30 settembre 2006

Gironzolando


Gironzolando, in attesa che il mio forno guarisse, ho incontrato:

Tulip, Bretzel

Maria Giovanna, Pane casereccio.

Sandra La Taillaule, Brioche de Neuchatel

Kiakkio Kim ki-Duk o kebab?

Remy

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Per Anto e Gab

L'amica Gen ci ha ricordato questa antica usanza di regalare pane a chi entra in una casa nuova dove il focolare ancora spento non consente di panificare.

La ricetta è ispirata ai ka'kat, (tipici panini egiziani) di Sandra.
Dobbiamo ammettere che, sul momento, ad attrarci è stato il nome :-)

Per 10 - 12 pagnottine

550 g di farina tipo "0"
350 g (circa) di acqua
12 g di lievito di birra fresco (insomma, mezzo cubetto)
2 cucchiai di zucchero
10 g di sale
50 g di olio evo
1 uovo per dorare
semi di sesamo

Abbiamo mescolato metà della farina con lo zucchero, l'acqua e il lievito. Se si impasta a mano, conviene usare un cucchiaio di legno (è molto fluido e appiccicoso) e girare sempre nello stesso senso.
Abbiamo lasciato riposare 10 - 15 minuti coperto. Rimesso in marcia l'impastatrice (o il cucchiaio), abbiamo aggiunto il sale e l'olio, quindi il resto della farina un cucchiaio alla volta. L'impasto va lasciato riposare un'ora e mezza in una ciotola infarinata, coperto con un telo umido. Deve raddoppiare di volume e lo fa senza farsi pregare.
Abbiamo poi sgonfiato la nostra bella palla di pasta e l'abbiamo lavorata per farla tornare elastica. L'abbiamo divisa in parti uguali dandole diverse forme che abbiamo appoggiato sulle placche di cottura ricoperte di carta forno. Dopo un'altra ora di riposo (coperte con il solito telo umido) le abbiamo spennellate con l'uovo intero sbattuto con un cucchiaio d'acqua e un pizzico di sale, cosparse di sesamo e infornate in forno già caldo a 230° per 25 minuti.
Ottime per fare panini (comodi durante un trasloco ;-)
Kat e Remy

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29 settembre 2006

Tutte le scuse...

Come coniugare la nostalgia degli amici lontani, la fretta dettata dall'ora tarda e l'appetito che incalza.
Padellina, tocchetto di burro made in VdA (una libidine!), un bel tot di anellini di porro fatti appassire con poca pazienza, fettina scottata da un lato, girata e coperta con fettonze di Fontina che non vi dico quant'è buona. Tuorlo d'uovo coricato in mezzo al formaggio, coperchio per un paio di minuti, pepe nero macinato al momento e via nel piatto!
Patt

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Una sera di fine settembre


Il presagio è quell'ombra sul prato,
indice di tramonti,

ad avvertire l'erba sbigottita
che su di lei presto scenderà la notte.

Emily Dickinson

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28 settembre 2006

Il terrore dei leoni

Non resisto! Se Patt mette in tavola i cavoli, devo propinarvi la capra. Viva e vegeta, ovviamente. Ne Patt ne io mangiamo capretto, lei per credo io per disgusto. Ma i formaggi, uh i formaggi...!
L'ultima volta che siamo stati a casa mia in Francia, siamo andati a fare rifornimento di formaggi di capra e farina macinata a pietra alla Ferme du Pic Bois, una piccola fattoria della zona, e ... Remy aveva la macchina fotografica. Quando abbiamo scaricato le foto mi è tornata in mente una fiaba indiana che, tempo addietro, mi era capitato di adattare per lavoro. A me mette allegria, soprattutto ora che le ginocchia scricchiolano sempre più... Patt, per favore stampala per chi sai tu ;-)
Kat


Il terrore dei leoni

C'era una volta una vecchia capra piena di acciacchi. Le ginocchia le scricchiolavano e la facevano soffrire e non poteva più saltare di qua e di là spensieratamente come un tempo. In compenso era nata col cervello fino e, con gli anni, anziché affievolirsi la sua furbizia si era addirittura affinata.
- Accidenti, sono rimasta indietro ancora una volta, si accorse una sera. Scommetto che il mio gregge si è già messo al riparo per la notte. Beh, poco male. Mi sembra di ricordare che nei paraggi c'è una pozza d'acqua e una piccola caverna. Vado a bere e poi, a cuccia. Le gambe non mi reggono più.

