30 aprile 2006

Non penserai mica di stirare?

Punkie

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Il mio pane quotidiano


Ennnnno che non è una foccaccia! E nemmeno un tortino di riso, cioè... quasi, però ha un nome figo, riso iraniano, e sta assieme senza uovo. Da quando l'ho incontrato ho risolto la frustrazione da assenza di crosta da mordere che mi rimaneva dopo aver fatto colazione, o accompagnato il pranzo o la cena, con una ciotola di riso. Perché questa, praticamente, è una ciotola di riso con la crosta ed è buonissima.
E si fa ... non è difficile, però con una sequenza fotografica si capisce meglio. Lavori in corso...
Kat

ps: non incolpate l'ogb, la foto l'ho fatta io. Quando è tornato a casa non c'era più nulla da fotografare ;-)

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29 aprile 2006

Un esperimento accartocciato

Si è capito che mi piaciono le marinate ? Epperò ancora non ho ammesso la mia insana passione per i cartocci. In francese hanno un nome delizioso, papillotte, come i cioccolatini avvolti a caramella che si regalano ai bimbi a natale, un nome che richiama anche papillon, la farfalla.
Per questi cartocci di pollo ho usato 150 grammi di petto di pollo tagliato a strisce a porzione, il succo di un limone, un cucchiaio di miele millefiori e un pezzo di zenzero grosso come una noce, poco olio per ungere la carta forno e stop. Al posto dello zenzero qualcuno preferisce il peperoncino oppure metà e metà.
Si fa sciogliere il miele nel limone, si versa in un contenitore da frigo, si aggiunge lo zenzero spellato e tagliato a bastoncini ( e/o il peperoncino) e il pollo, si chiude e si dimentica in frigo almeno mezz'ora.
Si accende il forno su 200°.
Si spennella d'olio un rettangolo di carta forno a persona, si sistema sopra il pollo con un cucchiaio di marinata, un pizzico di sale e un po' di zenzero e si chiude con cura lasciando però un po' di spazio sennò il vapore apre i cartocci dall'interno e fa uscire il sughetto lasciando la carne asciutta. Volendo, ci sta bene anche un filo d'olio, soprattutto se anziché pollo avete a disposizione tacchino. Meglio il pollo comunque, risulta più morbido.
Si inforna per una quindicina di minuti in una teglia.
A tavola !
Kat

ps : io ci provo con i filetti di triglia, oh! Tranquilli, con un altro tipo di marinata ;-)

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28 aprile 2006

Nuovi amici

Gli amici degli amici sono nostri amici, giusto?
E in questi giorni, dopo i tesori di Irenetta, i nuovi arrivi si moltiplicano! :-)

Questo è Grip, micetto trovatello adottato da mia figlia: un birbante coccolone.

E questa è Maya, cucciolotta tenera e vivace, sette mesi di vita trascorsi in strada con padroni che l'amano e che ora vogliono uscire dal tunnel. Nel frattempo lei è andata a vivere con l'amica Valentina, e gioca con Paprika, Bobo e Gastone.

Infine la storia di Luca, diventato balio di 9 neonati (che fanno bau) la cui mamma ha perso il latte. Di loro non ho la foto, dovete accontentarvi di immaginarli!


Benvenuti, amici.

Patt

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Cosa lo posto a fare...


...questo esperimento ?
Patt non guardare. Giuro che non sono teneri pesci rossi ma è pur sempre pesce.
Gen non leggere, ho usato filetti di triglia surgelati
Marì, voltati dall'altra parte, temo di aver fatto un uso improprio delle tue amate taggiasche.
Berso, se te la senti di leggere fino in fondo e di darmi qualche dritta magari ci riprovo perché era "quasi" ok ma quasi, col pesce, non basta.
A dir vero ho mescolato diverse ricette
Ho fatto sgelare i filetti di triglia, li ho tamponati bene in carta cucina e fatti marinare un oretta in frigo in olio evo e vino bianco quindi li ho spadellati qualche minuto, sempre in olio evo, e messi da parte al caldo. Nella loro padella ho aggiunto uno scalogno (già rosolato) un trito di olive taggiasche e basilico e la marinata, fatto restringere 3 minuti e adagiato di nuovo i filetti in padella giusto il tempo di riportarli a temperatura.
Vero è che la triglia non è molto saporita di suo, quella surgelata poi... Probabilmente ho messo troppe olive, insomma dominavano.
Vabbè, il puré di patate e sedano rapa all'olio evo era la cosa migliore.
Kat

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27 aprile 2006

Ieri sera


Un'altra ricettina delle mie. Si, avete indovinato: veeeloce!!! :-)))
Tomini (1 e ½ a testa) farciti con fettine di speck, fatti dorare in padella antiaderente e accompagnati da radicchio verde condito con lard dressing. Oh, ma mica una cosa qualunque: Lardo d'Arnad! ('assie Kat, 'assie Remy!)

Patt

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Il pane lo portiamo noi



Ciabatte (di semola di grano duro) su biga di Remy. Ci sta ancora lavorando quindi per la ricetta toccherà aspettare.
Pagnotta semi integrale (miscela personale di farina zero, integrale fine, semola di grano duro e kamut integrale) con yogurt e poolish di Kat. Se attira basta chiedere .

