02 novembre 2006

Il pastore e le tre viandanti

il nostro gregge è stato scolpito da Cesare Marguerettaz

Emicrania, Colica e Morte, un bel giorno si trovarono a viaggiare assieme.
Da parecchio non s'incontravano e decisero di festeggiare degnamente. Una bella cena, ecco cosa ci voleva. Rivoltarono le borse stupendosi poco di trovarle vuote.

- Cosa sarà mai! dirono scorgendo un pastore che pascolava il suo gregge in una pietraia. Ci faremo dare una pecora da quel pezzente. Basterà spaventarlo appena un po' !

Il pastore si stava sfamando con un tozzo di pane e un pezzo di formaggio all'ombra di una roccia. Emicrania si fece avanti, gli occhi lucidi, lo saluto e disse :

- Belle bestie!
- Non mi lamento, rispose il pastore.

- Ne voglio una, bello grassa
- Se la puoi pagare, è tua, disse l'uomo.
- Pagarla? sbuffò Emicrania. Tu non sai chi sono io!

- Non lo so e poco n'importa, biascicò il pastore masticando tranquillo il suo pranzo.
- Mi chiamano Emicrania. O mi dai una pecora o ti entrò nella testa.
Per tutta risposta il pastore scolò il vino rimasto nella borraccia.

Emicrania gli entrò allora nella testa come una furia. Vi accese dolori lancinanti. L'uomo, la fronte in fiamme, si avvio verso il torrente che scendeva dai monti e vi tuffò la testa.
Emicrania, gelata, corse via tremando e battendo i denti.
Quando raggiunse le due comari, si lasciò crollare a terra gemendo :
- E' un osso duro !
- Ci penso io, disse Colica. Io non ho certo paura dell'acqua fredda. Anzi!

- Salve, disse gracidando la seconda comare al pastore che ora stava masticando beato un rametto di lavanda. Dammi una pecora !

- Fuori i soldi, poi se ne può discutere.
- Dammi una pecora e rimpiangerai di avere le budelle!
- Ma va a ramengo! sbottò il pastore. Sai che paura mi fai!
Colica entrò in azione con tutta la rabbia che aveva in corpo ma l'uomo, seppur piegato in due, accese due grandi fuochi e tra questi andò a coricarsi avvolto in una coperta .
Colica prima sudò poi soffocò e , soffiando come un mantice, dovette battere in ritirata.
- E così ha fregato anche te ! ma non preoccupatevi per la cena, disse Morte. Ci penso io.

- Sai chi viene a farti visita ? disse al pastore spalancando le braccia scarne.
- No, ma non mi piaci.
- La cosa mi sorprende poco. Sono la Morte.
- E cosa vuoi da me ?
- Una pecora, nulla più.
- E sia! A te non posso rifiutarla. Prendi quella che vuoi. In cambio, vedi di dimenticarmi il più a lungo possibile. Sono povero ma vivere mi piace assai.
- Ignoro come te quel che ti resta da vivere, gli rispose la Morte, ma se proprio vuoi sapere è facile!


Gettò su di lui, il suo manto nero. Un batter di ciglia e il pastore si trovò in un immenso campo orlato di nebbia. Un campo di candele. Milioni di candele accese.
La Morte ne mostrò all'uomo una fra le tante.
- Questa è la tua !
- Brucia proprio bene, disse felice l'uomo. Ma un po' in fretta, aggiunse subito dopo. Dai, dammi una mano a farla bruciare cent'anni!

- Non posso nulla per lei, gli rispose la Morte. Io aspetto, tutto qua. Quando la fiamma si spegne, vado a prendere il mio uomo. Lì si ferma il mio compito.

Il pastore rimase un attimo trasognato. Poi scoppiò a ridere.

Era tornato in mezzo alla pietraia dove le sue pecore brucavano tranquille un erba rada ma profumata.
- Non puoi nulla, disse alla Morte, ne per me ne contro di me, vero? E io dovrei darti una delle mie bestie? Ma neanche la più magra! Anzi, smamma o ci penso io a darti ...un sacco di legnate!
La Morte non aspettò di vederlo alzare il bastone. Si dissolse come fumo nero.

Più potente delle montagne, più debole di un capello, andò quel giorno a nascondere la sua vergogna nel villaggio dove il gallo non canta mai.

Liberamente adattato da un leggenda corsa raccolta da Henri Gougaud nel suo L'arbre d'amour et de sagesse, ed.Seuil.
Kat

1Commenti:

Blogger cat ha detto:

brrr che brividino gelato lungo la schiena! stasera la riciclo per i piccoli mostri...anzi no che non vorrei trovarmeli a letto tutti e due! saluti pensosi cat

02/11/06, 20:28  

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