Attorno alla pozza d'acqua non c'era nessuno e una volta tanto la vecchia capra non dovette attendere il suo turno per abbeverarsi ma quando, con passetti stentati si inerpicò fino alla caverna... la accolse un ruggito.
- Chi sei tu, che osi entrare senza permesso in casa mia?
- Per i mille pelucchi della mia barbetta! pensò la capra. Un leone! Questa non ci voleva! Di batterlo alla corsa non se ne parla. Non mi resta che giocare d'astuzia. Sembra piuttosto stupito che qualcuno osi avvicinarsi tanto. Faccia tosta, vecchia mia. Faccia tosta e passo deciso!
- Sei sorda? ruggì la belva. Ho chiesto chi sei per entrare senza permesso in casa mia.
- Sono… la regina delle capre e ho fatto giuramento che, prima di morire, avrei mangiato venticinque elefanti, cento tigri e dieci leoni. Gli elefanti e le tigri li ho già sistemati e digeriti. Adesso tocca ai leoni. Sei pronto a morire?
Il leone ci cascò e chiese di poter fare un ultimo bagno.
-Ma certo! concesse la capra. Ora come ora, puzzi un po' troppo per i miei gusti.

Il leone, tremante di paura, corse a perdifiato fuori dalla sua tana. Incontrò uno sciacallo e gli raccontò dello strano animale barbuto che si era presentato nella sua caverna.
- E' un essere terribile che va in cerca di leoni da divorare. Mi sono salvato per un soffio! Pensa che ha persino osato darmi del puzzone!
- In questa faccenda sento sopratutto puzza d'imbroglio, suggerì lo sciacallo. Andiamo a vedere assieme. Forse potremo farci una bella cena di carne di capra.

La capra, quando vide tornare il leone in compagnia dello sciacallo, subito da lontano gridò furibonda:
- Sciacallo disobbediente, ti avevo detto di portarmi dieci leoni e tu osi tornare con uno solo, e per di più spelacchiato…?!

La storia non dice se il leone trovò la carne di sciacallo di suo gusto. Sta di fatto che non seppe mai che sapore avesse quella della vecchia capra. Mentre quei due si azzuffavano ne aveva approfittato per allontanarsi indisturbata.

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Pasta con la verza


Se qualcuno pensava che i Cuochi di Carta, quando si ritrovano, passino il tempo a spadellare e spignattare, si dovrà ricredere.
Ma se quel qualcuno pensava che comunque mangiano, ebbene: ha ragione! ;)
Stavolta hanno rispolverato una cosina già pubblicata qui, saltando tutto il lungo lavoro del preparare i ravioli, si sono limitati al condimento, utilizzato per avvolgere mezze penne di ottima famiglia, scelte dall'infallibile gusto di Kat.

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27 settembre 2006

Par imprimàr i cortèi


ovvero "per inaugurare" un paio di lame mozzafiato, regalo di compleanno dell'antenna bellunese dei CdC a Remy.


Progettati e disegnati da Alberto e realizzati da un artigiano, non sono solo belli.
Ci hanno lasciati senza parole!
Kat e Remy

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Fougasse alla santoreggia e olive


Si, è proprio la tipica fougasse provenzale. L'ho trovata su un libro, corredata da una ricetta un po' zoppicante ma la lavorazione mi intrigava talmente che ci ho provato lo stesso e l'ho interpretata così:
Ingredienti:
200 g di farina tipo "0"
300 g farina integrale tipo 2 - (fine, senza crusca apparente- T80 nelle ricette francesi)
15 g di lievito di birra
75 g di olive nere snocciolate tagliate a pezzetti
2 cucchiai di olio evo
1 cucchiaio di santoreggia secca
acqua
sale a piacere (poco, che in parte ci pensano già le olive)