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25 aprile 2006

Un pane rivoluzionario

Da giorni volevo fare il pane di mais di Elvira e a quanto pare oggi era proprio il giorno più giusto.
Tanto più che Elvira spiega che molti bimbi portoghesi sono convinti che si tratti di un dolce e oggi sono stata caldamente invitata da Cannella a dolcificare.
In mancanza di forno a legna e di pasta lievitata di un impasto precedente mi sono arrangiata così ...
Ho fatto un "lievitino" con 150 ml d'acqua tiepida, mezzo cubetto di lievito di birra, mezzo cucchiaino di malto d'orzo e 50 grammi di farina zero bella forte.
Quando è stato bello sveglio e in forze, in un altra terrina ho mescolato:
.700 gr di polenta
.300 gr di farina zero
.1 cucchiaio di sale
che ho poi impastato con
.350 ml di acqua calda.
Quando questo polentone si è intiepidito ho aggiunto il lievitino, impastato bene (mica io, l'impastatrice!) e messo a lievitare nella terrina coperta con un panno umido per un paio d'ore.
Ho reimpastato, dato una forma allungata per motivi tecnici ( sennò mica ci stavano due pagnotte nel nostro forno) e lasciato nuovamente lievitare.
Dopo 45 minuti però le pagnotte tendevano a sedersi quindi ho infornato.
220° per 10-15 minuti poi altri 30 minuti a 180° .
Probabilmente alla broha portoghese assomiglia solo un po', è anche venuto un po' bassino ( come quello del mio panettiere calabrese, peraltro) ma è proprio buono.
In totale ho quindi usato 500 ml d'acqua per 700 gr di polenta e 350 gr di farina zero.
Grazie Elvira.
Kat

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Buon compleanno Italia Liberata


Ho scelto per te una rosa antica, piantata in quegli anni nel giardino di casa, una rosa rugosa credo, pochi petali, molte spine e un profumo delicato ma persistente. L'ho scelta perché ti vorrei meno complicata e soprattutto meno smemorata. A chi non ricorda è troppo facile raccontare frottole sul senso della parola Libertà.
La torta no, non te la fò. Lascio sul tavolo i mille sapori delle tante realtà di questo formidabile paese e i suoi tanti valori. Ognuno farà del suo meglio. Spero.
Kat

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23 aprile 2006

Meglio tardi che mai...















Ecco qui, il Paris Brest, preparato con il praliné di Ka e la ricetta di Mercotte. Senza mandorle, che le avevo finite (e con il caramello sbagliato...:-/)
Grazie ad ambe due!!! :-D

Una domanda, ka: secondo te, come verrebbe con del gianduiotto? :-?
---
gen

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Buon compleanno Will (Shakespeare)


Il compleanno di William Shakespeare si usa festeggiare il 23 aprile recita questo bel tomo da 1925 grammi (l'ogb ride perché ... l'ho pesato davvero) di cui ormai capisco ben poco, mi si è diluito l'inglese, sigh! Vabbè, la data è fantasiosa, però l'anno di nascita pare sia davvero il 1564.

Caro Will
Di tutti gli autori che s'hanno da studià , sei quello che ho amato di più. Ancora mi chiedo il perché. Per la tua arguzia forse, il tuo senso del ritmo, il tuo... ma si, genio. Ti ho amato e ancora ti amo per i tuoi dialoghi scintillanti, per il fascino indelebile dei tuoi personaggi, anche - o forse soprattutto-minori (credo proprio che a provocare i primi battiti virtuali del mio cuore adolescente sia stato Mercutio - in Romeo e Giulietta. O forse era Brian Jones, il Rolling Stones morto tragicamente nel 1969 ? Mah...)
Per quanto la tua opera sia vastissima e offra mille spunti, ammetto che questa volta la scelta mi è stata facile. A chi porta lo stesso nome non poteva non fare simpatia ... Kate, la più arruffata delle gallinelle padovane, the wild Kate, Kate la bisbetica. Una bisbetica domata, tra le altre angherie e stramberie (peraltro assai fantasiose e divertenti)... affamandola. Alla pungentissima Kate, anziché arrosto e senape ti sei inventato di far portare solo la senape. Senape oggi, senape domani, alla fine la bisbetica si ammansisce. In Petruccio che l'ha sposata per la dote e malgrado il ben noto caratteraccio, ha trovato un suo pari e... l'amore, per di più corrisposto.
E allora senape sia, maschiaccio elisabettiano che non sei altro! Per festeggiare il tuo compleanno, offrirò a Kate il mio coniglio con la senape. Tanto tu sei impegnato a scrivere e recitare, vero?
Anzi, come sempre saremo in due a cucinare. Vai Remy, la ricetta tocca a te.



un coniglio tagliato in porzioni piccole
farina
senape
cognac
brodo di carne

Abbiamo lavato le porzioni di coniglio e l'abbiamo messo a marinare in acqua e aceto, in frigo per un paio d'ore.
Abbiamo asciugato e infarinato il coniglio prima di rosolarlo in una padella togliendolo man mano per metterlo in una terrina. Quando la farina sul fondo della padella era troppa, deglassavamo con abbondanti dosi di brandy che, versavamo poi sul coniglio già rosolato.
Finita la rosolatura abbiamo fatto scaldare una pentola di coccio vi abbiamo versato dentro il coniglio, lo abbiamo bagnato con un mestolo di brodo dove abbiamo sciolto tre cucchiaioni di senape. Abbiamo fatto cuocere per un'ora e mezza (dipende dal coniglio) aggiungendo poco brodo per volta quando era necessario.
Attenzione al sale, sia la senape che il brodo ne contengono già. Per ottenere un sugo denso e saporito ma non piccante, la senape va aggiunta tassativamente all'inizio. Deve aver tempo di cuocere. Solo così fa un tocio da regina.
Kat e Remy

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22 aprile 2006















Guardate chi c'e'...

