30 settembre 2008

4 SAPORI IN CROCE - Christel


Come promesso, man mano che arrivano, pubblichiamo le preferenze degli amici non blogger.
Oggi tocca ad una delle tre fanciulle che Kat e Remy chiamano le loro bambine.
Christel, che è la più stretta collaboratrice di Kat, al momento fa soprattutto la mamma di una piccola Aline di due mesi e due giorni nel suo villaggio di montagna a poco meno di 1700 metri.

Ecco le sue preferenze :

"Aromi (erbe aromatiche, spezie e affini): Basilico. Zenzero (va messo sotto questa voce?)

Carne: Sono una mancata vegetariana... Piuttosto formaggio! Tutti i formaggi. Roquefort, Comté, buona Fontina...

Pesce: Trota alle mandorle. Non mi piacciono i pesci troppo grassi.

Verdura e Legumi: Anche qui, quasi tutta la verdura. Zucchine (con basilico o in qualsiasi altro modo!), piselli, ...funghi (vanno messi sotto questa voce?)"


A me la cucciola sembra perplessa ...;-)
Kat

Elenco dei partecipanti aggiornato al 6 ottobre 2008

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29 settembre 2008

Ne conosco uno...


...che questa sera leggerà sul tavolo della cucina :-(
Remy

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Problemi?



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27 settembre 2008

Desarpa



Il giorno di San Michele (quest'anno il 29 Settembre) è il giorno tradizionale del rientro a valle delle mandrie dagli alpeggi.
Demonticazione si dice in italiano.
Desarpa diciamo noi in Valle d'Aosta.
Non molti anni fa la discesa a valle delle mandrie si faceva a piedi e il passaggio delle mucche con i campanacci nei villaggi era motivo di allegria per grandi e piccini.
Oggi la Desarpa si fa con i camion ma, ogni due anni, si ripete il rito del passaggio delle mandrie nel capoluogo regionale. E' vero, è una sorta di ricostruzione storica ma l'atmosfera è gioiosa come un tempo e i proprietari delle Reine le conducono per la cavezza con la stessa fiera emozione di un tempo.
Lo sapete cosa sono le Reine vero? No?


Le mucche sono animali gregari che vivono in gruppo e (messo da parte il toro che serve a quello che serve e basta) le femmine seguono una dominante scegliendola attraverso duelli incruenti. Questi raggiungono il loro apice nella stagione estiva quando tante piccole mandrie di proprietari diversi si ritrovano in un unico alpeggio. La dominante che noi chiamiamo Reina (Regina) quando scenderà a valle avrà le corna ornate da fiori e nastri rossi (il boschet) e il fiero proprietario lo appenderà davanti alla stalla per tutto l'inverno. La maggiore produttrice di latte dell'alpeggio è invece la Reina di lasì (Regina del latte) e porterà un boschet bianco.
Domenica le mucche (vatze in valdostano, vacche in italiano corretto:-) percorreranno le vie del centro di Aosta e le Reine di parecchi alpeggi vi faranno emozionare con la loro regale prestanza.


Per chi, come noi, ha un'animo più poetico, c'è sempre la possibilità di assaggiare la prima Fontina d'alpeggio. Non è ancora la stagione migliore ma, visto che per l'occasione, è l'Associazione Regionale Allevatori Valdostani a selezionarle per farle assaggiare...
Naturalmente, alla corte delle Reine ci saranno anche caprai, vinicoltori, coltivatori di mele, noci, lamponi ecc. ecc.
Se non ve la sentite di partecipare di persona, ve lo racconteremo noi nei prossimi giorni.

Kat e Remy

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26 settembre 2008

4 SAPORI IN CROCE - Remy

Il difficile è fare un elenco di lunghezza umana (non è che volevi una sola risposta per ogni sapore, vero Kat?)


Aromi: Mi verrebbe da dire l'aroma del caffè ma... l'olio che si scalda in padella, magari con uno spicchio d'aglio ma anche l'alloro o il basilico, ah il basilico che si riscalda insieme all'olio a fuoco lento ...hmmm.