Lavorazione:
Alla sera, ho mescolato 130 g di farina tipo "0" con il lievito fatto sciogliere in 10 cl di acqua tiepida (30°). Formata una palla l'ho messa in una grossa ciotola coperta con un telo umido.
Quando la pasta ha cominciato a lievitare (si formano delle bolle), ho aggiunto altri 70 g di farina tipo "0" e altri 15 cl di aqua. E' venuto un'impasto molto liquido tipo poolish.
Coperto e lasciato lievitare tutta la notte.
La mattina dopo (12 ore circa) ho messo il poolish nell'impastatrice ed aggiunto gli altri 300 g di farina un cucchiaio alla volta. Poi l'olio e, al bisogno, un po' d'acqua, quindi il sale e la santoreggia.
Tolto dall'impastatrice, ho formato nuovamente una palla e l'ho rimessa nella stessa ciotola di prima. Coperto con un telo umido e lasciato riposare un'ora.
Ho poi lavorato la pasta su una spianatoia incorporando poco alla volta le olive. Ho formato una sorta di rettangolo alto un centimetro e lasciato riposare coperto da un telo umido per un'altra ora.
Ho messo la focaccia su una teglia coperta con carta forno e, nel rispetto della tradizione, ho praticato dei tagli paralleli che vanno allargati con le mani. Coperto e lasciato riposare un'altra ora.
Cotto in forno già caldo 240° per 30 minuti.
Come potete vedere dal colore, il forno mi ha tradito (ora è in clinica). Pallore a parte, era proprio buona.
Remy

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26 settembre 2006

Nubi in diradamento


Possiamo finalmente aggiornare il bollettino medico. Principessa è tornata a casa.
Sembra aver superato bene le complicazioni insorte in seguito ad una frattura del bacino.
Gli organi interni hanno superato lo choc e ripreso le loro funzioni.
Non si potrà parlare di guarigione vera e propria prima di una quindicina di giorni. Code sempre incrociate ma con tutt'altro spirito.

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Ci penso io!


Andate pure da Patt, non preoccupatevi per me, tanto il pane di segale so prenderlo da sola.

Anzi, 'spetta che controllo se avete messo tutto in valigia.
Nioula

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Insalata "depurativa"

L'amica erborista mi ricorda che non basta "depurarsi" a primavera ma che sarebbe necessario anche in autunno per aiutare l'organismo a superare meglio il cambio di stagione. E allora tisane, acqua in quantità e, anche per golosità, questa insalata di porri che aiuta a scacciare le tossine.

Per 2 persone :
4-6 porri, secondo dimensioni
1 uovo
3 cucchiaini di capperi
prezzemolo
senape di Dijon
(cetriolini)
(yogurt)
olio evo
sale

I porri, non tanto grandi e privati della parte verde (che se non è proprio tanto coriacea o piena di pesticidi finirà nelle zuppe oppure servirà per fare un brodo di verdure) vengono tagliati in quattro per lungo poi a pezzi lunghi al massimo tre dita. Si cuociono, magari al vapore che ne addolcisce l'umore, finché non siano teneri ma non troppo mollacchi, quindi si lasciano sgocciolare e intiepidire. Intanto si fa rassodare l'uovo, si sguscia e si trita grossolanamente. Si trita anche il prezzemolo con uno o due cetriolini sott'aceto, se piacciono, e due cucchiaini di capperi sciacquati e asciugati. Gli altri, lasciati interi, serviranno per la decorazione.
Resta da assemblare il condimento mettendo in una scodella un cucchiaio di senape, due di yogurt e uno d'olio (o tre di olio se lo yogurt non convince), il trito verde e sale secondo i gusti.
Tutto qui. E' un idea di Remy che ritrovo con piacere ogni autunno. L'idea.
Con Remy trascorro volentieri anche l'estate ;-)
Kat

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25 settembre 2006

Non saltate subito alle conclusioni!

Non siamo partiti da Aosta per andare a fare rifornimento a Belluno.


Siamo andati per prendere lezioni di orticultura e questi sono gli appunti :-)
Grazie OrtoNando!
Kat e Remy

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Breve vacanza

Dopo il mare, siamo stati qualche giorno sui monti (altrui :-)

E, Domenica, nella laguna

Grazie Amici, da domani si ricomincia a cucinare, Kat e Remy

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24 settembre 2006

Domenica prossima ad Aosta, Festa della Désarpa

L'Alpeggio di Ferruccio e Marì a Vercosa (Valle d'Aosta)