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Un'opera d'arte.


Questi piccoli fiori sono un vero capolavoro! Come insegna Graziella, oggi sono stati fritti: pura libidine! La pastella era composta solo di farina 00 e vino bianco, le dosi decisamente a occhio: un po' di farina, diluita con un po' di vino, poi ancora farina ... e così via fino ad ottenere un quantitativo sufficente di pastella fluida che è andata ad avvolgere amorosamente le castraùre.
La foto del prodotto finito non è stata scattata, perchè se volevo riuscire ad agguantarne ancora qualche pezzo non potevo perdere tempo in frivolezze! ;-)
Per chi volesse saperne di più su queste buonezze, ecco qui.
Patt

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21 aprile 2006

In quattro e quattr'otto

Ebbene si, anche ai fanatici delle lunghe lievitazioni capita di avere fretta. E allora... english muffins, che (pare, ma in materia le diatribe impazzano e non da ieri) sono piatti e non contengono uova. Ho rintracciato questa ricetta gradevolisima e ultrarapida grazie a Clea che l'aveva trovata su Marmiton dove l'aveva pubblicata Lili che l'ha avuta dalla sua mamma. Mi seguite? No? Fa niente, io ho la coscienza a posto.

Per una decina di pezzi

250 gr di farina zero
oppure, come mi ha suggerito il capriccio, 200 gr di farina zero e 50 gr di fecola di mais
30 gr di burro
10 gr (un cucchiaio) di zucchero
5 gr (un cucchiaino raso) di sale
mezza bustina di lievito istantaneo
oppure, più britannico ancora, mezzo cucchiaio di bicarbonato e mezzo di cremor tartaro
125 ml di latte (misurabile con un vasetto vuoto dello yogurt)

Come da ricetta originale, ho acceso il forno su 200°.
Nella farina a fontana ho messo il lievito, il sale e lo zucchero quindi ho aggiunto il burro morbido a tocchetti e il latte. Se avete un robot lasciate impastare a lui, bastano due minuti. Sennò girate dapprima con un cucchiaio quindi impastate a mano. L'impasto diventa rapidamente elastico.
Lo si stende subito, alto mezzo centimetro e si ritaglia con un bicchiere o un apposito cerchio.
E si infornano le "cialde" ottenute per una decina di minuti. Senza lasciar colorare, dice la ricetta. A noi sono piaciuti un po' più dorati, a colazione o col thé o, meglio ancora, per un pigro brunch domenicale. Difatti hanno il grande pregio di poter passare direttamente dal congelatore al tostapane o di potersi semplicemente preparare la sera o qualche ora prima e scaldare mentre bolle l'acqua del thé. Si mangiano belli caldi, aperti in due e farciti di marmellata.
Charlotte (Brontë) , fai conto che siano il mio regalo di compleanno. Sono stata un po' indaffarata e il mio progetto di leggere finalmente il tuo "Jane Eyre" non è andato a buon fine. Però, l'anno prossimo, con Patt che l'ha letto e apprezzato molto prima di me, ti festeggeremo a 4 mani.
Anyway, happy birthday Charlotte.
Kat

ps: la ricetta elaborata da Clea consente di sostituire burro e latte.

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20 aprile 2006

Rimosso?

Lievitazione. Masticazione. Condivisione. Queste le conosciamo. Rimozione chevvordì? :-)

Le mani della Maestra

Tesina della marmaglia impastatrice
Kat e Remy

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E dopo il pane del sabato
















Il pane a grappolo, preparato con il latticello. Il buttermilk cluster, da thefreshloaf
Se proprio non riuscite a trovare il latticello (io l'ho trovato in coop) si puo' sostituire con un composto meta' latte scremato e meta' iogurt. Il gusto ricorda i panini allo yogurt che preparammo a cervareza... gli ogb ricorderanno, forse. Se non hanno rimosso. :-)

---
gen

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Altro che pane del sabato !

Ma secondo voi, quando hanno tre giorni a disposizione, i fanatici della panificazione casalinga, che fanno? Quelli veramente in gamba ne approfittano per far nascere una pasta madre. Noi ci siamo accontentati di covare un poolish. Ora in casa la temperatura rimane stabilmente sopra i 18 gradi e c'era speranza che fosse bello attivo.
E difatti, malgrado una mia dimenticanza, che poi vi spiego, il pane è venuto così

ed è buono buono buono.
Il poolish (grazie Gen & co) l'ho fatto mescolando nell'impastatrice 200 ml d'acqua con 200 grammi di farina zero comprata all'agraria (una vera forza seppur non dichiarata), un cucchiaino di lievito di birra liofilizzato e un cucchiaio di zucchero (eh si, sono riuscita a rimanere senza malto nel momento peggiore. Sarò anche matta ma non al punto di andare in città il giorno prima di Pasqua).
4 ore dopo ho aggiunto 4 etti di farina di grano duro, 150 ml d'acqua e un cucchiaino abbondante di sale (per i gusti della maggioranza ne servono due) e ... mi sono scordata di aggiungere un altro pizzico di lievito. Ho fatto impastare a lungo quindi ho lasciato lievitare in una grande terrina coperta da un telo umido per... beh... direi almeno 4 ore, il lievito era poco ma dandogli il tempo ha fatto egregiamente il suo lavoro. Poi l'ogb ha rilavorato brevemente l'impasto, gli ha dato la forma e l'abbiamo lasciato a rigonfiare ancora un'oretta nel forno tiepido.
50 minuti di cottura e ... scrunch!
Kat

ps: nelle pause ho fatto qualche altro pasticcio e uno mi è venuto così...

