07 dicembre 2008

Natalcord


Natalis Solis Invicti: il sole rinasce invitto.
Il latino è approssimativo e la traduzione a braccio ma, questo era il senso del Natale per i latini. Nei miei ricordi invece: sono tante cose buone da mangiare :-)
Anche il panettone era buono (lo si vedeva solo a Natale e solo uno per tutta la famiglia). Eppure non sono poi così vecchio, sono nato, lo giuro, nella seconda metà del secolo scorso.
Anche i cap'let, seppur fatti in casa erano rari e riservati ai giorni di festa, come la camicia buona per la domenica. E l'esotica insalata russa? Quella con la maionese fatta dalla mamma che preparava anche tutte le verdurine. All'epoca non c'erano ancora i supermercati e, nei negozietti dei villaggi di montagna non si trovava di certo la macedonia di verdura in scatola. E chi se la poteva permettere?
Anche le spagnolette (arachidi) arrivavano solo a Natale. I costosissimi mandarini li trovavamo, invece, nella calza della Befana... E poi c'erano le pesche, quelle dolci, fatte in casa con due biscotti tenuti insieme con la marmellata, poi bagnati nell'alkermes e fatti rotolare nello zucchero. Questo era il compito riservato a noi bambini che rubavamo con la punta delle dita i golosi grumi di zucchero e liquore. Già, la grande riunione di famiglia per preparare il pranzo di Natale, con il nonno e il papà sempre un po' tristi perché loro, essendo uomini, erano esclusi. Per fortuna io ero ancora abbastanza piccolo da essere neutro e poi si stava avvicinando il '68 e con esso la liberazione del maschio da questi ridicoli giochi di ruolo. Strano, adesso che ci penso, col Natale arrivavano anche le lunghe vacanze scolastiche; giornate intere a giocare nella neve che, nei miei ricordi, era sempre abbondantissima già dai primi di Dicembre.


Eppure, quando si avvicina il Natale, ripenso con nostalgia a quando si preparava l'albero e il pranzo tutti assieme e, solo dopo, ricordo le vacanze o i regali. Sicuramente, allora era il contrario ma la memoria, per fortuna, ci mette del suo. Quando vedo spuntare le prime decorazioni natalizie, dopo aver detto il classico: -Oddio, siamo già a Natale?- con una certa apprensione per l'aumento del traffico e l'affollamento dei negozi, mi torna in mente il papà che tornava a casa con l'albero e la mamma che frugava in remoti ripostigli. Ne tirava fuori delle scatole polverose con le palline, quelle di vetro, leggerissime e fragilissime. Com'erano belle, appese all'albero con il filo da rammendo. Che bello quando papà cominciò a lasciarmi scegliere le palline che poi avrebbe agganciato cominciando dall'alto. Che conquista quando cominciò a fidarsi dei mie nodi e qualcuna me la lasciava fissare anche a me. E quando, ormai grandi (12 anni io e 8 mia sorella) affidò a noi la responsabilità dell'intera operazione. Lui ci sorvegliava discretamente nascondendo la fierezza dietro l'immancabile nazionale senza filtro. Anche la mamma era contenta quando, seppur cresciuto, continuavo a trafficare con loro donne in cucina. E come mi sentivo adulto e importante quando decoravo con olive e cetriolini l'insalata russa. E oggi? Oggi il Natale è solo nostalgia e rimpianto. Forse perché molte di quelle persone non ci sono più. Forse perché i sogni e le illusioni sono rimaste la, insieme all'entusiasmo di un bambino che stava in ginocchio sulla sedia a modellare le pesche? No, forse no, mi manca solo quella capacità di stare insieme, di condividere una creazione, di non dare nulla per scontato, di non considerare banale nemmeno la scelta della posizione delle palline sull'albero. E' solo la memoria che mi gioca brutti scherzi? Che mi fa ricordare solo le cose belle, ingigantendole?
Dai, quest'anno, per Natale, facciamo qualcosa di.... qualcosa di ...di natalizio.
Ma alla maniera antica, senza comprare, andare, correre, telefonare. Dai, diamo inizio a una nuova/vecchia tradizione.
Remy

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12Commenti:

Blogger Aiuolik ha detto:

Il titolo del post è sicuramente azzeccato! Quest'anno sarà un Natale strano anche per me, per tanti motivi, ma spero che il calore dei miei cari mi aiuti a viverlo a meglio e lo auguro di cuore anche a te!

Ciaooooo

07/12/08, 14:04  
Blogger Back in the USA ha detto:

Mi hai fatto venire tanta nostalgia dei miei Natali passati, che assomigliano un po' ai tuoi.
Peccato che ora i figli pensino solo a cose materiali....
Bacini

07/12/08, 16:57  
Blogger Elena Bruno ha detto:

Un piacevolissimo post, ritrovo qua e là qualche sensazione comune ... quanto mi piace il natale in famiglia!

07/12/08, 18:51  
Blogger Monica Bedana ha detto:

Al'improvviso mi son resa conto che il vero passaggio all'età adulta lo segna il Natale in cui tuo padre ti permette di scegliere le palline da appendere all'albero...
Parole sante, io è da quando son sposata che provo a fare quel "qualcosa di natalizio"...ma ogni anno, puntualmente, alla fine mi chiedo:"Se ne saranno accorti gli altri?".
Basi vecio, vado a tirar fuori le lenzuola di fustagno a due piazze, quelle per i lacrimoni grossi.