Désarpa ovvero, in italiano classico "demonticazione", che sta per discesa a valle dai monti dove le vacche vanno in alpeggio. Sarà però ben difficile che sentiate mai un valdostano parlare di "demonticazione". Qui, ad inizio stagione si inarpa e a fine stagione si desarpa. Ed è una festa. Una festa che da sempre unisce la comunità (villaggio per villaggio, vallata per vallata) attorno alle sue mandrie che, pur facendo ormai la maggior parte del trasferimento in camion, non mancano di attraversare il paese con i loro più bei campanacci al collo e le decorazioni che distinguono la reina di lassì (miglior produttrice di latte) e la reina di corne (vacca dominante). Quando sono arrivata in Vallée alla fine degli ani 70, le mandrie attraversavano anche il capoluogo. Quando si sentivano i campanacci ci si affacciava fuori dai negozi e dagli uffici per accoglierle.
Poi il traffico, le "torte" in mezzo alla strada, ecc. ecc., una decina d'anni più tardi, si decise che non era più il caso, che ad Aosta per le mandrie non c'era più posto.
Fino a 6 anni fa. Da allora, seppur molto meno spontanea in quanto organizzata con un occhio di riguardo al turista e alla promozione della Vallée nelle mezze stagioni, la prima domenica di ottobre la Festa della Désarpa invita in piazza (quella centrale del capoluogo) l'intera comunità e richiama, oltre a migliaia di valdostani, altrettanti turisti. Quest'anno poi, come ricorda il sito Naturaosta, la giornata di domenica 1° ottobre sarà preceduta da 3 giorni di degustazioni guidate di Fontina e dalla Désarpa film, rassegna internazionale di film sul mondo rurale.
Il programma di quest'anno è particolarmente ricco e comprende - oltre al corteo della désarpa - mercati del territorio, incontri musicali, animazioni per bambini che avranno anche la possibilità di osservare animali domestici (vivi) e selvatici (impagliati). Il mercato allestito in Piazza Chanoux propone, oltre ai formaggi valdostani, prodotti caseari delle regioni limitrofe. Un altro mercato in Piazza Plouves offre invece tutti i prodotti DOP e DOC della regione.


Se l'idea vi attira e volete vedere la sfilata e non solo immaginarla oltre le spalle della folla, fate in modo di arrivare molto presto, magari pernottando in zona, e studiatevi il percorso. Visto che trovare posto, anche per due soli piedi, in Piazza Chanoux è quasi impossibile, optate piuttosto per Piazza Della Repubblica. Meno suggestiva delle vie del centro storico è però più ampia e si trova all'inizio del percorso sicché le mandrie non sono ancora stanche.
Tenete anche conto che i punti di ristoro sono letteralmente presi d'assalto. Meglio portarsi un coltellino tascabile e andarsi a sedere da qualche parte (per esempio tra le rovine del teatro romano) a sgranocchiare le buonezze comprate nelle bancarelle.
Qui di seguito la Brochure della manifestazione in formato pdf.
Il percorso è a pagina 2.
Davvero avete altro da fare domanica 1° ottobre?
Kat

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Momentaccio...

Ciao, Jessi.

Code incrociate, Principessa.

Patt

... e per fortuna che ci sono gli Amici, in certi giorni...

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23 settembre 2006

Andiamo a Myrina?

Passeggiata a Myrina (Isola di Limnos, Grecia) a fine stagione.









Kat e Remy

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22 settembre 2006

Il Gran Ripieno

A Kat è venuta una delle sue idee "stagionali":
- Che dici, festeggiamo in qualche modo l'arrivo dell'autunno?
Ma certo, festeggiamo! Magari con una ricetta che di "fast"non ha proprio nulla.
Per realizzarla come si deve, è necessario prepararne una quantità considerevole.
Ma siccome:
a) sparisce a velocità supersonica,
b) è congelabile,
c) tanta o poca, il tempo necessario è più o meno sempre quello ...
io ve la racconto tutta, voi magari leggetela a puntate!

- Premessa.
Le dosi sono solamente indicative: io normalmente vado a occhio, stavolta ho provato a pesucchiare per poter dare un'idea di massima, ma è raro che faccia due volte allo stesso modo, soprattutto considerando che la materia prima dipende dai capricci dell'orto. Sarà bene, comunque cercare di equilibrare gli ingredienti, non tanto a peso quanto a intensità di sapore, in modo che nessuno predomini sugli altri.
E se non avete particolari intolleranze non omettete niente: il mix di sapori e profumi è quello che rende particolare questo ripieno.

- Premessa bis. (Si, poi cominciamo)
La preparazione è piuttosto lunghetta e anche noiosa, quindi conviene arruolare almeno un aiutante e se ne avete sottomano ... anche più di uno. :-)
Conviene anche dedicarsi un giorno alla preparazione del ripieno e il giorno dopo allo svuotamento e successivo riempimento e cottura delle verdure. Se le due fasi non possono essere consecutive, niente paura: il ripieno è congelabilissimo, quindi si può organizzare il tutto a proprio piacimento.

