30 dicembre 2008

Ancora indecisi?

COMMENTI (9)

invia a un amico

28 dicembre 2008

Ci stiamo riprendendo...


...da un Natale con nipoti :-)

Kat e Remy

Etichette:

COMMENTI (4)

invia a un amico

26 dicembre 2008

Chanel

Vi avevo detto che c'era una sorpresa! :-)





Patt

Etichette: ,

COMMENTI (15)

invia a un amico

E a voi come è andata? :-)

A noi, benissimo!
Finalmente un Natale senza ansie da prestazione, senza orari da rispettare, senza regole di alcun genere!
Non abbiamo passato giorni a costruire il menù e a realizzarlo, abbiamo invece preparato quel che ci piaceva, anche se il primo non andava d'accordo col secondo, e l'assenza dell'antipasto non è stata notata da nessuno.
Io, l'ortoNando, il Silenzioso e mamma siamo stati invitati dalla Pargola (con servizio catering, beninteso! ;-) e, con l'assidua assistenza dei felini di casa, ci siamo pappati:

- Pasta al Whisky, invenzione e cavallo di battaglia di papà, preparata con la solita maestria da mamma (se volete, la ricetta prossimamente).


- Secondo piatto: Cevapcici con salsa Ajvar (opera del Silenzioso) che, essendo piccantina assai, fa a pugni con la delicata pasta di cui sopra. Ma tant'è: s'era detto senza regole e così è stato!
La foto ho scordato di farla, la ricetta della salsa è una delle millemila presenti in rete e, siccome non ero presente alla preparazione e il cuoco ha la memoria corta, non posso dirvi quale sia. Bòna, però! Il tutto accompagnato da patate al forno, pregevole creazione della Pargola (si, qualcosa ha cucinato anche lei ;-)

Il mio contributo arriva ora: quattro-dico-quattro litri di macedonia di frutta fresca tagliata a pezzettini piccoli piccoli con certosina pazienza e l'immancabile pandoro farcito.
E qui ci vuole un doveroso plauso alla comare venessiana che ha dato lo spunto per una farcitura ultrarapida, semplicissima e buona buona! 'assie, vecia! :-) Oh, precisiamo, lei fa anche il pandoro, io -i vecchi amici lo ricorderanno- sono pur sempre Grisù! ;-)


E così, tra gatti giocherelloni e onnipresenti gufetti, è trascorso un piacevolissimo pomeriggio. Che sia l'auspicio, per noi e per voi tutti, di giorni sereni!


Patt

(E mi sa che è in arrivo una sorpresa! Shhhh....... ;-)

Etichette:

COMMENTI (3)

invia a un amico

24 dicembre 2008

Auguri di cuore

Etichette:

COMMENTI (11)

invia a un amico

22 dicembre 2008

Prima di incartarli


Lupi piemontesi in Valle d'Aosta in transito verso la Francia.
Grazie Marinella.
Kat e Remy

Etichette:

COMMENTI (4)

invia a un amico

18 dicembre 2008

Rivisitando lavoretti di natale - Last minute


Se proprio non avete voglia di biscottare... ci sono sempre ...
- le arance chiodate

Etichette: , ,

COMMENTI (6)

invia a un amico

14 dicembre 2008

Regali di Natale



Franci ci ricorda che gli Amici di Zampa non sono giocattoli e non vanno regalati se non si è certi che verranno accolti con gioia e che entreranno a far parte per sempre della famiglia cui vengono donati.

E già che ci siamo, ricordiamoci anche dei canili, dei gattili e di tutti i volontari che ogni giorno si danno da fare per i pelosotti meno fortunati: un piccolo contributo (in denaro o in generi di prima necessità) li aiuta a vivere meglio. Facciamo in modo che sia un Natale buono!