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A volte viene bene




La terrina, volevo dire. Kat

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19 aprile 2006

L'ospite della borraggine - Aracnofobi astenersi


Eccomi qua, pelosetto e zampettante. Sono passato sotto la foglia e ora mi si vede meglio, no ?
Se abitassi in sud america, avrei anche un nome, Anansi, il furbo ed infido Anansi. Kat conosce parecchie delle mie storie. Provo a convincerla a raccontarvene qualcuna.

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Un saluto dalla famiglia












Giusto per farvi vedere che qui si cresce. Io sono Zampino. Poi c'e' Nerino che e' nero nero come me e poi c'e' Stellina che ha una macchia bianca in mezzo alla fronte. I nomi li ho scelti io, Irene. :-)
---
gen

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Tempo di erbe spontanee


In Valle d'Aosta, la borragine cresce spontanea negli orti e diventa facilmente infestante. Quando è ancora molto piccola e ha solo quattro o sei foglie, la si estirpa o la si raccoglie. Il procedimento è lo stesso, è l'uso che se ne fa ad introdurre una sfumatura. Noi, siccome la mangiamo, la raccogliamo, tenendo anche la parte bianca e carnosa della radice.
Le piantine della foto hanno un compagno segreto, aguzzate la vista (appartiene al regno animale).

Ingredienti per 2 porzioni:
160 g di riso arborio
una insalatiera di borraggine lavata
uno scalogno o una piccola cipolla
brodo vegetale granulare (ciao Graziella)
un'abbondante grattuggiata di asiago mezzano

Facciamo rosolare lo scalogno, il riso, aggiungiamo brodo e subito dopo la borraggine che, piccola com'è, a fine cottura del riso risulterà disfatta. Facciamo mantecare con l'Asiago (ci sta bene anche il Taleggio) (va bene Patt, anche il Piave) oppure, volendo salvaguardare l'aroma marino della borraggine, gustiamo senza aggiunta di formaggio.


Non potevamo certo lasciar sole le erbacce di Graziella e di DanielaD ;-)
Kat e Remy

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18 aprile 2006

Finalmente...

...sono fioriti i ciliegi anche da noi . Kat e Remy


Fiori
Sul campo è sparsa la fiorita del mandorlo,
s'attacca sotto i sandali,
in cucina la donna va dicendo: "Il solo sei
che porta in casa i fiori sotto i piedi".
"E tu la sola che li accoglie col manico di scopa
anziché con il vaso di cristallo."

Erri De Luca - Solo andata- Feltrinelli, 2005

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17 aprile 2006

E a Pasquetta...















... e' di rigore il casatiello. Magari a colazione, oppure nel cestino delle gite fuori porta.

E lassu', cosa si usa per colazione tra i monti e valli d'or? ;-)
--
gen

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W l'anarchia!

Che io sia imbranata già si sapeva, che io sia un'anarchica in cucina sarà pure noto, d'ora in poi. ;-)
Da tempo avevo nel cassetto una ricetta dell'amica Lorella e oggi ho deciso che è il momento giusto per realizzarla. Peccato che sia Pasqua, che i negozi siano chiusi e che mi manchino alcuni ingredienti. Problemi? Ma no, si inventa!
Così, invece dell'uvetta fatta rinvenire in acqua calda e rum ci sono le gocce di cioccolata, al posto della buccia di limone grattugiata c'è l'aroma di mandorla, al posto delle due mele a cubetti c'è una pera a fettine. La famiglia ha comunque gradito, tant'è che la crostata è stata "assaggiata" ancor prima che potessi scattare la foto di rito!

Ingredienti:

- per la pasta frolla
200 gr di farina
100 gr di burro
100 gr di zucchero
1 pizzico di sale
mezza fialetta di aroma mandorla
1 tuorlo e 1 uovo intero

- per la crema pasticcera
2 tuorli
3 cucchiai di zucchero
250 ml di latte
2 cucchiai di farina
mezzo cucchiaio di rum
1 pizzico di sale

- per il ripieno
1 pera william's
un cucchiaio di zucchero
poco succo di limone
un cucchiaio di gocce di cioccolato

Esecuzione:

Preparate la pasta frolla con gli ingredienti indicati e mettetela a riposare in frigo. Per la procedura corretta, io ho seguito le istruzioni di Gennarino (grazie Gen).
Sbucciate e affettate la pera, disponetela in un piatto, cospargetela con lo zucchero e spruzzatela con il limone.
Preparate la crema pasticcera battendo i tuorli con lo zucchero, aggiungendo la farina, il sale, il rum e infine il latte caldo. Cuocetela a fuoco molto dolce (non deve mai bollire) finché sarà densa.
Imburrate e infarinate la teglia, stendetevi la pasta frolla rialzando bene il bordo, disponete le fettine di pera a raggiera, versate e livellate la crema e aggiungete qua e là le gocce di cioccolato.
Infornate a calore moderato per circa 40 minuti: la frolla sarà color biscotto e la crema un po' bruna.