Ingredienti per il ripieno:
200 gr di carote
100 gr di sedano verde foglia
2 spicchi di aglio
100 gr di patate
50 gr di prezzemolo
100 gr di cipolle
80 gr di peperoni rossi e/o gialli
100 gr di melanzane
150 gr di zucchine
2 kg di carne macinata
½ lt di vino bianco secco
½ lt di vino rosso
2 bicchieri di vino marsala secco
½ litro di latte
olio e.v.o.
burro
sale
3-4 dadi
spezie miste (Suk, o La Saporita, entrambe della Bertolini)
noce moscata
100 gr di grana grattugiato

Il tutto servirebbe a riempire:
40 "scodelline", circa, fatte con
- melanzane
- cipolle
- zucchine
- peperoni rossi e/o gialli
siccome però non si usa tutto in una volta, a meno che non abbiate a tavola un esercito, ¾ del ripieno andrà in freezer e le scodelle da riempire diminuiranno in proporzione: solo una decina.

Occorreranno anche:
pancetta affumicata tipo bacon
150 gr di grana grattugiato
100 gr di pangrattato
2-3 chiodi di garofano
ancora ½ litro di vino bianco o marsala
olio e burro

Siete ancora in forze? Cominciamo? Cominciamo!

Fase 1.
Si tritano -a manina, niente aggeggi elettrici: i frullati sono ottimi ma non qui- tutte le verdure elencate alla voce "per il ripieno".
In una pentola di dimensioni adeguate, fate sciogliere un cucchiaio di burro e uno di olio, unite le verdure tritate, salate con parsimonia per farle "sudare" e fatele appassire mescolando spesso e tenendo d'occhio che non si attacchi niente. Occorre usare poco condimento, perché poi ne servirà dell'altro e non è il caso di esagerare.
Unire anche la carne e mescolare a lungo finché non sarà tutta ben sgranata e rosolata.
A questo punto bagnare con il vino bianco, meglio se caldo, e lasciarlo asciugare. Successivamente bagnare con il vino rosso, poi con il marsala e infine con il latte.
Nel frattempo aggiungere anche i dadi e le spezie.
Per tutto questo occorreranno almeno un paio d'ore, al temine dovrà risultare un composto non troppo asciutto: la carne avrà la sua consistenza ma le verdure si saranno sfatte e avranno un aspetto cremoso.
Quando il tutto si sarà raffreddato, incorporare un etto circa di grana e una generosa grattata di noce moscata.
A questo punto la prima parte è finita ed è il momento di suddividere il composto in quattro porzioni: tre in freezer e una in frigo.

Ora passiamo alla

Fase 2.
Con tanta pazienza (e qui sono mooolto utili gli assistenti) si svuotano i peperoni, le melanzane, le zucchine e le cipolle creando tante scodelline che metterete man mano in un recipiente colmo d'acqua acidulata con mezzo limone, per evitare che si ammoscino e/o si anneriscano.
Il risultato degli scavi andrà tritato e fatto appassire con poco burro e olio (ma poco davvero!), bagnato con un bicchiere dello stesso vino bianco che avete usato per il ripieno e poi, una volta asciugato, unito al ripieno di cui sopra.

A questo punto, non vi parrà vero ma ... siamo pronti per assemblare il tutto.


Fase 3.
Il destino delle cipolle si separa da quello delle altre verdure, quindi per ora dimentichiamole.
Melanzane, zucchine e peperoni hanno tempi di cottura differenti, perciò sarà opportuno predisporre tre teglie.
Sgrondare le verdure e salarne leggermente l'interno, poi riempire ogni pezzo con il ripieno, cospargerlo con una sostanziosa copertina fatta con pangrattato e grana -metà e metà- e adagiarlo nella sua teglia leggermente unta d'olio, senza dimenticare di infiocchettare con il burro, sennò la crostina non si forma.
Man mano che completate una teglia, versatevi un poco d'acqua e infornate in forno già caldo a 180°.
I tempi di cottura, come detto, differiscono e dipendono anche dalla varietà, freschezza e consistenza delle verdure, quindi dovrete fare un po' a occhio. Comunque non meno di mezz'ora per i peperoni, 45 minuti per le zucchine e anche un'ora per le melanzane.
Sarà necessaria anche una passata di grill per la doratura.
Dimenticavo di dire che, per tappare la falla che si forma nei peperoni quando si toglie il picciolo, basta creare un argine con sottili fettine di pancetta. Se ne avete tagliata troppa, la userete per decorare la superficie delle verdure.

E ora ...