Etichette: ,

COMMENTI (6)

invia a un amico

13 dicembre 2008

Santaaa Luciaaa


Auguri cara

Etichette: ,

COMMENTI (4)

invia a un amico

10 dicembre 2008

Rivisitando lavoretti natalizi

A parte la difficoltà di fotografare qualsiasi oggetto infilato nella nicchia delle scale...
quest'anno andiamo particolarmente fieri del nostro alberello home made.


Abbiamo dovuto comperare solo la neve artificiale e la stella di metallo (vendita benefica, eh!)
I cuoricini sono stati fatti con la pasta di mais.
I rami della struttura centrale provengono dal meleto sotto casa. Ne abbiamo prelevato una fascina la scorsa primavera mentre il proprietario potava. I rami di roverella sono stati tagliati negli incolti mentre si andava a spasso. Non che ci capiti spesso ma non ne servono molti.
Il trucco, per non impiegare delle ore e non aver bisogno di quattro mani, consiste nel fissare i primi rami, tutti della stessa lunghezza, con un grosso e robusto elastico quindi infilare nell'elastico gli altri rami uno ad uno.
Che dite, era più bello il "melo di natale" molto sobrio e minimalista dello scorso anno o preferite la versione un po' froufrou di quest'anno ? Nel frattempo ci hanno regalato una lanternarenna che non poteva mancare all'appello ;-)


Kat e Remy, che in realtà non vanno pazzi per il natale ma come tutti hanno un gran bisogno di dolcezza e poesia

Etichette: ,

COMMENTI (9)

invia a un amico

Chi l'avrebbe mai detto...

3 anni fa nascevano i Cuochi di carta e in tre anni: più di 1300 post quasi 500.000 visite e... che ne dite, possiamo sentirci un po' meno in colpa se ultimamente abbiamo tirato le penne in padella?

Etichette:

COMMENTI (7)

invia a un amico

07 dicembre 2008

Natalcord


Natalis Solis Invicti: il sole rinasce invitto.
Il latino è approssimativo e la traduzione a braccio ma, questo era il senso del Natale per i latini. Nei miei ricordi invece: sono tante cose buone da mangiare :-)
Anche il panettone era buono (lo si vedeva solo a Natale e solo uno per tutta la famiglia). Eppure non sono poi così vecchio, sono nato, lo giuro, nella seconda metà del secolo scorso.
Anche i cap'let, seppur fatti in casa erano rari e riservati ai giorni di festa, come la camicia buona per la domenica. E l'esotica insalata russa? Quella con la maionese fatta dalla mamma che preparava anche tutte le verdurine. All'epoca non c'erano ancora i supermercati e, nei negozietti dei villaggi di montagna non si trovava di certo la macedonia di verdura in scatola. E chi se la poteva permettere?
Anche le spagnolette (arachidi) arrivavano solo a Natale. I costosissimi mandarini li trovavamo, invece, nella calza della Befana... E poi c'erano le pesche, quelle dolci, fatte in casa con due biscotti tenuti insieme con la marmellata, poi bagnati nell'alkermes e fatti rotolare nello zucchero. Questo era il compito riservato a noi bambini che rubavamo con la punta delle dita i golosi grumi di zucchero e liquore. Già, la grande riunione di famiglia per preparare il pranzo di Natale, con il nonno e il papà sempre un po' tristi perché loro, essendo uomini, erano esclusi. Per fortuna io ero ancora abbastanza piccolo da essere neutro e poi si stava avvicinando il '68 e con esso la liberazione del maschio da questi ridicoli giochi di ruolo. Strano, adesso che ci penso, col Natale arrivavano anche le lunghe vacanze scolastiche; giornate intere a giocare nella neve che, nei miei ricordi, era sempre abbondantissima già dai primi di Dicembre.


