30 gennaio 2006

Il cavolfiore nella nebbia

"... ma chi l'ha detto che e' proibito essere tristi? In realta', molte volte, non c'e' nulla di piu' sensato che essere tristi; quotidianamente succedono cose, agli altri o a noi, per cui non c'e' rimedio, o per meglio dire, per cui c'e' quell'unico e antico rimedio di sentirsi tristi.

Non lasciare che ti prescrivano allegria, come chi ordina un ciclo di antibiotici o dei cucchiai di acqua di mare a stomaco vuoto. Se lasci che trattino la tua tristezza come una perversione o, nel migliore dei casi, come una malattia, sei perduta; oltre ad essere triste ti sentirai in colpa. E non hai colpa di essere triste. Non e' normale sentire dolore quando ti tagli? Non ti brucia la pelle dopo una frustata? ... Vivi la tua tristezza, palpala, sfogliala nei tuoi occhi, bagnala di lacrime, avvolgila nelle grida o nel silenzio, copiala nei quaderni, segnala sul tuo corpo, fissala nei pori della tua pelle. Infatti, solo se non ti difendi fuggira', a momenti, in un altro posto che non e' il centro del tuo dolore intimo.

E per degustare la tua tristezza devo consigliarti anche un piatto malinconico: cavolfiore nella nebbia. Si tratta di cuocere quel fiore bianco e triste e consistente, col vapore acqueo. Lentamente, con lo stesso odore dell'alito che emana la bocca nei lamenti, si cuoce fino ad intenerirsi. E, avvolto nella nebbia, nel suo vapore fumante, aggiungigli olio di oliva e aglio e un po' di pepe, e salalo con lacrime che siano tue. E assaporalo lentamente, mordendolo con la forchetta, e piangi di piu' e piangi ancora, che alla fine quel fiore andra' succhiando la tua malinconia senza lasciarti asciutta, senza lasciarti tranquilla, senza rubarti l'unica cosa tua in quel momento, l'unica che nessuno potra' ormai toglierti, la tua tristezza, ma con la sensazione di aver condiviso con quel fiore immarcescibile, con quel fiore assurdo, preistorico, con quel fiore che i fidanzati non chiedono mai dai fiorai, con quel fiore del cavolo che nessuno mette nei vasi, con quell'anomalia, con quella tristezza fiorita, la tua tristezza di cavolfiore, di pianta triste e malinconica".

Hector Abad Faciolince - Trattato di culinaria per donne tristi, edito da Sellerio nel '97, letto e trascritto da Gennarino

4Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto:

Bellissimo, Gen. Grazie. Kat

ps: la nebbia attorno al fiore c'è, giuro che c'è, solo che non vuole farsi vedere. Uffa.

31/01/06, 08:11  
Anonymous Anonimo ha detto:

E questa sera l'abbiamo pure mangiato. Con una bella vinaigrette all'erba cipollina. Ecco!

31/01/06, 20:06  
Anonymous Anonimo ha detto:

La nebbia la vedo... accennata, come e' giusto che sia! ;)

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gen

31/01/06, 21:08  
Blogger cioccapiatti ha detto:

...che tristezza...già oggi non ero al massimo della forma...però è molto ben scritto...tant'è che mi ha toccato il cuore

01/02/06, 12:35  

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