Fase 4.
Le cipolle


Le cipolle non si cuociono in forno ma in pentola.
Innanzitutto occorre rosolarle con un po' di burro, rigirandole finché non avranno preso colore tutt'attorno oppure finché non avrete perso la pazienza.
Riempitele ora con il ripieno, ridepositatele nella pentola, formate su ognuna una piramidina di grana e sormontatela con un fiocchetto di burro.
Versate nella pentola un bicchiere di vino bianco e mettete anche un paio di chiodi di garofano e mezzo dado. Oppure, in alternativa, niente chiodi nè vino bianco ma un bel bicchiere di marsala secco (o vin santo).
Coperchiate a mezzo e fate cuocere a fuoco moderato per almeno mezz'ora; molto di più se le cipolle non sono novelle ma già seccate. Ogni tanto muovete le cipolle con una spatola di legno, perché tendono ad attaccarsi sul fondo. Il sugo dovrà restringersi parecchio.

E finalmente ...

Fase 5.

Si mangia! :-)

Buon autunno a tutti!

Patt

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21 settembre 2006

Maxi auguri Milo!

Cosa potevamo offrire alla maga dei Minicaretti che oggi compie gli anni?

Per accompagnare i nostri auguri XXL abbiamo tentato di seguire le sue orme (però urgono lezioni private!) preparando una versione XXS della Tourte aux noix del Delfinato, zona d'origine di Kat dove la coltura del noce è tradizione secolare. Fra due strati di pasta sfoglia vengono imprigionate noci pestate con lo zucchero e un pò di burro. In questo caso un gheriglio di noce, mezzo cucchiaino di zucchero e mezzo di burro e, per dorare, una goccia di tuorlo d'uovo ;-)

Mille auguri e baci, cara Milo.

Gli Scribacchini e tutti gli assistenti!

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20 settembre 2006

Verde - Pomodori verdi (fritti?)

No, non è un post letterario. Abbiamo usato questa citazione per lanciare un'appello, un avviso di ricerca. Una foodblogger francese chiede aiuto alla blogosfera italiana per rispondere alla richiesta di un ortolano in cerca di una ricetta, perduta assieme a chi la preparava per lui: quella dei pomodori verdi sott'olio.
Avete qualcosa in dispensa o nel quaderno della nonna?
Grazie grazie!
Kat
P.S.: Alla traduzione provvederò io.

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Rosso


Come al solito, quando sono a casa da solo... pasta al pomodoro!
Una cipolla piccola, un peperoncino non proprio piccante, un po' d'olio, alcune foglie di basilico e 3 cuori di bue (piccoli)...
Guandando il risultato mi è venuta spontanea una domanda:
avrò esagerato?
Remy

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Rosso di sera




Tre sere sull'isola di Limnos ( Grecia)
segue...
Remy

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19 settembre 2006

Dolce con un po' di aceto e sale


Ebbene si, il Crumble ai frutti rossi proposto da AnneE di Station gourmande prevede che si usi sia aceto (beh, poche gocce) che sale (beh, a dir vero burro salato).
Crumble, che in inglese sta per briciola, definisce dolci al cucchiaio composti da uno strato di frutta ricoperta da un impasto sbriciolato più o meno croccante.
AnneE ha sperimentato l'aceto, tanto decantato dai grandi della cucina attuale, per esaltare il sapore dei frutti di bosco e usato il burro salato tanto di moda attualmente dall'altra parte delle Alpi in pasticceria. Ne ho giusto un tocco in frigo, così come una bella busta di frutti di bosco surgelati.
Ellosò che abitiamo ad un passo della montagna ma quest'anno agosto è stato davvero mooooolto fresco. Eppoi i frutti di bosco surgelati sono già misti e ci sono persino le fragoline di bosco.Oh!

Per 4 persone servono:
4 tazze da te di frutti di bosco misti
4 cucchiai di zucchero scuro
1 o 2 cucchiaini di aceto di pomodoro o balsamico
oppure, se avete come me la fortuna di poterlo trovare, di lamponi o di mirtillo
e, per le briciole:
100 g di farina (anche integrale purché fine)
50 g di burro salato ( in Italia è facilmente reperibile quello della Lurpak, imballaggio oro anziché argento)
altri 4 cucchiai di zucchero