Carne: Tutta, tuttissima, cacciagione e anfibi compresi. Soprattutto la parte più grassa e proibitissima dal medico :-(


Pesce: Tutto, tuttissimo, compresi crostacei molluschi e affini. Possibilmente senza salse ne limone.

Verdure: La Patata :-) in tutti i modi (magari la purea la lascerei al Cat, vero Bee?). Ma anche le altre solanaceee: pomodori e melanzane...E poi i fagiolini, i carciofi e ...

Remy

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25 settembre 2008

4 SAPORI IN CROCE - Mrs Bee

Ciao Scriba, aprite la stanza degli ospiti che arrivo!


1. Rosmarino: perchè ha un buon profumo, dei bei fiori, è una bella pianta, mi ricorda il mare, e perchè si sposa alla grande col numero 4


2. Carne: tranne la selvaggina, mi piace tutta (anche il cavallo: mi volete bene lo stesso?), ma la mia preferita è la cotoletta alla milanese. Cat è paonazzo dalla vergogna.

3. Pesce: le sarde in saor come le facevano mia mamma e la zia Robertina. Nelle mie estati al mare dalla zia le rubavo direttamente dal frigo. Sarde in saor come le madeleine: sacrilegio?


4. Verdura: valgono le patate come verdura? allora le patate in tutti i modi (salvo il purè, sapete che io c'ho la fissa di masticare). Se le patate non valgono, allora i peperoni, che sono buoni, belli da vedere e da toccare, profumati,e mi ricordano quando stavo sul carretto di peperoni appena raccolti dal campo di mio zio col mio amichetto Michele.

Baci dalla Bee in piena regressione.....

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24 settembre 2008

In assenza di latticello ...


Siccome non siamo di sicuro gli unici a soffrire crudelmente per l'assenza del latticello sul territorio nazionale...
Siccome al momento non prevediamo di trasferirci stabilmente né in Germania né in Irlanda...
Siccome (vorremmo tanto ma) non possiamo centrifugare un litro di panna una o due volte alla settimana ottenendo, oltre agli agognati 500 ml di latticello, 500 gr di burro che non consumiamo in un trimestre...
Siccome però il pane da colazione di Alex piace tanterrimo sia a noi che agli amici, dopo varie prove, l'abbiamo risolta sostituendo i 500 ml di latticello della sua ricetta con:
- uno yogurt di latte intero (per la necessaria acidità che, tra l'altro, dà la sveglia al lievito)
- una bella cucchiaiata di burro morbido (per il gusto e la sofficità)
- acqua qb per arrivare a 500 ml


Ciomp, ragazzi, ciomp! Consistenza e sapore ok. Anche con farina T2, ovvero bigia, ovvero integrale ma senza crusca visibile.
Kat e Remy

P.S.: questa la etichettiamo sia tra i pani che tra i dolci anche se, a dir vero, sta proprio a metà strada.

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22 settembre 2008

MEME - 4 SAPORI IN CROCE


Se vi va (ad ampio raggio e con partecipazione assolutamente libera) potremmo cercare di stabilire una classifica di alcune delle preferenze alimentari della bloggosfera italiana, cuciniera e non...

1 Aromi (erbe aromatiche, spezie e affini)
2 Carne
3 Pesce
4 Verdura e Legumi

Chi non consuma carne o pesce o ha un'idiosincrasia per le verdure, potrebbe sostituire con il Formaggio (che noi non abbiamo messo perché, in quel campo, dover scegliere ci mandava in panico) o magari con un Cereale.
La Frutta è invece bandita per non far fuggire Canny ;-)


Inizia Kat :

1 - Aromi - Senza dubbio alcuno, la santoreggia, magica erbetta annuale e spontanea che assomiglia al timo sia nel sapore che nell'aspetto (con foglioline più lunghe e meno coriacee)
2 - Carne - Poca. Vabbè, un bel pollo ruspante alla diavola
3 - Pesce - Ali di razza
4 - Verdura - La Zucca e i suoi Fiori o forse i ceci, meglio se tutti e due insieme ;-)

Ora tocca a voi.
Se non avete un blog, vi ospitiamo volentieri - Basta scriverci qui.
Se invece pubblicate a casa vostra, per favore segnalateci il post, così possiamo fare una raccolta veramente completa, tipo questa o questa.
Grazie! Buoni sapori a tutti !!!!