La prossima volta proverò con gli ingredienti originali, promesso Lorella! :-)))

Patt

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Pasquetta nell'orto


Per ora, da noi, l'unica cosa che cresce sono questi spinaci selvatici...
( ma questa sera potreste avere delle sorprese)
E allora mettiamo in padella una leggenda spagnola raccolta e trascritta da Henri Gougaud nel suo stupendo Contes et recettes du monde - Editions du Seuil - tradotta da quella miscredente di Kat.

Chi fu il primo ortolano? Il Buon Dio, è cosa risaputa. Capita però di dimenticare quanto spesso Satana lo imitò, mettendo in pasta le sue manacce sporche. Il Padre Nostro ci regalò l'insalata verde, la cipolla, aglio e peperoni dolci.
Il diavolo volle subito imitarlo. Ma la sua vera natura permeò ogni sua creatura. Riempì gli orti di un insalata rossa che, dicono, appanna la vista, rese indigesto l'aglio e, volendo superare il peperone, creò il temibile peperoncino capace di accendere in bocca un fuoco d'inferno.
Non poté però alterare la cipolla. Si narra che Maria, quando Gesù bambino soffriva di coliche, come spesso capita ai neonati, ne facesse per lui piatti di panada. Fu così conservata da Dio tra gli utili medicamenti.
L'ultima fra le sue creature vegetali fu l'oscura patata. I libri di storia affermano che i conquistadores la riportarono con sè dalle Americhe. I favolatori danno di questa faccenda una versione ben diversa.
Dicono che il satanasso, che detestava i castigliani, dichiarò loro guerra e avvelenò i loro orti provocando una tremenda carestia. Come vivere senza zuppa di cavoli, senza umido di ceci o fave? Piansero gli affamati, piansero e pregarono chiamando in aiuto il cielo.
Nella sua grande bontà, Nostro Signore creò la patata e nascose l'umile tubero sottoterra dove non tardò a moltiplicarsi.
Satana, sconfitto, se ne andò scalciando le zolle e, dicono, qualche sasso che lo azzoppò.
Molto prima della patata, per darci il pane, Dio ci diede il grano. Per crearlo scese apposta sulla terra, aprì la mano, la richiuse e tra le sue dita subito scese una pioggia di chicchi dorati.
Magia dei cieli: all'istante un campo di grano ondeggiò sotto la brezza.
Va da sè che il diavolo volle fare meglio ancora. Aprì la mano, la richiuse e tra le sue dita scese una pioggia di... semi di gramigna. Da allora la si trova abbarbicata ovunque, nel tentativo di soffocare lo slancio del grano verso la luce.

Si crede di narrare la Creazione, si parla solo di noi stessi. S'è mai visto un giorno in cui la speranza di un bel raccolto non sia frammista a paura, rosa dal dubbio, infestata da quella tenace gramigna che Satana coltiva nel campo di grano dei nostri cuori ?

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16 aprile 2006

Ecco, fate finta che lo abbia fatto per voi...



















... e rompetelo. Con l'augurio che dentro vi scopriate realizzato ALMENO UNO dei vostri desideri.
Irene, ne sono sicura, non si offenderà.
---
Gen

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La pace sia con TUTTI NOI

Kat e Remy e... una colombella di gel di yogurt su gel di clementilla

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15 aprile 2006

Caschi il mondo


Caschi il mondo ( e in questi giorni il mondo ci ha pure provato!) a Pasqua la Pastiera s'ha da fà !
Come spiega Letizia :
La Pastiera è un rito che si rinnova di anno in anno, una ricetta complessa, in cui gli ingredienti hanno una forte valenza simbolica...
L'origine della
Pastiera è antichissima e proviene da culti pagani per celebrare l'arrivo della primavera.
Buona Pasqua a tutti, Gen e gli Scribacchini

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14 aprile 2006

Muffin (o cake) per Pasquetta


Se piccolissimi sono adatti per un aperitivo/antipasto. Più grandi andranno benissimo per un pic nic.
Sono salati ( benché la ricetta non preveda sale, ci pensano già abbondantemente parmigiano, prosciutto e pistacchi) ma hanno come base l'impasto della torta allo yogurt. Anziché lo zucchero basterà dosare ... formaggio.
Ritroverete i miei ingredienti feticcio... vediamo se li individuate...

Ingredienti per 6 porzioni- per un cake o 10-12 muffin standard o 20-24 mini muffin
· 1 yogurt
· 1/2 vasetto di olio e.v.o
· 2 vasetti di farina (a piacere zero o doppio zero o integrale fine o kamut)
· 1 vasetto di farina di polenta (fine oppure precotta)
· 1 vasetto di parmigiano grattugiato
· 2 uova grandi o 3 piccole
· 1 bustina di lievito istantaneo per torte salate
oppure mezzo cucchiaio di bicarbonato e mezzo di cremor tartaro
· 1 vasetto di pistacchi sgusciati spezzettati
· 1 vasetto di micro dadini di prosciutto (60-80 gr.)
Più piccoli saranno i dadini di prosciutto, migliore sarà il risultato finale.