Se usate frutta fresca, ricordatevi di lavarla molto rapidamente. Se l'avete colta voi, lavatela prima di togliere i piccioli così non si imbeve d'acqua. Fatela sgocciolare su carta cucina.
Mescolate la frutta, spolverizzate con lo zucchero scuro, versate l'aceto e lasciate macerare mentre preparate le briciole.
Il burro ha da essere morbido ma non fuso. Mescolate lo zucchero e la farina e incorporateli al burro sfregando con la punta delle dita fino ad ottenere un composto sabbioso. Volendo potete preparare sia la frutta che le briciole in anticipo. Teneteli però in frigo separatamente sennò le briciole si imbevono di succo e questo crumble, che è già piuttosto fondente, diventerebbe una papetta. Va comunque cotto proprio all'ultimo, calcolando di servirlo tiepido.
Se lo preferite più croccante, sostituite un terzo della farina con fiocchi d'avena (piccoli, tipo Quaker, quelli bio sono ottimo ma troppo grossi e spessi per queste preparazioni).
Fate uno strato di frutta e uno di briciole in una bella pirofila, oppure (meglio) in cocottine individuali imburrate.
Forno pre-riscaldato su 180- 200° secondo la sua indole, per 15-20 min.
Qualcuno lo serve caldo di forno. Io preferisco lasciar passare una decina di minuti.
Ovviamente, chi soffre troppo all'idea di mettere sale o aceto in un dessert non metterà ne l'uno ne l'altro e verrà ugualmente buono.
Kat

P.S. L'aceto di lamponi Douce Vallée che usiamo viene prodotto da Paola Vittaz, Frazione Boesse, Chatillon (Ao). In Valle d'Aosta si trova abbastanza facilmente, anche in alcuni supermercati specializzati in prodotti tipici e durante sagre e fiere.

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Tutta sostanza


Chiamatela pure pubblicità. Delle tante riviste di cucina che finisco sempre per comprare, questa è quella che mi nutre di più. Da mensile, dopo una lunga pausa, è diventata trimestrale ma sempre con la stessa attenzione a stagionalità, tipicità e autenticità, tant'è che persino le foto, seppur curate, non sono mai "artistiche".
Ho in archivio un numero autunnale, credo di due anni fa, con stupende ricette a base di rosa canina che devo andare a ripescare. Ma prima mi gusto questo. Cliccate sulla foto per ingrandirla e leggere il sommario.
Kat

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18 settembre 2006

Gli sblisigoni dell'Archiniere

Da quando Cat ha pubblicato questa ricetta, la voglia di provare a preparare anche noi gli Schlutzer si ripresentava ogni domenica. Ma una volta mancavano le ortiche, l'altra volta il tempo...Alla fine ci siamo rassegnati ad usare semplici spinaci e possiamo confermare che vengono molto buoni anche così.


A dir vero sblisiga soprattutto il ripieno. Forse perché, per la pasta, dovendone preparare una dose minima - mica per sfiducia, perché eravamo solo in due - abbiamo usato un uovo per 120 grammi di farina (metà segale metà tipo zero) e la pasta è venuta bella soda. Lunghina da cuocere ma davvero gustosa.


S'è capito che ci sono piaciuti molto? Li rifaremo senz'altro, sperimentando varie farine e diverse "erbacce", secondo disponibilità stagionali.
Grazie Cat!
Kat e Remy

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17 settembre 2006

Ci abbiamo riprovato...

Abbiamo fatto, questa volta interamente a mano, il pane di Sandra ed è venuto talmente bene che abbiamo cambiato foto anche nel post originale.
Kat e Remy

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16 settembre 2006

Panini-Tomini


Per il Meme Take Away di Graziella, rispolveriamo e rimaneggiamo i tomini che piacciono al di lei consorte Jaz!

Scaldiamo una padella antiaderente, sciogliamo un pezzettino-ino di burro e facciamo tostare un poco due panini mignon aperti a metà (se sono al sesamo è meglio).
Togliamo il pane e mettiamo in padella due tomini, anche loro aperti a metà, e spolveriamoli di pepe nero. Occhio: dovranno scaldarsi e ammorbidirsi appena, non squagliarsi.
Avremo già preparato un pomodoro maturo tagliato a fette sottili, alcune foglie di insalata verde o di radicchio (pure verde), un paio di fettine di prosciutto crudo.
Componiamo: pane, foglia verde, fettina di pomodoro, mezzo tomino, fettina di prosciutto, altro mezzo tomino, ancora fettina di pomodoro, foglia verde e pane. Fissiamo con stecchino decorato da pomodorino mignon.

Versione vegetale: al posto del prosciutto, altra fettina di pomodoro oppure, avendoli, dei funghi.

Varianti? Tutte quelle che volete!