Elenco partecipanti aggiornato il 6 ottobre 2008...

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19 settembre 2008

Camosciata delle Alpi

Del concorso di formaggi di capra valdostani vi avevamo già parlato qualche giorno addietro ma...


...vi avevamo detto quali sono le nostre produttrici preferite?


Be' forse l'ultima è solo una produttrice potenziale ma una foto di incoraggiamento ci stava :-)

Kat e Remy

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15 settembre 2008

La torta di Nonna Papera

Berso non leggere, che a te le mele cotte non piacciono...

Un giorno proverò a cimentarmi con quella,spettacolare, di Lory.
Per ora, alle prese con la solita cassetta di mele cadute, ho inaugurato la tortiera in ceramica che mi sono regalata di recente con una classicissima ricetta di Apple pie, quella di Donna Hay.
Andrà bene qualsiasi stampo profondo che abbia un bordino sul quale sigillare i due strati di pasta. Le dosi indicate vanno bene per uno stampo di 22-24 cm di diametro. Oltre, la quantità di pasta diventa proprio risicata.

Per 8-10 porzioni :
- per la brisée :
300 g di farina
3 cucchiai di zucchero
150 g di burro tagliato a pezzetti
2 cucchiai di acqua fredda

Nel robot si mixa farina e burro ottenendo tante palline.
A mano si versa il burro nella classica fontana di farina e si sfrega con le dita per incorporarlo. In entrambi i casi, l'aggiunta di un goccio d'acqua consente all'impasto di legarsi. In entrambi i casi, meno si impasta meglio è. Appena sta insieme si fa la palla e via in frigo, coperta, a riposare, anche un paio d'ore.

- per dorare la pasta :
un uovo
due o tre cucchiai di zucchero

-per il ripieno :
8 mele verdi
70-90 g di zucchero
il succo di mezzo limone
1/2 cucchiaino di cannella in polvere o del mix di spezie preferite (io cannella e zenzero)
2 cucchiai di mandorle tritate fini oppure di maizena

Le mele, pelate, mondate e tagliate a pezzi (a fette spesse regolari se ne avete il tempo e la pazienza) si mettono in una padella fonda con un cucchiaio d'acqua, si coprono e si lasciano cuocere piano per 5-6 minuti, scuotendole ogni tanto. Devono essere appena fondenti. Io che usavo renette acerbe tagliate alla bene meglio ho inevitabilmente ottenuto una cottura disuguale, pezzi spappolati e altri ancora al dente. A questo punto si lasciano raffreddare in uno scolapasta.

Per dare il tempo al ripieno di mele di raffreddarsi ho iniziato da quello, poi ho impastato la brisée in modo da farla riposare un po' in frigo.

Arrivato il momento di assemblare il pie, ho accesso il forno su 180°.
Ho mescolato mele, zucchero, succo di limone e spezie.
Ho diviso la pasta in due pezzi. Uno, di due terzi del volume totale, servirà a foderare il fondo dello stampo, mentre il terzo rimanente consentirà di coprire il dolce.
Siccome a stendere la pasta sono una schiappa (e a trasferirla nella teglia peggio ancora ;-) l'ho rullata su un foglio di carta forno.
Dunque...
-uno generoso strato di burro senza dimenticare il bordino dello stampo
-uno strato di pasta
-due o tre cucchiai di farina di mandorle o (in assenza di questa) di Maizena per assorbire l'eventale succo rimasto
-le mele (a raggiera compatta o come capita capita)
-il secondo strato di pasta rifilato della misura giusta e premuto artisticamente per sigillarlo con quello sottostante
-una pennellata di uovo sbattuto
-una bella spolverata di zucchero
-qualche taglietto in centro alla pasta a mo' di camino per lasciar uscire il vapore del ripieno

Forno già caldo 30-40 minuti senza lasciare che colori troppo.
La mia pie è pallidina perché non l'ho spennellata ne inzuccherata.