Eppure, quando si avvicina il Natale, ripenso con nostalgia a quando si preparava l'albero e il pranzo tutti assieme e, solo dopo, ricordo le vacanze o i regali. Sicuramente, allora era il contrario ma la memoria, per fortuna, ci mette del suo. Quando vedo spuntare le prime decorazioni natalizie, dopo aver detto il classico: -Oddio, siamo già a Natale?- con una certa apprensione per l'aumento del traffico e l'affollamento dei negozi, mi torna in mente il papà che tornava a casa con l'albero e la mamma che frugava in remoti ripostigli. Ne tirava fuori delle scatole polverose con le palline, quelle di vetro, leggerissime e fragilissime. Com'erano belle, appese all'albero con il filo da rammendo. Che bello quando papà cominciò a lasciarmi scegliere le palline che poi avrebbe agganciato cominciando dall'alto. Che conquista quando cominciò a fidarsi dei mie nodi e qualcuna me la lasciava fissare anche a me. E quando, ormai grandi (12 anni io e 8 mia sorella) affidò a noi la responsabilità dell'intera operazione. Lui ci sorvegliava discretamente nascondendo la fierezza dietro l'immancabile nazionale senza filtro. Anche la mamma era contenta quando, seppur cresciuto, continuavo a trafficare con loro donne in cucina. E come mi sentivo adulto e importante quando decoravo con olive e cetriolini l'insalata russa. E oggi? Oggi il Natale è solo nostalgia e rimpianto. Forse perché molte di quelle persone non ci sono più. Forse perché i sogni e le illusioni sono rimaste la, insieme all'entusiasmo di un bambino che stava in ginocchio sulla sedia a modellare le pesche? No, forse no, mi manca solo quella capacità di stare insieme, di condividere una creazione, di non dare nulla per scontato, di non considerare banale nemmeno la scelta della posizione delle palline sull'albero. E' solo la memoria che mi gioca brutti scherzi? Che mi fa ricordare solo le cose belle, ingigantendole?
Dai, quest'anno, per Natale, facciamo qualcosa di.... qualcosa di ...di natalizio.
Ma alla maniera antica, senza comprare, andare, correre, telefonare. Dai, diamo inizio a una nuova/vecchia tradizione.
Remy

Etichette: ,

COMMENTI (12)

invia a un amico

06 dicembre 2008

Tzaven


Da noi si chiama Tzaven (cestino con un solo manico) il mercatino degli agricoltori che si svolge periodicamente (ad Aosta tutte le seconde domeniche di ogni mese). In occasione delle feste i mercatini si moltiplicheranno e lo Tzaven si terrà, sempre sotto i portici di piazza Chanoux, il 7, 14 e 21 Dicembre.

Etichette:

COMMENTI (3)

invia a un amico

05 dicembre 2008

Se non l'aiutassi io...!

...quando lo finirebbe questo albero di Natale?

Nioula

Etichette:

COMMENTI (4)

invia a un amico

04 dicembre 2008

Bella e impossibile immangiabile

Si chiama pasta di mais ed è una robina bella chimica che si può cucinare a casa, conservare in sacchetti di plastica e persino surgelare e serve a modellare tutto quello che vi pare senza screpolarvi le mani come la pasta al sale.
Rispetto alla pasta al sale ha inoltre il vantaggio di essiccarsi facilmente all'aria (imbarcandosi però un po' se sottile) e di non essere sensibile all'umidità ambiente una volta secca.
L'aspetto è più setoso della pasta al sale. Qualcuno dice quasi plasticoso, d'altronde l'ingrediente principale è colla vinilica...!
A dir vero, scelgo l'una o l'altra in base a quello che voglio realizzare.