Sbatto le uova, aggiungo olio e yogurt quindi la farina setacciata con il lievito quindi il parmigiano e infine il prosciutto e i pistacchi. Quando uso farina integrale, è facile che sia necessario aggiungere un goccio di latte. Verso l’impasto nella forma da cake imburrata e infarinata o nelle scodelline di una teglia da muffin.
Inforno a 180 gradi
20 minuti se in formato muffin
40-45 per il cake intero.
Verifico la cottura con uno stecchino
Mi piacciono sia freddi che tiepidi.


E per il dolce... Muffin con le fragole:
- l'impasto della torta allo yogurt, profumato, se piace, con uno o due cucchiai di acqua di rose (Grazie Lupo)
- fragole a tocchetti, tagliate all'ultimo perché non facciano sugo, posate sopra l'impasto già versato nelle scodelline ( scenderanno pian piano rimanendo comunque sopra e non ammucchiate in fondo)
- una spolverata di zucchero a velo prima di servire.
Kat

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13 aprile 2006

Delizia al limone di Elvira

Trovato da Elvira in una rivista brasiliana di cucina. Preparazione ultra rapida, consistenza umida, morbida e fondente, vogliamo scommettere che di blog in blog, di lingua in lingua, farà il giro del mondo in pochi giorni?
Anziché in tazze, che mi mandano in confusione l'amica "farmacista", ho scelto di misurare le dosi (qui per 4 persone) nel vasetto dello yogurt (130 ml se bello pieno)

Dolce
- 1/3 di vasetto di farina con lievito incorporato
oppure di farina 00 con 1 cucchiaino di lievito
o mezzo cucchiaino di bicarbonato e mezzo di cremor tartaro.
- 1/2 cucchiaino da caffé di sale
- 1/3 di vasetto di fiocchi d’avena piccoli (Quaker o simili)
- ½ vasetto di burro morbido
- 2/3 di vasetto di zucchero
- 2 uova + 1 tuorlo
- 1 limone non trattato
- 1 yogurt sgocciolato

"Bagnaglassa" e decorazione
- 1 limone non trattato tagliato a fettine sottili
- succo di un altro limone (e siamo a quota 3)
- 3 cucchiai di miele

Faccio sgocciolare lo yogurt in un colino foderato di garza (farmacia) per almeno un'ora, meglio due.
Lavo il vasetto che userò come misurino.
Lavo con cura i limoni e li asciugo.
Accendo il forno su 180º.
Mescolo farina, lievito, fiocchi d’avena e sale in una ciotola.
In un’altra sbatto le uova intere e il tuorlo, il burro e lo zucchero finché quest’ultimo sia ben sciolto.
Grattugio la buccia di un limone quindi lo spremo e incorporo succo e buccia alla miscela precedente. Incorporo lo yogurt che sarà diventato una crema densa e infine il mix di fiocchi e farina finché non sia omogeneo.
Verso l’impasto in una forma tonda imburrata. Cuocio in forno per 25-30 minuti.
Quando uso stampi individuali, come in questo caso, bastano 15-20 minuti.
Questo dolce va lasciato intiepidire prima di sformarlo.
La bagnaglassa si ottiene mettendo sul fuoco il succo del secondo limone con il miele e facendo bollire per 2 minuti mescolando. La verso sulla torta spalmandola con una spatola. Decoro con fettine di limone e, seguendo il consiglio di Elvira, servo tiepido o freddo. E la benedico. Elvira, non la torta. O forse entrambe... Kat

ps: c'è per caso qualcuno che non ama i fiocchi d'avena e ha voglia di provare con sola farina? Andranno bene 2/3 di vasetto?

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12 aprile 2006

Pane



Sabato scorso, gironzolando in Campedèl a Belluno, dopo aver comperato le uova di Pasqua al banchetto della Lav, ci siamo imbattuti in queste pagnottine siciliane di grano duro (su pasta madre) di 20 chili l'una, cotte nel forno a legna. Farsi una tartina è stata un gran soddisfazione...


Kat, Patt e Remy

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...e pesci

Come sempre, quando le mogli o compagne non ci sono, noi maschietti, soli a casa, ne approfittiamo per... lasciamo perdere.
La mia trasgressione è il pomodoro. Kat non può mangiarlo e allora ecco che questa ricettina diventa decisamente meno banale, almeno per me.
Banale poi... semplice forse... semplicemente una cosuccia trasgressiva che mi è piaciuta.
Ingredienti:
200 g filetto di persico
150 g pomodori pelati (io ho usato quelli dell'orto surgelati)
sei o sette capperi
un cucchiaio di farina (volendo di riso, ciao Gaietta)
olio evo
sale e peperoncino facoltativi

Ho tagliato il filetto a pezzi di circa due centimetri di lunghezza e li ho infarinati. Ho fatto scaldare l'olio e ho fatto rosolare il pesce che ho tolto dalla padella e messo in un piatto. Ho versato il pomodoro e i capperi nella padella e li ho fatti cuocere una mezz'oretta. Ho aggiunto il pesce e ho salato, lasciando cuocere per alcuni minuti. Ho spolverato il tutto di peperoncino, nel piatto.
Remy

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11 aprile 2006

Skatlogni della Fata Madrina

Mi piacerebbe molto darvi la ricetta di questi skatlogni caremyllati, che accompagnano in maniera sublime (e purtroppo molto trendy) i formaggi dal sapore deciso.
Ma non posso.
E' una ricetta magica e segreta...
A me è stata data in sogno dalla mia Fata Madrina, donna straordinaria ma dal caratterino deciso e pungente, seppur con note decisamente dolci (già, proprio come gli skatlogni).