A piacere si possono aggiungere alle mele dei frutti di bosco (con more o lamponi è uno sballo), dell'uvetta, del rabarbaro... E' decisamente migliore fatta il giorno prima, così si fa anche in tempo a dimenticare che comporta un sacco di pentole e ciotole e robe varie da lavare ;-)
Kat

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11 settembre 2008

Il Tempo delle Mele...

...e a noi che abitiamo ai margini di un frutteto vengono regalate molte di quelle cadute o crepate o beccate o abitate. Sgranocchiamo le più sane, molte le inforniamo (segue, a giorni, la ricetta del Pie, nonché dolce di Nonna Papera) mentre quelle che richiedono maggiori lavori di scavo diventano marm... pardon, confettura. Anni fa in un forum ci siamo presi una ramanzina infinita perché marmellata è solo di agrumi. Da allora evitiamo di porgere il fianco ;-)

Per l'occasione, complice l'ultimo numero della rivista francese Rustica, abbiamo fatto una confettura di Mele, Uvetta e Calvados più conosciuta oltralpe come Confettura alla normanna.
Anziché il Calvados, distillato di mele che in Italia costa parecchio (noi lo compriamo in Francia e siccome lo usiamo solo per cucinare abbiamo adottato quello della linea Reflets de France = l'equivalente dei prodotti Terre d'Italia) andrà bene anche un buon Brandy o magari una Grappa.
Però il Calvà...

Con le dosi seguenti abbiamo riempito 8 vasetti da 300 grammi circa:
- 2 kg di mele pesate già mondate
- 1,5 kg di zucchero di canna
- 2 limoni non trattati
- 200 gr di uvetta
- 1 bicchiere d'acqua (150 ml)
- 1 bicchierino di Calvados

Abbiamo messo in ammollo l'uvetta in acqua tiepida cambiando più volte l'acqua.
Dai limoni, lavati e asciugati, abbiamo prelevato la buccia col rigalimoni quindi li abbiamo lasciati di parte.
Nella nostra pentola più grande abbiamo versato l'acqua e lo zucchero e li abbiamo fatti fondere su fuoco bassissimo. Abbiamo quindi aggiunto mele e buccia di limone e fatto cuocere un'ora a piccoli plop plop girando ogni tanto.


Abbiamo fatto sgocciolare ben bene l'uvetta. Abbiamo pelato a vivo i limoni e li abbiamo tagliati a tocchetti e aggiunto entrambe le cose in pentola. Altri 30 minuti di plop plop girando ogni tanto.
All'ultimo si versa in pentola il liquore, alzando la fiamma quei tre-quattro minuti che consentono di far evaporare l'alcool. Subito nei vasetti lavati, sbollentati e asciugati con cura.
Chiudiamo e lasciamo raffreddare a testa in giù.
Con questi tempi di cottura si ottiene una confettura molto densa. Chi la preferisce più mordida aggiungerà uvetta e limone già dopo quaranta minuti di cottura.
E chi ha dei bimbi dimenticherà il liquore.
Mille grazie a C. per le mele.
Kat e Remy

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09 settembre 2008

"Erbazze"




Con l'amico Cat condividiamo la passione per le piante... spontanee.
L'erbazzone invece a noi viene così...

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08 settembre 2008

Non solo Fontina 1 - Lo Matson


Con questo post vorremmo iniziare a raccontarvi cos'altro potrete trovare in Valle d'Aosta oltre alla celeberrima Fontina (gnam) e a celeberrime vette.


Lo matson, nel patois (patuà) di Courmayeur è la merenda (nel villaggio più a valle dove abitiamo si chiama invece meingiun). E' lo spuntino che si fa tra amici dopo una giornata nei campi (anche quelli da sci !) e a volte va avanti sino all'alba del giorno dopo ;-)
A Courmayeur appunto, da alcuni anni, a chiudere la stagione estiva, viene organizzata una rassegna mercato di prodotti agroalimentari locali che prende il nome di questa simpatica tradizione.


Quest'anno all'interno della fiera di fine estate di Courmayeur è stato organizzato un concorso di formaggi di capra valdostani.


