! Bimbo mio, non hai proprio sale in zucca! E' forse questo il modo di portare un pezzo di burro? No, no, non ci siamo proprio. Ascoltami attentamente. Per trasportare un pezzo di burro bisogna avvolgerlo in foglie fresche e bagnarlo nel ruscello lungo la strada. E bagnarlo ancora e ancora per mantenerlo fresco. Capito?

Se ben ricordo, il regalo successivo che Epaminonda ricevette dalla sua madrina era... un bel maialino. Epaminonda lo avvolse con grandi foglie fresche e siccome il sole arroventava l'aria lo inzuppò ben bene nel ruscello cammin facendo. Il porcellino arrivò a casa... bello fresco!

- Ben tornato, figliolo! Cos'è quel fagotto?

- Guarda, Mammina, un maialino!

- Odddiddddioddddio! Un maialino vivo per miracolo! Bimbo mio, non hai proprio sale in zucca ! Non si porta così un maialino. No, no, proprio no. Ascoltami bene. La prossima volta prendi una corda e torna a casa trascinandotelo dietro. Capito?

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- Epaminonda, tesoro! Capiti proprio al momento giusto, disse un'altra volta la madrina. Ho appena sfornato il pane. Ecco tieni, prendi questo bel filoncino e portalo alla mamma per pranzo.

Epaminonda prese una lunga corda, la avvolse ben bene attorno al pane e tornò a casa trascinandoselo dietro. Quando la mamma vide la "cosa" all'altro capo della corda...

- Epaminonda! Cosa sarebbe "quello"?

- Un filoncino, Mammina. Un filoncino di pane!

-Pane?! Maria Vergine, dammi la forza! Oh, Epaminonda, non hai davvero sale in zucca, non ne hai mai avuto e dubito che ne avrai mai. Basta, non andrai più dalla tua madrina. Ci andrò io e non ti darò mai più istruzioni.

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Qualche giorno dopo la mamma, che si era alzata molto presto per cucinare, decise di concedersi un momento di svago. Mise a raffeddare davanti all'uscio le sei focacce di meliga che aveva tolto dal forno, prese il cappello di paglia e si apprestò ad andare a trovare la madrina di Epaminonda.

- Figliolo? Io vado. Pensa tu a cacciar via il gatto e se devi uscire stai ben attento a come passi sopra a quelle focacce. Capito?

Quando Epaminonda volle uscire, fece molta attenzione a come passava sopra ai tortini.

- Uno... due... tre... quattro... uffa, non poteva farne di meno...cinque...

...mise con molta cura un piede nel bel mezzo di tutti e sei!
A raccontare il seguito basta una parola: Ahiahiahi!

6Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto:

Il burro! Buono e godurioso. Anche qui abbiamo una latteria piccola piccola che produce burro e formaggi da favola.
E bravo Remy! :-)
Kara, ma sai che questa favola era seppellita anche nella mia memoria? Mi piaceva molto quand'ero piccola, poi il tempo l'aveva nascosta. Ci volevi tu per riportarla a galla, grazie! :-D

24/02/06, 19:51  
Blogger fiordizucca ha detto:

bella la formina, molto artistica :)

24/02/06, 22:37  
Anonymous Anonimo ha detto:

Che bella storia, domani la racconto a Lorenzo, poi vi faccio sapere il commento!

24/02/06, 22:56  
Blogger Scribacchini ha detto:

Quel pezzo di burro, da solo, varrebbe una visita...;-)))

/la favola, e' stata il soggetto della recita di irene a scuola, l'anno scorso (4 anni). Per fortuna, non e'stata ancora dimenticata...:-)
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gen

24/02/06, 23:31  
Anonymous Anonimo ha detto:

bello questo panetto di burro nella foto!
La storia è veramente carina:))
povero Epaminonda... eheh

25/02/06, 08:40  
Blogger Monica Bedana ha detto:

Grazie Kat per la storia di Epaminonda. Adesso puoi capire perché non ho figli!!!

25/02/06, 20:32  

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