Te gusta, comare? :-)

Patt

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Viola

Stamattina è nata una splendida bimba: benvenuta Viola e tanti auguri a te, a mamma Deja e papà Adri!

Patt e tribù

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Blu


Sarà anche solo azzurro, l 'Abete blu, ma verde non è!

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15 settembre 2006

L'Ultima Zucchina ...


... finalmente! ;)

Patt

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Ultime zucchine? Tian au riz ovvero Riso al forno


Questa ricetta prende il nome dalla pirofila in terra cotta provenzale tradizionale, il Tian. Tutto ciò che viene cotto nel tian è un tian. Mi seguite?
Nella maggior parte dei casi, nei tian primeggiano verdure mediterranee. Troverete, per esempio, un delizioso Tian, artisticamente scomposto, dall'amica Lilizen.
Eppoi c'è questo, tanto gustoso quanto comodo perché si inforna tutto a crudo :

Per 6-8 persone:
1 chilo di zucchine
2 cipollotti o una piccola cipolla bianca dolce
100 gr di riso
1 uovo
100 gr di parmigiano o altro formaggio a vostra scelta
2 cucchiai di olio evo + altro olio per la teglia
(sale e pepe)
acqua
pangrattato

Taglio le zucchine a dadini e trito la cipolla, sbatto l'uovo e grattugio il formaggio mettendone qualche cucchiaiata nel pangrattato che tengo da parte per lo strato di copertura. In una ciotola mescolo zucchine, riso, formaggio, uovo e olio e verso il tutto in una pirofila (prima sfregata, volendo, con uno spicchio d'aglio) abbondantemente unta d'olio. Aggiungo 250 ml d'acqua (= 2 vasetti dello yogurt), spolverizzo col mix pan grattato/parmigiano e inforno a 180° per un'ora. Io non metto sale perché a mio gusto basta quello del formaggio. Valutate voi.
E' migliore tiepido o freddo e va d'accordo con tutte le insalate.
Kat

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14 settembre 2006

Pasta Zucchine e Zafferano


Scaldare un cucchiaio di olio e.v.o. in un saltapasta, metterci un cucchiaino di semi di sesamo e lasciar insaporire a fuoco spento.
Tagliare a dadini piccoli piccoli alcune fette di pancetta affumicata tipo bacon.
Tagliare a bastoncini lunghi 3-4 cm (occhio a misurare! ;) ) un paio di zucchine piccole e sode.
Dadolare una decina di pomodorini ben maturi.
Far bollire l'acqua e calare la pasta. Mentre quella cuoce, riaccendere il fuoco sotto al padellone, tenerlo ben vivace e rosolare la pancetta, quindi aggiungere i bastoncini di zucchina e farli dorare badando che rimangano al dente.
Scolare la pasta e versarla nel saltapasta. Unire una bustina di zafferano e un mestolo di acqua di cottura. Di che? Ma della pasta, ovvio! ;)
Aggiungere i pomodorini, spadellare e servire con abbondante Grana grattugiato.
Se piace, un po' di curry in polvere ci sta d'incanto.

Patt

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Basta poco, solo un click

Pablo Picasso, uno dei gatti di Hemingway - Fonte: Kataweb

Forse lo sai, o forse no, che i gatti che vivono nella casa-museo di Hemingway rischiano di essere rinchiusi in gabbia per decisione delle autorità federali.
Se non sei d'accordo, ma non sai come dirlo, adesso c'è una petizione.
L'ha scovata Paola e, se per caso non conosci l'inglese, Cyb ne ha gentilmente tradotto il testo:
I sottoscritti richiedono che l'USDA (United states department of agriculture) interrompa le azioni legali intraprese nei confronti dei gatti che risiedono alla Hemingway House. È nostra opinione che questi gatti abbiano un grande significato storico su scala internazionale. Crediamo inoltre che l'azione intrapresa nei loro confronti non sia utile a difendere e proteggere i gatti in questione, ma al contrario li pone in pericolo, contraddicendo così lo scopo per il quale sono intese le leggi etiche per il benessere degli animali.
Altre indicazioni da Carla.

Servirà? Non servirà? Come sempre, astenersi di sicuro non servirà. :-)

E già che ci sei, c'è un'altra iniziativa da non scordare: vai a leggere qui, è importante. Una firma sarà solo una goccia nel mare, ma senza quella firma il mare sarà solo uno stagno.

Grazie!

Patt

P.S.: se stai pensando di adottare un cane (ho detto adottare :-D), fai un salto da Franci.

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