28 agosto 2008

Appunti di viaggio n° 5 - Circolo Polare Artico

66° 33' Nord (66 gradi 33 primi) direbbero i geografi. Da quella latitudine inizia la zona dove si verifica il cosidetto fenomeno del sole di mezzanotte e che è nota con il nome di Circolo Polare Artico.
Noi (con tutta la nave) dovremmo attraversare quella linea fatidica questa mattina (8 luglio) tra le 6 e le 8 e 30. Dipende dal mare e poi è tutto molto misterioso (a bordo è in atto anche un gioco a premi, di quelli dei quali a noi non potrebbe fregarcene de meno :-)
In ogni caso, ieri sera abbiamo visto il sole sparire nel mare a mezzanotte in punto. E' stato emozionante. Anche se tutti fanno finta di essere vissuti e non lasciarsi toccare eravamo tutti li a guardare l'orologio anche se qualcuno (noi) ha dimenticato la macchina fotografica in cabina e poi è solo un tramonto come tanti :-(

Da questa sera non dovremmo più vedere il tramonto. "Salvo che a nasconderci il sole ci siano nuvole o montagne", mette le mani avanti la guida.
Come se non bastasse, oggi abbiamo la nostra prima escursione importante e, sempre oggi, le escursioni in contemporanea sono numerose e... per fortuna l'avevamo già prenotata da casa perché sono numerose anche le richieste.
L'abbiamo già detto, vero, che tutte le sere troviamo il programma del giorno dopo al desk della guida? E, sul programma, partenza dell'escursione al ghiacciaio Svaartisen alle ore 8 e 20, POI scalo a Ørnes ore 9 ... Ci sarà sfuggito qualcosa ?...

Alle 8 in punto ci troviamo alla reception e da lì l'ascensore ci porta nei garage al Ponte 2 .
Si apre un portello e scopriamo un catamarano veloce che si è affiancato alla Kong Harald in mezzo al mare.
Prendiamo posto su questo autobus marino (in realtà la disposizione delle poltrone lo fa sembrare più un aereo) e partiamo. 40 nodi ci dice la guida (circa 80 km/h).
Nonostante la velocità e i vetri, la vista dello stretto fjord nel quale siamo entrati rimane spettacolare e sempre emozionante (anche per dei veterani come noi :-)
Dopo una quarantina di minuti, comiciano a sentirsi i primi oooooh! mentre il nostro tappeto volante attracca.

Vi direte: ma con tutte le cose da vedere, proprio un ghiacciaio? Voi? che ne avete a iosa in giardino? Vero, però proprio per questo abbiamo avuto voglia di vederne uno che ha i piedi a mollo nel mare

Ora che si stanno ritirando in modo vistoso amiamo ancor più di prima i ghiacciai e non perdiamo un occasione di vederli da vicino. In questo caso con il loro bucolico contorno ... Le pecore al mare le avevamo già viste in Bretagna ma mai con un ghiacciaio dietro l'ovile!

D'accordo, chi ha scelto l'altra gita, quella in gommone al gorgo di Saltstraumen, una volta tornato a bordo potrà vantarsi di aver visto aquile di mare e frotte di pulcinelle di mare ma noi, sia chiaro, la crociera dei fjordi già sappiamo che non ci accontenteremo di farla una volta sola e già sappiamo che non ha senso vedere il ghiacciaio dopo il gorgo, così come non ha molto senso andare prima in Islanda o Groenlandia poi in Norvegia. (Non saremo troppo saggi ? ;-)
Tornando alle piccole cose, forse il momento più emozionante della gita al ghiacciaio Svaartisen è la sosta, al ritorno, in un villaggio di pescatori situato (dice la guida) sull'Isola di Stott.

Fino agli anni 40 del secolo scorso questa comunità era in continua espansione e faticava a reperire acqua dolce per tutti, ora i residenti sono 43.


Oltre a loro e ai pesci del mare, sono rimasti gli impianti di congelamento, un emporio e un gran vento.


A Bodo risaliamo a bordo. Ad attenderci davanti alla porta della cabina, il certificato, con tanto di firma del capitano della Kong Harald, che abbiamo varcato il Circolo Polare Artico. Sorridiamo e riponiamo con cura, nella vana speranza di stupire le nostre nipotine...
Nel profondo, ormai sentiamo che - smaltiti in pochi giorni gli effetti perversi di mesi e mesi di stress e di rogne assortite - abbiamo varcato le soglie di un mondo di cui ci affascina ogni più infimo dettaglio. Fin'ora nessun viaggio ci aveva toccato tanto.