A Kat è stato chiesto di far parte dei giurati...


e, come si può vedere, il lavoro è stato pesante !


Remy ha fatto alcune foto per gli amici organizzatori, poi è andato a fare qualche assaggino :-)


Quali siano stati i vincitori del concorso è stato reso noto dagli organi ufficiali. Invece, i vincitori degli assaggini di Remy sono questi.


I nuovi spumanti della Cave du Vin Blanc de Morgex e de La Salle.

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06 settembre 2008

MEME DELL'ALBA - Remy 3

Ve lo ricordate questo meme? Un raggio di sole mattutino ci ha colpito un occhio suggerendoci di provare a rilanciarlo.
Qui e qui le altre albe che abbiamo visto (e documentato) dalla finestra della nostra camera.

Kat e Remy

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05 settembre 2008

"Tonno" di coniglio a modo mio

Niente di straordinario, solo un paio di cosucce aggiunte alla ricetta tradizionale che prevede di mettere a marinare in olio evo e gusti (aglio, salvia) un coniglio lessato e spolpato. A chi ha poco tempo o poca pazienza o, come me, poche diotrie, suggerisco di procurarsi solo cosce anziché un coniglio intero. Tendenzialmente evito di comprare pollo o coniglio porzionati ma se non si vuole bisticciare con gli ossicini è un alternativa allettante.
Non solo questo corposo antipasto si può preparare con largo anticipo ma, per essere davvero gustoso, ha proprio bisogno di almeno un giorno di riposo, meglio due. In frigo ovviamente ma ricordandosi di tirarlo fuori una mezz'ora prima da gustarlo. A temperatura ambiente tornano presenti tutti gli aromi che il freddo addormenta.
Con un insalata può diventare un piatto unico leggero.

per 8 porzioni di antipasto
- un coniglio
- una costa di sedano
- mezza cipolla oppure uno scalogno
- un pizzico di timo o, meglio, un rametto di santoreggia
- un cucchiaio di Whisky
- uno o due spicchi d'aglio
- salvia
- olio evo
- un barattolino di capperi sott'aceto
- pazienza e occhiali sul naso

Tuffo i pezzi di coniglio - prima sciacquati per cercare di eliminare in partenza eventuali schegge d'osso - nell'acqua già in ebollizione con sedano, cipolla, timo o santoreggia, sale e Whisky.
La scoperta che l'alcool giusto per il coniglio sia il Whisky la devo ad Elena Spagnol. Lei lo suggeriva per un umido, funziona anche per aromatizzare il brodo.
In pentola a pressione lo faccio cuocere venti minuti poi apro e controllo e, se il coniglio è stato allevato bene, scopro che servono altri 10 minuti di cottura. Intanto verifico se va aggiunto un po' di sale.
La carne ha da essere molto cotta ma non spappolata. Metto a sgocciolare in uno scolapasta e intanto faccio restringere un po' il brodo.
Nella terrina che servirà a portare il coniglio in tavola metto già l'olio, l'aglio affettato e la salvia spezzettata, oppure, come nella foto, timo limonato (stropicciato per liberare gli aromi) oppure altra santoreggia fresca e, appena si può toccare senza scottarsi, il coniglio a tocchetti, cercando di eliminare il benché minimo ossicino oltre alle "pellicine".
Sgocciolo, sciacquo e strizzo i capperi, li unisco al coniglio, giro bene il tutto, aggiungendo eventualmente un po' d'olio, comprimo e verso, a cucchiaiate, un po' di brodo ristretto che farà da ulteriore condimento (restringendosi sarà diventato parecchio salato) e da gelatina.
Subito in frigo appena freddo, anzi, se fa molto caldo, abbatto la temperatura mettendo la terrina a bagno in acqua fredda.
Il resto del brodo va in congelatore per il prossimo umido.
Kat

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04 settembre 2008

Trucioli al tonno


Bene, non sto più ad annoiarvi con la storia che a me piacciono le non-ricette, facili, veloci, che non sporchino troppe pentole e blablabla, ormai sapete tutto.
Però, se cercate qualcosa da fare all'ultimo momento, questa potrebbe essere un'idea.
Si, la pasta al tonno non è precisamente una novità, ma ... funziona sempre! ;-)