07/12/08, 19:40  
Anonymous Anonimo ha detto:

Remy, Remy,
le tue parole hanno toccato uno dei miei "bottoni" sensibili: io in questo Natale non mi ci ritrovo proprio, non ha più nessun senso di festa spontanea, almeno per me, è solo un ingranaggio che mi stritola. Il tormentone sul fare o non fare i biscotti è sicuramente uno scherzo: ma non troppo, perchè di fondo c'è la mia allergia a questa specie di isteria collettiva, che ti impone la tortura di andare il 24 a comprare regali anche a gente di cui non ti importa niente, e da cui non vorresti avere niente.
Tutto è ingigantito e volgarizzato, bisogna festeggiare dappertutto, con le famiglie, con gli amici, al lavoro anche a scuola, dove maestre e bambini sono stressatissimi per fare lavoretti da vendere all'ormai inevitabile mercatino, dove ogni genitore, però, cerca di avere il prodotto del suo pargolo, e se frega altamente di quello che fanno gli altri. Ma perchè?
Mia mamma ha ancora l'albero finto di quando ero piccola, talmente brutto che non puoi fare a meno di volergli bene. Le palline erano sempre quelle, e pazienza se erano chiassose o qualcuna si rompeva un po', bastava metterla dietro.
IO adoravo la messa di Natale, perchè Don Giuseppe la faceva durare tre quarti d'ora e non di più (in qualunque occasione, Pasqua, battesimi o matrimoni, sempre tre quarti d'ora la faceva durare: un grande!) e perchè tornavamo tutti insieme, io e gli altri bambini del cortile, spesso a fare palle di neve.
I PM, naturalmente, sono su un altro pianeta, e per certi versi è normale che sia così, storditi ogni anno da una marea di regali di cui non credo riescano nemmeno a capacitarsi, nonostante i miei sforzi per tenere un profilo basso.
Certo non gli auguro di aspettare Natale, come capitava a me, per avere il regalo di un gioco nuovo e non riciclato, ma una sana via di mezzo forse non gli farebbe male.
Quest'anno siamo a metà del guado, con Niccolò che insiste per sapere se Babbo Natale siamo noi e Francesco che protesta scandalizzato alla sola idea.
Com'era? a me, o' presepe, nun me piace.
Hai ragione: è ora di fare qualcosa di natalizio sul serio.
BZZZZZZZZZZZZZZ

07/12/08, 21:34  
Anonymous Anonimo ha detto:

Remy .... questa non me la dovevi fare ....
Io sono "quella dura"! Non posso chiedere a Canny un po' del suo lenzuolo di fustagno!
.........
........

Dai, Canny, passami un angolino, per favore ....

07/12/08, 22:45  
Blogger paola dei gatti ha detto:

il natale, come la maggior parte delle feste cristiane è stato sovrapposto ad antiche ricorrenze pagane (lo stesso vale per i luoghi di culto)nella fattispecia alla festa del solstizio d'inverno, per rendere tali feste e luoghi meglio accetti ai convertiti

08/12/08, 11:53  
Blogger Fra ha detto:

I miei ricordi del Natale sono belli, soprattutto per l'atmosfera, quella magia che rendeva tutto speciale, come comprare l'albero e decorarlo l'8 dicembre, il cenone del 24 a base di pesce che si cominciava a preparare dalla mattina, il piacere di sedersi tutti a tavola insieme e la giocata a bestia mentre si aspettava la mezzanotte...tutte cose che cerco di conservare perchè senza il Natale sarebbe solo un altro giorno sul calendario
Un bacio
Fra

08/12/08, 19:56  
Blogger Luz ha detto:

Già, il Natale dell'infanzia! Anche a me non mancano i ricordi, quelli di una Roma scomparsa, di una famiglia che non c'è più, ma sai Remy, loro sono tutti vivi nei modi che abbiamo di sorridere quando facciamo l'albero o quando la sera della vigilia ci mettiamo davanti ai fornelli per il famoso fritto romanesco, e così ogni spicchio di carciofo passato nella farina e nell'uovo, ogni filetto di baccalà imbevuto nella pastella e sfrigolante, ogni lucina che brilla timorosa nei rami dell'abete, ogni pacchettino posato a terra, tutto, tutto è il gesto ripetuto dei nostri genitori e nonni che rivivono in queste dolci serate accanto a noi.

08/12/08, 21:01  
Blogger nonna fusion ha detto:

Dire tanto, sarebbe limitativo...
andate sempre forte.
Un saluto particolare a Pat che non dimenticherò sia per la sua pazienza, sia per la sua disponibilità.
Buon Natale a voi tutti,(non è una
frase fatta)

09/12/08, 20:32  
Blogger marinella ha detto:

Hai fatto ricordare i natali passati anche a me. Noi ci radunavamo dalla nonna e si mangiavano sempre le stesse cose tipiche di Natale. Ancora adesso per noi non è natale se non c'è La torta rumena (mia mamma è di origine rumena)la lingua in umido fredda, le frittelle di merluzzo, e gli agnolotti farciti con arrosto e bollito e conditi con cipolla rosolata al burro.... Baci

09/12/08, 23:32  
Blogger Amelia ha detto:

Io sono nata un po' dopo ma il mio Natale era simile al tuo, tieni duro, è ancora così, l'altra sera io, mamma mia sorella, arianna, carlotta (che ha imparato a chiudere i cappelletti) e filo che tira la pasta sull'imperia abbiamo cominciato il valzer dei cappelletti ed è stato un bellissimo momento per stare insieme chiaccherare, e l'orco ci ha raggiunto godendosi lo spettacolo, intanto vado a cheidere un pezzo di lenzuolo di flanella a canny

12/12/08, 10:20  

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