I cuoricini che finiscono di seccarsi sul termosifone sono di pasta al sale e, sempre che ne trovi il tempo, verranno decorati con motivi provenzali quindi verniciati mentre con la pasta di mais faccio piccole decorazioni monocromatiche già colorate in partenza.
La ricetta della pasta di mais, semplice quanto strana, proviene dal bel volume Pasta al mais- Fabbri editori e va seguita alla lettera. Questa non è cucina , è chimica.
Servono:
- 250 g di amido di mais (qui da noi Maizena o Pan degli angeli)
- 500 g di colla vinilica
- 35 g di crema emoliente per le mani
- 12 ml (un cucchiaio) di glicerina
- 250 ml di acqua

e ancora
- una vecchia pentola antiaderente di quelle graffiate che per gli alimenti sono un pericolo
- una frusta
- un cucchiaio di legno
- tovaglia di plastica
- tubetti di colori a tempera
- guanti monouso

Si inizia mescolando la fecola con l'acqua fredda. Sul momento vi sembrerà che non voglia saperne. Datele un po' di tempo, assorbirà l'acqua e diventerà più duttile.
Aggiungete quindi gli altri ingredienti. Per non diventare cretina taglio i tubi di colla. Ovviamente si rischia sia di piantarsi il coltello in una mano che di spalmare di colla il pavimento quindi, mi raccomando, gesti misurati e calma olimpica.
Abbandonate la frusta e prendete il cucchiaio. Mettete la pentola su fuoco basso e girate continuamente. Sul momento farà i grumi, voi continuate a girare tranquillamente, tanto più tranquillamente che è meglio evitare di spruzzare il fornello. Dovesse però capitarvi, per pulire, basterà comunque fare impacchi bagnati sulle gocce di impasto colloso.
Ci vanno circa 5 minuti perché l'impasto inizi ad addensarsi e altri 6 perché inizi a staccarsi dalla pentola segnalando il giusto punto di cottura. Gli ultimi 6 sono un po' faticosi, l'impasto ha il suo peso! Da grumoso lo vedrete assumere, di buona grazia, una consistenza elastica omogenea. Mi ripeto, questa è chimica, mica béchamel !
Non insistete nella cottura. 11 minuti sono il tempo giusto. Ci vorrà molto di più a lavare la pentola, a meno di lasciarla a bagno un bel po'.
Resta da far raffreddare il blob ottenuto su un piano unto di crema mani, rigirandolo ogni tanto perché la superficie non si secchi. Quando è ben freddo, dividetelo in panetti che chiuderete in sacchetti di plastica. Non mi è mai capitato di aspettare così tanto ad usarlo ma i sacri testi dicono che si conserva 5-6 mesi a temperatura ambiente e quanto si vuole in congelatore.
Quello che i sacri testi non dicono è che ci vanno almeno due tubetti di tempera rosso primario per ottenere, su mezzo impasto, la tinta che vedete sulla foto, ( ne ho poi aggiunto ancora un po') e che, per impastare, sono consigliati i guanti ;-)

La pasta di mais si mangia letteralmente il colore che però rimane bello stabile quando l'oggetto realizzato si secca. In compenso, a mio avviso, colorarla dopo non da risultati soddisfacenti, a meno di usare vernici e con mano molto leggera.
Con l'impasto rosso devo fare dei cuoricini da appendere ai rami di natale. Quelli degli anni scorsi sono piaciuti un po' troppo ai visitatori ;-)


Kat

Etichette: ,

COMMENTI (14)

invia a un amico

03 dicembre 2008

E invece...

Come promesso... afferriamo di nuovo il passaverdura! Meno chic ma più veloce del chinois, meno veloce ma più performante del minipimer, è lo strumento indispensabile per ottenere creme di verdure senza fili né buccette.
In archivio troverete, ad esempio, la crema di carciofi ,dal colore un po' dimesso, oppure la minestra della nanna della mia Nonna Fanny.
Qualsiasi sia la ricetta di "passato" che vi attira, il consiglio è di mettere poco liquido in modo da poterlo diluire se troppo denso ma di non doverlo far restringere su fiamma alta se troppo liquido.
Una crema di verdure golosa richiede un bel po' di crostini e, magari, un zic di panna liquida o di burro, la sorella pre-festiva dovrà invece farsi bella con un semplice filo di olio evo e, per chi senza pane proprio non ce la fa, bluffare grazie alle "scaglie" di pane dei cuochi francesi dell'Ottocento ovvero fette sottilissime tostate in forno.