Ella è stata chiara in proposito.
Con la sua voce flautata e ben modulata, priva di accento alcuno, così si è espressa:
Questo è un mio dono per te, vai e produci periodicamente questa leccornia ogni volta che vuoi. Ma ricorda: chi volesse la ricetta dovrà prima individuare la mia identità, che a te non è concesso svelare.
Se mi tradirai, le tue fotografie vegetali resteranno per sempre quelle che sono, a eterno disdoro del Blog in cui le pubblichi.

Come ben capite ho le mani legate, amici miei. Vorrei aiutarvi, ma come, come, come posso farvi intuire il suo nome senza che il sortilegio ricada su di me?!?

Sappiate che nonappena indovinerete il nome della Fata degli Skatlogni Karemyllati, ella... puf! farà comparire la ricetta come per magia.

Marì

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Scalogni caramellati

Puf!!!
Secondo tradizione accompagnavano arrosti e selvaggina. L'abbinamento coi formaggi sta ora avendo la meglio. Sono stati scovati da Kat tra Les bonnes recettes de nos Grands-Mères edito dal ramo francofono di Selezione del Reader's Digest.
La ricetta dice che si conservano in frigo, per circa 2 mesi. È un aspetto da verificare perché, per una strana magia, tendono a sparire molto prima.

. un chilo di scalogni piccoli
· 2 cucchiai di olio d'oliva
· 150 grammi di zucchero
· 20 cl di aceto di vino bianco o aceto di mele
· 10 cl di vino bianco
· un limone non trattato
· un cucchiaino di zenzero fresco grattugiato (oppure un bastoncino di cannella)
· 2 cucchiai di miele
· un rametto di timo
· una foglia di alloro
· sale e pepe

Gli scalogni vanno lasciati interi, solo pelati, eventualmente sotto un filo d'acqua corrente per non versare calde lacrime. In una pentola a fondo spesso, fateli saltare nell'olio a fuoco dolce per 10 minuti. Intanto versate lo zucchero e 2 cucchiai d'acqua in un altro tegame. Cuocete fino ad ottenere un caramello biondo. Togliete dal fuoco e diluite, con estrema prudenza (gli schizzi di caramello sono tremendamente dolorosi) con l'aceto e il vino bianco. Ponete nuovamente sul fuoco, a fremere, per una decina di minuti.
Lavate e asciugate il limone. Prelevate la parte gialla della scorza e tagliatela a filetti sottili (con il mitico rigalimoni si fa in un attimo).
Grattugiate lo zenzero.
Quando gli scalogni sono biondi, aggiungete, nella pentola dove hanno rosolato, il caramello all'aceto e vino, il miele, la buccia di limone, le erbe aromatiche e, volendo, lo zenzero oppure la cannella. Quando uso la cannella elimino il timo ma lascio l'alloro. Salate, pepate e portate a bollore. Quindi abbassate la fiamma e lasciate fremere per 1 ora e mezza, due ore, rimestando piano ogni tanto. Gli scalogni, non disfatti ma fondenti, devono sguazzare in uno sciroppo ambrato.
Nel frattempo avrete sbollentato e rovesciato (su un telo ad asciugare) qualche barattolo.
Togliete le erbe aromatiche dalla pentola. Versate gli scalogni canditi nei barattoli asciutti. Pulite accuratamente eventuali colate di sciroppo, chiudete, rivoltate a testa in giù e lasciate raffreddare completamente, quindi riponete in frigo. Prima di gustare aspettate almeno 12 ore.

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10 aprile 2006

Promesse da mantenere - n. 1 - La terrina

È risaputo, la volta che ci tieni davvero tanto, le cose non vengono come al solito, vedi la terrina in oggetto. Però Patt e famiglia non l'hanno disdegnata quindi vi tocca.
Mi rimane il dubbio che la sua vera natura sia quella di un polpettone che fa il fighetto. Un'autentica terrina (di carne, perché se parliamo di pesce o di verdure la faccenda è assai diversa) prevede carni crude, in parte in filetti in parte tritate, spesso precedentemente marinate nell'alcool, una cottura di almeno 3 ore e, come legante, la stessa (abbondante) parte grassa delle carni tritate, quindi niente uovo.
Rispetto alle classiche terrine, questa è davvero magra. Eppure non risulta asciutta.
Non disponendo di una terrina abbastanza grande, uso una forma rettangolare da pane, un po' più larga di quelle consuete da plum cake. In alternativa, per queste dosi, andranno bene anche 2 forme da plum cake.
È decisamente migliore se preparata con uno o due giorni di anticipo. Va però tenuta rigorosamente in frigo.
Si presta a fare da corposo (e assai proteico) antipasto, da piatto forte in un pic nic o da piatto freddo, con o senza accompagnamento di insalata, sottaceti o salsine varie.