Kat e Remy

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26 agosto 2008

Abbiamo recuperato...

...due motociclisti abbandonati sulla strada dai loro gatti.
Dai vediamo di trovargli una famiglia felina di adozione.

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Muffins di Ferragosto

L'orto aveva offerto l'insalata, io per accompagnarla degnamente ho finalmente trovato il tempo di provare l'impasto dei muffin di Lilizen in versione salata.

Per questi Muffins "aux fines herbes", ho aggiunto un pizzicone di sale alle erbe (Herbamare in questo caso) e 3 cucchiai di erbe fresche dell'orto tritate a coltello (prezzemolo, basilico, erba cipollina, santoreggia, mentuccia, ecc...) a
- 120 ml di latte
- 100 ml d'olio evo
- 2 cucchiai di formaggio cremoso tipo Philadelphia
- 200 g di farina
- 2 uova sbattute
- 2 terzi di bustina di lievito istantaneo per torte salate
- (due o tre cucchiai di pinoli leggermente tostati in padella asciutta)
mescolato poco, come recitano tutte le ricette di muffin, e versato nelle coppette.
20/25 minuti di cottura nel forno a 180°.
Semplicissimi e davvero buoni sia per un pic nic, una cenetta vegetariana o, in versione mini, per accompagnare un aperitivo!

Kat

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25 agosto 2008

Il Pesto di Ferragosto

Si trattava di festeggiare, seppur con un briciolo di ritardo, il compleanno di Remy quindi di mettere in tavola una qualche pasta ripiena, magari inventando qualcosa di nuovo almeno sul fronte del condimento. E' venuto fuori un pesto di nocciole fresche, erba cipollina e cacioricotta che (gaudio e sollievo!) è piaciuto a tutti.
Sarei pronta a scommettere che, se questo abbinamento vi ispira, faticherete meno a trovare l'erba cipollina che le nocciole fresche.

Sicuramente viene bene anche con nocciole "stagionate" ma a mio avviso il sapore rischia di essere fin troppo presente. Con le nocciole fresche viene una cosa davvero speciale. In alternativa ricorrerei ai più consueti e discreti pinoli.
Vabbè, iniziamo dal sodo, i ravioli.
Poi confessiamo l'indebita appropriazione di un abbondante manciata di nocciole appena cadute dall'albero. Che ha dovuto sgusciare il pooooooovero Remy.
L'erba cipollina viene dai banchi dei contadini del mercato di Viale della Pace, Aosta (giovedì mattina). Nella nostra aiuola non è spuntata :-(
Per procurarci il cacioricotta facciamo regolari capatine, sempre qui ad Aosta, in una "Vinicola pugliese" decisamente ben fornita.
Per preparare il pesto abbiamo semplicemente polverizzato le nocciole, aggiunto un terzo del loro volume di cacioricotta grattugiato, erba cipollina tritata fine a piacere - senza esagerare sennò rischia di dominare - abbondante olio evo e acqua di cottura della pasta quanto basta per ottenere una salsa cremosa.
Tutto qui. Spesso non occorre neppure salare il pesto, ci pensa già abbondantemente il formaggio.

Kat

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23 agosto 2008

L'ospite del melo



E' talmente grande che si vede dal balcone e... mi sa che stiamo proprio imparando a guardarci attorno :-)

Kat e Remy

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21 agosto 2008

Calo di energia

clicca sulla foto per ingrandire

Ma basta un alito di vento e magari torneremo a racontare. E persino a cucinare...

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19 agosto 2008

Era davvero speciale.


Il 19 agosto (si, come oggi) di 10 anni fa, la Pargola fece un incontro. Un incontro fortunato!
Ancora non sapevamo che quel cosino spelacchiato e malconcio si sarebbe rivelato una splendida, serica Gatta, dotata di carattere indomabile, intelligenza superiore, affetto smisurato, dolcezza infinita.


Poi Chiarafalce l'ha chiamata, e Tessi è andata a correre sull'arcobaleno.

Ciao, piccola, ci manchi tanto. :'

Patt



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17 agosto 2008

C'era una volta una gatta speciale


e come tutte le gatte speciali aveva una padrona speciale.
La gatta si chiamava Tessi.
La sua padrona si chiama Patt e siccome non ci sono parole per consolarci quando i nostri amici di zampa raggiungono l'arcobaleno non ne diremo.
Mhrr

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16 agosto 2008

A Ferragosto, l'Emilius...



...ha trovato divertente provarsi il guardaroba invernale.