Chi vuole (o deve) eliminare i grassi animali ma non ha veri problemi di calorie potrebbe sostituire il formaggio grattugiato con mandorle o nocciole tritate.
Le nocciole si sposano benissimo con la crema di broccoli, le mandorle, in compagnia di un po' di basilico secco, con la crema di zucchine.
Quanto agli aromi:
- aglio e zenzero per la crema di zucca, oppure noce moscata e una grattatina di buccia d'arancia
- chiodo di garofano e peperoncino per la crema di lenticchie
- pepe bianco e prezzemolo per la crema di scalogno e champignon

Altre minestre e zuppe... anche belle corpose ;-)


Non pensate però di scampare all'Aigo boulido ;-)
Kat

Etichette: ,

COMMENTI (9)

invia a un amico

02 dicembre 2008

Epperò... masticare...


Visto che serviva del pollo per il mal benedetto brodino, abbiamo fatto un patto: a lei la prima scelta e io mi sarei sacrificato con quello che sarebbe avanzato.

Quel che è rimasto era il petto intero con tanto di cartilagine e ali che ho spellato (il petto, non le ali) e fatto rosolare direttamente in pentola a pressione (era tardi) con un cucchiaio di olio evo. Ho aggiunto il succo di un pezzo di zenzero grosso come un alluce :-) e il succo di un piccolo limone. (Il succo di zenzero si ottiene con uno spremi aglio). Un po' di sale alle erbe, mezzo bicchiere d'acqua in fondo alla pentola e... quindici minuti di cottura dal fischio. (il pollo era, come direbbe lei, di buona famiglia, altrimenti bastano dieci minuti).
Non sembrava neppure dietetico questo... Pollo con zenzero e limone!

Remy

Etichette: ,

COMMENTI (5)

invia a un amico

01 dicembre 2008

Saggi brodini e sfiziose minestrine


(immagine proveniente dal Blog Tasca da Elvira che, anni fa, l'aveva trovata chissà dove...)

Sarà per solidarietà con Cat che, per cause di forza maggiore, deve rinviare i biscottamenti.
Sarà per simpatia per chi è a dieta (ciao Luz), o per chi tanto ha faticato a perdere peso (ciao Chiaretta), sarà per arrivare a Natale senza che lo stomaco si metta in stato di agitazione (ciao Davide, ciao me stessa), sarà per affrontare meglio l'avanzata del Generale Inverno (qui la neve si sta sciogliendo ma il ghiaccio nella fontana resiste), sarà perché in tempi di crisi tendo a diventare oculata e mi tengo le pappe da festa per i giorni di festa, sarà ma... ho ritrovato nei quaderni di un'altra vita un invito ad affidarsi alla minestra e ve lo vorrei proporre.
E' corredato da diverse ricette quindi, fatevi coraggio, forse ci vorrà parte della settimana per arrivare alla fine ;-)
L'avevo intitolato Minestre e dintorni ... Rileggendolo ora, mi sembra il gioco degli aggettivi che usa Alia, la nostra giovane amica maestra, per insegnare ai suoi alunni di terza a comporre un testo... ;-)