Cosa occorre:

Tonno sott’olio
Olive nere toste
Porro
Pomodoro maturo
Aglio
Pepe verde
Origano
Sale
Olio d’oliva

Come ho fatto:

Ho preso alcuni grani di pepe verde in salamoia, li ho sciacquati, asciugati e schiacciati, poi li ho messi in padella con un paio di cucchiai d’olio che ho fatto scaldare a fiamma bassa. Al primo accenno di sfrigolìo, ho spento e lasciato insaporire alcuni minuti, poi ho raccolto il pepe e l’ho gettato.
Riacceso il fuoco, ho gettato in padella, nell’ordine: uno spicchio d’aglio sbucciato e intero, 3-4 cm di porro tritato grossolanamente, alcune olive nere snocciolate e tagliuzzate, e 4-5 filetti di tonno schiacciati con la forchetta.
Ho lasciato appassire il tutto a fuoco vivace, poi ho aggiunto un grosso pomodoro maturo, spellato e tagliato a tocchetti. Sale e origano e alcuni minuti di cottura hanno completato l’opera.
Nel frattempo ho portato “al dente” la pasta, l’ho scolata e versata direttamente nel condimento. Spadellato un pochino per insaporire e … gnamm!

Patt

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02 settembre 2008

Appunti di viaggio n 5 bis - Sfiorando le Isole Lofoten

Dopo la gita del mattino al ghiacciaio Svaartisen, ripartendo da Bodo con a bordo molte famiglie norvegesi in vacanza, i loro bimbi, biciclette e canoe, il Postale svolta ad Ovest, direzione le Isole Lofoten.


Mitiche Lofoten! Un giorno non troppo lontano speriamo di approdare nuovamente in quell'arcipelago e scoprire il perché del loro tanto decantato fascino.
Quanto visto dal ponte del Postale e durante le due soste non ci ha consentito di farci un idea.
A sud l'Hurtigruten tocca Henningsvaer


e, a Nord, Svolvaer


Svolvaer soprattutto ci ha delusi. Non che ci aspettassimo chissà che. In qualche modo le guide mettono le mani avanti definendola come "Centro di servizi". Da intendersi, immaginiamo, come posto dove si attracca, atterra o decolla, prende un auto e va più in là. Sarà anche il più antico insediamento umano del circolo polare artico ma oggigiorno è una moderna (e quasi squallidina) cittadina divorata dai locali pubblici.
Di autentico e fascinoso sono rimasti i graticci per essicarre il baccalà e un piccolo quartiere antico.


Ripensandoci settimane dopo, viene il dubbio che, dopo la gita del mattino, quel giorno avessimo già esaurito la capacità di meravigliarci. O che le coste sfiorate dal Postale non siano le più scenografiche dell'arcipelago. Sicuramente bella, se il cielo è terso, la vista durante la traversata di avvicinamento. Il Lofotveggen, il "muro" delle Lofoten riempie l'orizzonte per ore.




Non torneremo in Norvegia solo per andare alla scoperta delle Lofoten ma, se dovessimo riuscire a tornarci, sceglieremo senz'altro uno dei Tour che prevedono una sosta di 3 giorni lì, già sapendo che a Svolvaer faremo a meno di fermarci.


Kat e Remy

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01 settembre 2008

Pasta ai Fiori di Zucca, Basilico e Lenticchie Rosa

Troverete parecchi fiori di zucca sparsi nella nostra cucina. Persino nelle lasagne li mettiamo quando l'orto è particolarmente generoso. A volte però sono troppo pochi per farci un sugo e, sempre più spesso, in quel caso non c'è la voglia di preparare una pastella e friggerli.
Così quel giorno abbiamo condito la pasta con un trio che si è rivelato molto armonioso:
- lenticchie rosa lessate con i consueti odori (cipolla, sedano, alloro) e condite con un pizzico di curry
- fiori di zucca sfilacciati e fatti appassire in padella in olio evo con mezzo spicchio d'aglio
- basilico sminuzzato al momento.
Con le orecchiette vanno d'amore e d'accordo.
Kat

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