Kat e Remy

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13 agosto 2008

Buon compleanno AmoRemyo

La torta "della festa" l'abbiamo sgranocchiata in anticipo con gli ospiti di una bella tavolata, i panzerotti (ormai tradizionali) saranno in tavola con un paio di giorni di ritardo...
Gli auguri però sono arrivati puntuali ;-)
Tanto
Kat

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11 agosto 2008

Dolce di recupero

Per accompagnare la caponatina di Gic - servita come antipasto di una cenetta estiva - avevo proposto palline di Labne ovvero yogurt (greco, mi raccomando) sgocciolato due -tre giorni in frigo in uno scolapasta non metallico, foderato con una doppia garza e appoggiato su un insalatiera.
Il volume diminuisce di un terzo, diventa meno acido e soprattutto abbastanza sodo da poterne fare palline ungendosi le mani con olio evo. Qualcuno prepara già fagottini individuali, qualcuno aggiunge erbe aromatiche e sale prima di far sgocciolare, io ho lasciato lo yogurt nature.
Condite con olio evo, sale e peperoncino, le mie "palline di yogurt"sono piaciute, però avevo abbondato e me ne sono rimaste parecchie in frigo. Per fortuna non avevo salato lo yogurt in partenza e ho potuto improvvisare queste Creme di mandorla e lamponi.
Ho mescolato bene :
- 300 grammi di yogurt sgocciolato
- un uovo grande (meglio due piccoli a mio parere)
- 40 grammi di farina di mandorle
- 60 di zucchero
e aggiunto, più delicatamente, una ciotolina di lamponi (surgelati, lasciati sgelare una decina di minuti). Ho distribuito in 4 ramequin imburrati e infornato a 150° per 25-30 minuti.
Con ramequin di pyrex o più sottili che scaldano più in fretta, probabilmente bastano 20 minuti. Si lascia raffreddare del tutto prima di gustare. E direi che si lascia gustare!
La ricetta originale (trovata su Elle à table del giugno 2007) prevedeva metà Petit Suisse metà Fromage Blanc. Qui, sempre che si trovino, mi sembra che costi decisamente meno farlo con yogurt sgocciolato. Vero è che ad Aosta trovo facilmente le confezioni di yogurt greco da chilo !
Kat

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09 agosto 2008

I cieli d'Irlanda Aosta


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07 agosto 2008

Biscotti croccanti parmigiano e semi di zucca

Unica ricetta ancora non confidata del pic-nic di Matrimonio e non è giusto perché quei "crostini" sono piaciuti parecchio. Li ho trovati nel libretto dedicato alle Cucurbitacee da Esterelle Payani.
Fanno parte delle magiche preparazioni anticipate che possono aspettare in frigo sotto forma di salamotto il momento di essere affettate e infornate. Anzi, questo tipo d'impasto ha solo questo difetto, DEVE tassativamente riposare almeno un ora al fresco.


per una trentina di "biscotti" (o 40 salatini se li fate piccini picciò) :
- 175 g di farina
- 100 g di parmigiano grattugiato
- 4 cucchiai di semi di zucca (facciamo provviste qui quando compriamo la farina)
- un uovo
- 90 g di burro morbido
- un cucchiaio di olio evo
- 2 pizzichi di pepe o, se preferite, peperoncino
- 2 pizzichi di noce moscata
NO, niente sale, basta e avanza il formaggio!

Ho mescolato tutti gli ingredienti secchi, semi di succa e spezie compresi quindi aggiunto il burro a pezzetti e mescolato con la punta delle dita fino ad ottenere una consistenza sabbiosa. A quel punto, unendo l'uovo sbattuto e l'olio, ho potuto impastare.
Con l'aiuto di un foglio di carta cucina ho dato all'impasto la forma di un salamotto di 3 cm di diametro che ho riposto in frigo.
L'indomani ho acceso il forno e quando ha raggiunto i 180° ho tagliato il salamotto in tranci di un cm di spessore che ho adagiato belli distanti su una placca da forno.
Da 10 a 15 minuti di cottura, secondo l'indole del forno.
Li ho fatti raffreddare sulla solita griglia soffrendo intensamente per la frustrazione di non poterli sgranocchiare tutti.
Kat

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06 agosto 2008

Carasau norvegese




Chissà se l'amica norvegese di Cat e Mrs Bee ci aiuta (con tutta calma) a capire gli ingredienti?
Rugmjøl - Sammalt hvete - Fin hvete - Vann -Salt
Vann acqua, salt sale, e lì ci areniamo. Ovviamente, quando ben anche avessimo la ricetta, a casa non sarebbe fattibile. Ed è un peccato perché è davvero buonissimo. L'abbiamo scovato all'aeroporto ripartendo ed è un bene perché ne avremmo mangiato un quintale.
Grazie per l'aiuto.
Kat e Remy

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04 agosto 2008

Appunti di viaggio n° 4 - Trondheim

Ecco, iniziano i guai. I ricordi si stanno impastando. Quello scalo era di mattina? Dove abbiamo visto quel ponte, quel faro, quel promontorio?
Ritroviamo però presto il filo della memoria confrontando le date sulle foto. Che bello rivivere i nostri passi mentre cerchiamo di raccontarli!
Questa volta , ad attenderci, c'è Trondheim.