Ingredienti per 8 porzioni
· 600 grammi di fesa di tacchino in un pezzo solo
· 400 gr di salsiccia
· una fetta spessa di prosciutto cotto
· un piccolo panino
· una cipolla bianca media
· sale e pepe
· abbondante noce moscata (o un cucchiaino raso di miscela Saporita Bertolini)
· 3 uova
· 50 grammi di pistacchi sgusciati
· 2 cucchiai di cognac o brandy
· un mixerone

Cuocete le carni nella medesima pentola. Prima la fesa di tacchino quindi, brevemente, la salsiccia spellata e spezzata. Dopo la rosolatura, bagnate con un bicchiere d'acqua. In pentola a pressione, indicativamente, ci vanno 15 minuti per il tacchino da solo, più altri 5-10 con la salsiccia. Quindi lasciate intiepidire. Prima di salare il tacchino, tenete presente che la salsiccia è già piuttosto salata e così pure il prosciutto.
Imbevete il pane nel sughetto di cottura. Non dovrebbe essere necessario strizzarlo.
Tagliate il prosciutto a dadini.
Sgusciate i pistacchi.
Tritate finemente la cipolla.
Quando la carne si è raffreddata, mettetela a tocchi nel mixer e tritate un po', quindi aggiungete il pane ammollato, il cognac, le spezie, la cipolla e le uova intere. Mixate bene, quindi versate nello stampo. Uno strato di impasto, uno di dadini di prosciutto, un altro di impasto e, infine, i pistacchi.
Conviene mettere i pistacchi sopra sennò, com'è capitato a me questa volta, l'umidità della cottura li dissocia dalla carne e il risultato finale è bruttino. Inoltre, tostandosi, acquistano sapore.
Forno a 200 gradi per un'ora abbondante, tenendo a portata di mano un foglio di alluminio per coprire se dovesse colorarsi troppo.
Quando una lama di coltello esce asciutta, togliete dal forno e lasciate raffreddare un momento. Se non disponete di una terrina che possa andare in frigo quindi in tavola, passate un coltello lungo le pareti della forma e capovolgete. Riponete in frigo in un contenitore o avvolta con pellicola. Si serve, non troppo fredda, a fette spesse.
Kat

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Conferme e scoperte


Durante questo weekend ho fatto alcune scoperte e ricevuto diverse conferme.
Tra le conferme ( in ordine decisamente sparso) :
- basta smettere di dire (e soprattutto di pensare) che si è sfigati per addomesticare il fato. Non ci credete ? Abbiamo superato la tangenziale di Venezia venerdì di primo pomeriggio facendo solo 7 minuti di coda e abbiamo trovato bel tempo esattamente quando serviva per poter gironzolare o stare seduti al parco mentre un pazientissimo bimbo giocava da solo lasciandoci alle nostre conversazioni.
- non è affatto vero che Patt non sa cucinare.
- la polenta della sua mamma è buona buona buona buona anzi di più
- la sopressa col filetto è un portento
- il web sarà anche una giungla ma consente di fare incontri speciali tutti da coltivare
- ho ancora molto da imparare in fatto di orticoltura
- Jan Garbarek è un grande


Sul fronte delle scoperte
Thelonious Monk mi piace un sacco
Le verze non sono sempre verdi. Basta passare il Piave per incontarne anche di viola
Il Piave mi fa sentire a casa (sia quello che mormora che quello stagionato)
Le Dolomiti sono un incanto
Belluno si nasconde un po' ma è una città davvero affascinante
Sono diventata pudica riguardo ai miei affetti, quindi non dirò altro
Kat

Sottoscrivo tutto quanto e aggiungo...
Tra le conferme ... il Prosecco
Tra le scoperte ... il Verduzzo
In sintesi... ;-)))
Remy

La prossima volta voglio venire anch'io!!!
Nioula


Non fatemi scrivere di sentimenti, che non sono capace!
Però posso dire che questo we è stato magico, ricco, un sogno realizzato.
Parlando di conferme: i vecchi amici sono sempre speciali, da lontano e da vicino (ma se sono vicini è più bello) e cucinano da dio! :-)))
Le scoperte (beh, in realtà conferme anche queste): tre bloggers la cui compagnia -reale e virtuale- è un vero piacere! Grazie Francesco, grazie Graziella, grazie Lorenzo! (E non solo per i bigòi! ;-) )
Unico difetto di questo week end? È già finito! Ma si replica, vero che si replica? Anche con Nioula!
Patt


In2, in3, in4,... le verze viola si in..contano e poi si cuociono, e, forse..!!, la Beppina, fra un due tre settimane, farà il caffé (anche, e magari, pure corretto). Alberto

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09 aprile 2006

Incontro tra Scribacchini

col cavolo che ve lo raccontiamo oggi...
Kat, Patt e Remy

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08 aprile 2006

Madernassa!


Una bestemmia ? Un insulto? Ma quando mai?! Non è nepppure un appellativo ironico, bensì il nome di certe pere dure ma succose, dolci il giusto per abbinamenti salati sia da crude che da cotte, originarie, mi dicono, del Piemonte. Se qualcuno ne sa di più si faccia avanti o taccia per sempre, tanto ormai il matrimonio con un bel rusticone nato a Pienza è già stato consumato su un letto di lattuga romana.
Kat

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07 aprile 2006

Lavori in corso

Stasera siamo impegnati ...

La ricetta di quel che sta sopra la trovate qua. Per quanto sta sotto passate nell'orto! ;-)))
Kat, Patt e Remy

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