Calda, la minestra. Siamo in inverno e il nostro stomaco avrebbe bisogno di riposo. E di calore.
Il cibo che non abbiamo scaldato in pentola lo deve scaldare lui. E questo gli costa fatica.
Leggera ma Rigenerante, la minestra. Fosse solo perché ci re-idrata in una stagione in cui, malgrado il riscaldamento che spesso ci prosciuga in modo subdolo, ci dimentichiamo di bere.
Saporita anche senza grandi condimenti, la minestra. Un po' di spezie o erbe aromatiche e il gioco e' fatto.
Preziosa fonte di vitamine e sali minerali, la minestra. Sempre che si abbia l'accortezza di trattare con cura le verdure. Se sono di buona famiglia non serve sbucciarle, basta spazzolarle bene. Senza lasciarle a bagno, molte vitamine sono idrosolubili , e limitandosi a cotture brevi su fuoco dolce.
Paziente e Disponibile, la minestra. (previo cook n'chill) Ti sa aspettare da una sera per l'altra. Ma quando hai fame, è già lì, pronta e fumante, in tre minuti.
Furba, la minestra. Ti sazia prima che ti venga voglia di sgranocchiare chissà cosa, e chissà quanto, mentre aspetti che sia pronta la cena.
Versatile, la minestra. Pronta a tutte le variazioni di colore, sapore e consistenza.
Trasformista, la minestra. Se non volete cucinare altro per i bimbi di casa, a loro proponetela con scaglie di parmigiano e dadini di pane saltati in padella con poco olio. Forse non funzionerà con la crema di zucca, ma col passato di zucchine magari si.
Insolita, la minestra ? Se prendo ad esempio quanto leggo sui foodblog ultimamente, direi proprio di no. Non è più considerata cosa da anziani . E' stata promossa al rango di comfort food.
Ecco, si, Confortante, la minestra. E mentre ti coccola il cuore (che notoriamente sta a pochi centimetri dallo stomaco ;-) sciaqua le budelle.
Epperò, se inizio dall'Aigo boulido (Acqua cotta), il gustoso rimedio provenzale a base d'aglio, erbe aromatiche e olio d'oliva contro la sbornia, i malanni invernali e le fatiche del parto, mi scappate subito. Sarò prudente e aprirò le danze con quattro brodini, buoni tutto l'anno ma veramente preziosi in questa stagione.


Brodo di verdura n. 1:
1 carota
1 porro
2 coste di sedano
(1 pomodoro)
1 cipolla con il suo bel chiodo di garofano
1 spicchio d'aglio
1 rametto di timo , o due pizzichi
mezza foglia d'alloro
qualche filo di prezzemolo
un litro d'acqua poco salata.
20-30 minuti di ebollizione. Bere caldo e/o usare come base per passati e creme di verdure.

Brodo di verdura n. 2 :
2 porri affettati
2 gambi di sedano tritati con le loro foglie
2 cipolle affettate
4 carote tritate
2 foglie di cavolo a listarelle
1 lattuga romana a listarelle
4 fili di prezzemolo
timo
alloro
sale
un litro e mezzo d'acqua
Partenza a freddo. Schiumare se necessario. Fuoco dolce 40 minuti.
Filtrare senza spremere le verdure.

Per chi teme di sentirsi "vuoto" se nel brodino non c'è ombra di proteine animali :
Brodo di carne sprint :
carne trita
sedano
carota
cipolla chiodata di garofano
foglia d'alloro
rametto o pizico di timo
parte bianca di un porro
Partenza in acqua fredda. Ebollizione 30 minuti. salare alla fine. Filtrare.

e, in alternativa al brodo di pollo della yiddishe mama, la mia versione di quello che un saggio maestro, Baba Bedi, chiamava Brodo energetico :
pollo spellato
gambo di sedano
3 spicchi d'aglio
3 grani di pepe bianco
acqua fredda
Ebollizione 20 minuti, o più se il pollo è di buona famiglia. Filtrare. Efficacissimo se siete sfiniti, depressi o convalescenti.
Bee, mi raccomando, non guardarlo negli occhi...


Vabbè, se avete letto fino a qui, vi meritate la ricetta della minestra (a prova d'orchestra ;-) che Arturo Toscanini esigeva prima dei concerti. Per ogni porzione:
2 cucchiai di sedano tritato
2 cucchai di riso
2 tazze di brodo di carne
Far saltare il sedano con poco olio. Aggiungere il riso quindi il brodo caldo. Cuocere una ventina di minuti. Servire con prezzemolo tritato.

Avete già la pentola sul fuoco ? Non speravo tanto ;-)))
Kat

Etichette:

COMMENTI (14)

invia a un amico