In realtà, per quanto ci sentiamo ormai decisamente a nostro agio, siamo solo al secondo giorno di navigazione sul Postale dei Fjordi e lo scalo alle 8 e 15 crea ancora un po'di fermento. Ci sarà coda al buffet della colazione?
Ma quando ci svegliamo e sintonizziamo il telefono/radio in modo da sentire gli annunci della guida anche in cabina, scopriamo che attraccheremo in ritardo di una ventina di minuti. Il forte vento della notte non ci ha solo fatti dondolare parecchio, ha proprio rallentato la velocità della motonave.
Bene allora, colazione nordica, in altri termini salata e abbondantissima :-)
Anche perché la cena, la sera prima...
Ancora ci chiediamo il senso dell'ottima ma, diciamolo francamente, frugale cena impiattata e servita al tavolo che aspetta i crocieristi. Antipasto "minimalista", quindi un ottimo secondo (ma porzione "elegante"), un mini dessert e una bellissima micro-pagnotta a testa. Per lo staff di sala e per lo chef è uno sforzo non indifferente (due turni quando la nave è, come in questa stagione, al completo), menù e presentazione stonano parecchio con l'atmosfera - e l'abbigliamento - informale che si incontrano a bordo e soddisfano senz'altro meno l'appetito degli ottimi buffet proposti a pranzo. Qualcuno suggerisce che sia una tradizione. Non trovando altre spiegazioni logiche questa potrebbe reggere. Ma, per un appetito italiano medio, la prima cena lascia davvero perplessi. Con i nostri compagni di tavolo, altre due copie italiane di età e provenienze diverse, ci abbiamo riso parecchio. Le sere successive, ormai preparati (e quasi abituati ;-), abbiamo riso del nostro iniziale sgomento.

Colazione abbondante, dicevamo. Epperò, attraccando in ritardo scendiamo a terra in ritardo.
Di rientrare a bordo più tardi non se ne parla quindi ci rimangono appena 3 ore per visitare Trondheim. Inoltre la guida ci spiega che il molo dell' Hurtigruten è un po' fuori città. Ammettiamo che quando sbarchiamo, cartina messa a disposizione dall'efficentissima organizzazione del Postale dei fjordi, siamo ancora in apprensione. Quello che per noi è il terzo scalo è anche uno dei più importanti dell'intero percorso.

Una parola sull'organizzazione. I norvegesi non si sprecano in salamalecchi e coccole -là, chiedere "per favore" è considerato un inutile vezzo - ma c'è sempre tutto quello che serve dove serve.
Al nostro arrivo in cabina abbiamo trovato, oltre all'immancabile copia bilingue (norvegese/ inglese) del Nuovo Testamento, una rivista con tutte le piantine delle località di attracco, una rivista turistica sulla Norvegia e la guida dettagliata della crociera con tanto di carta nautica. Il tutto in lingua italiana. Abbiamo scoperto che al desk della guida c'era ogni sera il programma del giorno sucessivo, escursioni comprese, e l'orario degli scali. In una decina di lingue.

Scendiamo al porto commerciale di Trondheim e scopriamo la zona periferico-industriale di una cittadina norvegese (160 mila abitanti, la terza del paese in ordine di grandezza) e la conferma che, quando la stagione lo consente, i norvegesi usano volentieri la bicicletta.


Seguendo le istruzioni della guida (Karin-Lovise, non il libretto) arriviamo sul lungofiume in un quarto d'ora. Il centro e la cattedrale che vorremmo visitare sembrano ancora lontani ma, una della cose più belle che vedremo a Trondheim la troviamo già qui.

Anticamente Trondheim si chiamava Nidaros. A quei tempi i re venivano eletti e Nidaros, già importante porto d'attracco dei Vichinghi, divenne la prima capitale del regno di Norvegia.
Oggi qualcuno la chiama la città di legno e, guardando queste case su palafitte che costeggiano il fiume Nidelv capiamo perchè. A modo suo, buona parte di Trondheim ha un fascino "lagunare", sempre che il Signor Fjord che la accoglie e protegge accetti il paragone.

