27 ottobre 2006

Il castoro

Libero adattamento di una fiaba moderna, solo apparentemente per bambini, del poeta, narratore e cantante del Québec Gilles Vigneault, tratta dalla sua raccolta Le grand cerf-volant pubblicata da Point.
Dedicato a Canny, on the write track.
Kat

Prima di incontrare il nostro piccolo amico dalla coda piatta e dai robusti dentoni, cercate di immaginare una foresta immensa, alberi, alberi e ancora alberi a perdita d'occhio. Splendidi e grandi alberi che l'autunno non ha ancora spogliato e che sotto all'ormai pallido sole sembrano ammantati d'oro e di bronzo.
Ora, in mezzo a questo mare di alberi dorati immaginate un chiazza argentata. E' il boschetto di betulle che attornia il laghetto dove la famiglia del nostro amico ha costruito la sua diga e la sua tana. Prima la diga, di modo che, trattenendo l'acqua il laghetto diventi più profondo, poi la tana che sembra un mucchio di paletti ma è una specie di condominio galleggiante.
Ci siete? Riuscite a sentire gorgogliare l'acqua dei tanti ruscelli che portano acqua al laghetto e dal laghetto la portano via? Sentite il vento che sussurra tra le foglie?

Perfetto!
Allora non vi resta che immaginare di sentire lo scric scrac scroc dei dentoni di un castorino alle prese con un mucchio di tronchetti.
Adesso non andate ad immaginare che Scrunsh (così si chiama il nostro amico) stia lavorando. Scrunsh è un castoro bambino e si sta divertendo un mondo a far finta di non aver tempo di giocare. Quindi gioca a lavorare e per chi è nato castoro e ha fretta di diventare grande, il più bel gioco è costruire una diga. Una diga tutta sua.

SCRUNSH - Kelp il gabbiano è stato proprio bravo a segnalarmi questo punto del ruscello. Qui è bello stretto, la mia diga sarà presto fatta. E' un po' lontano da casa e la mamma non sarà tanto contenta... ma ero proprio stufo di stare con tutti gli altri a chiacchierare con comare Orsa. Quella non fa che darci ammonimenti: State attenti alla volpe, state attenti all'aquila...

Scrunsh riprende a temperare i suoi amati tronchetti e a conficcarli man mano nel fango del ruscello. La sua diga sta ormai prendendo forma quando ad un tratto...
Una nube oscura il sole e l'ombra avvolge il piccolo ingegnere idraulico.
Ma...non è una nube, le ali delle nubi non frusciano in volo...

AQUILA - (suadente) Bel lavoro, piccolo. Come ti chiami?
SCRUNSH - Gulp!
AQUILA - Ti ho spaventato?
SCRUNSH - No no... è che... ero molto indaffarato e non l'ho sentita arrivare. Lei è l'aquila, vero?
AQUILA - Sono l'aquila e... vorrei saperne di più su come costruite le vostre dighe. In cambio, se vuoi, posso dirti com'è il mondo visto dall'alto. Ti va?
Ehi, sei per caso timido?
SCRUNSH - Oh bè... è che... tutti dicono che Lei... Insomma...
AQUILA - Ah già... So cosa vanno blaterando orsi, lontre e gabbiani. Tutte chiacchiere! Non sono cattivo, sono un'aquila. E' un mestiere piuttosto noioso, sai.
SCRUNSH - Ah sì?
AQUILA - Di lassù si vede tutto. Si sa tutto. Vedi avvicinarsi il cacciatore, vedi arrivare le nubi che portano la pioggia, quelle che portano la neve, vedi le anatre che migrano, le pernici che tornano, i caribù che galoppano di qua e di là. Sempre la stessa solfa. Però... ma certo, per te sarebbe una novità. Vuoi che ti porti a fare un giro, a vedere il mondo dall'alto? Potrei portarti a vedere dove abita il cacciatore.
SCRUNSH - Ehm... è davvero un pensiero gentile. Farò sapere a tutti della sua costesia ma vede... Mi scusi un attimo, questa corteccia mi sta dando del filo da torcere... Scrunsh scrunsh...
Scrunsh! Fatto! Dicevo... per quanto riguarda quel viaggetto, credo proprio che i miei non ne sarebbero per niente contenti. Se mi vedono per aria con lei, immagineranno chissà quale catastrofe. Cosa vuole, i miei vecchi hanno una mentalità da castori, non vedono più in là della diga.
AQUILA - Ehm, capisco.

E mentre chiacchierano del più e del meno, delle dighe e del mondo visto dall'alto, della mentalità dei papà e delle mamme castoro, dell'inverno alle porte e del cacciatore che non tarderà a farsi vivo, l'aquila e il castorino si mettono a camminare lungo il ruscello finché...

SCRUNSH - Fermo! Attento! Non si muova!

L'aquila si ferma e rivolge a Scrunsh un occhiata perplessa. Non c'è alcun segno di pericolo e lei ne ha viste ben altre. Cos'avrà mai in mente quel mezzo boccone di castoro?
Il mezzo boccone di castoro prende tra i denti un ramo bello lungo e, spazzate le foglie che coprivano un orrendo marchingegno, vi butta sopra il ramo e... le mascelle di ferro si richiudono con un sinistro CLACK!

SCRUNSH - Pfiù! Avrei dovuto farlo molto prima. E' una trappola per gli orsi. Qui sapevano tutti dov'era. La lasciavamo lì per evitare che il cacciatore ne mettesse altre in giro. Capisce?
AQUILA - Capisco. Grazie infinite! Ora, se mi vuoi scusare, avrei da fare! Ciao piccolo, ci vediamo!
Che nella lingua delle aquile sta per: Mi son preso una bella lezione! Da un mezzo boccone di castoro, poi!

SCRUNSH - Grazie della sua visita e arrivederci!
Che nella lingua dei castori significa: Mi son preso un bel spavento! L'orsa e i gabbiani sono dei bugiardi chiacchieroni. Oppure no?

Ma per finire, in tutte le lingue del mondo, la morale di questa favola è una sola:

Bisogna parlare con la gente prima di mangiarsela.

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1Commenti:

Blogger Monica Bedana ha detto:

:-))))))
Io l'ho visto Scrunch!!! E gli ho parlato!!! Di mangiarmelo non se ne parlava, ovviamente! Spedisco il link all'UCT, ne sarà felice anche lui, grazie!!!

27/10/06, 12:07  

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