Sempre costeggiando il Nidelv arriviamo al duomo di Nidaros quasi senza accorgercene.
Lo intravvediamo tra le immancabili betulle e i loro immancabili compagni faggi. La vegetazione sta però per iniziare di diradarsi. Trondheim , e qui rubiamo una felice espressione alla Guida del Routard, è già l'anticameera del Grande Nord.

Sul momento rimaniamo quasi indifferenti. Si va bene, è uno dei più grandi monumenti gotici del Nord Europa ma costruzioni così maestose in pietra "fanno poco Norvegia" (e noi cominciamo ad abituarci alle casette in legno verniciate di rosso) .
Sarà che abbiamo lasciato, vent'anni or sono, anima e cuore in un altra chiesa "scura", Saint Julien di Brioude (bruttissima cittadina dell'Alvernia frequentata da molti rappresentanti di macchine agricole e pochissimi turisti ) ma da allora pochi edifici religiosi, per quanto imponenti e carichi di storia, riescono ad emozionarci.
L'ingresso alla cattedrale, cimelio nazionale, è a pagamento e questo per noi è già parecchio esotico.
L'interno è piacevolmente spoglio e totalmente fedele all'esterno. Per noi è sempre una sofferenza scoprire quanto "gli abbellimenti" apportati in secoli successivi hanno snaturato una chiesa.
Molto bello il museo lapidario nella cripta. Chi se ne intende di storia dell'arte troverà pane per i suoi denti. Chi, come noi, se ne intende poco, noterà comunque quanto i reperti esposti siano affascinanti nella loro assoluta diversità da tutto quanto visto "a Sud".
All'uscita ci sediamo su una panchina ad ammirare il portale e l'emozione si fa strada.

Bene, abbiamo ancora parecchio tempo da trascorrere a terra, un'ora o giù di li, andiamo a perderci per le vie del centro? Usciamo dal flusso dei turisti e ridiventiamo esploratori indipendenti e, come tradizione vuole, finiamo dritti in un mercato dove vendono... ma è ovvio, fragole!


Il centro città (sarà il centro per davvero?) è caratterizzato da case in legno e ampi viali pedonali o semipedonali. Come le altre città che abbiamo visitato, d'altronde.
Trondheim più che bella è ... gradevole, un posto dove si abiterebbe volentieri o meglio, dove ci si lascerebbe vivere volentieri rilassandosi e mangiando... fragole :-)
Tralasciando un ... dettaglio. Ore di sole dichiarate : 34%. Nei periodi di luce, ovviamente ;-)
Ripensandoci, pur ammirando le vetrine di molti bei negozi (cartolerie e articoli per la casa da perderci la testa !!!) non abbiamo notato articoli di lusso. Anzi, sembra che i Norvegesi siano pressoché immuni dalla sindrome delle Grandi Firme.
Più di tutto ci stupisce la larghezza delle strade. A proposito, Via si dice Gata. E noi che di gatti non ne abbiamo ancora visto l'ombra!
Naturalmente ci perdiamo per davvero, Remy prende in mano cartina e situazione e ritrova la nave passando inavertitamente per un simpatico quartiere (sarà perchè era senza occhiali?)
Saliamo a bordo e si riparte e sono solo le 12. E gli occhi sono già sazi.
Sia mai! Via di corsa sul ponte a vedere la partenza per scoprire che...

...ci aspetta uno dei tratti di navigazione più spettacolari dell'intera crociera!

Casette di pescatori a centinaia...

e qualcuno dei milioni di scogli che punteggiano il Mar di Norvegia...

...corredati dall'immancabile anedotto dell'Imperatore e del Pilota. Che tocca anche a voi ;-)
Attraversare lo stretto di Stokksund richiede qualcosa di più delle comuni doti marinare e molta pazienza. Pazienza che all'imperatore tedesco Gugliemo II, che frequentava molto la Norvegia con la sua nave, un giorno scappò. Volle afferrare il timone ma il pilota norvegese lo allontanò con l'ordine "Qui comando io". Si narrà che l'imperatore pentito gli abbia regalato un orologio d'oro.
A noi questo incredibile luglio norvegese ha regalato il quarto giorno consecutivo di bel tempo!

Kat e Remy

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02 agosto 2008

Pioggia e fichi



Quest'anno, il fico sotto casa, è maestoso, anche sotto un feroce temporale.
Kat e Remy

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