03 marzo 2016

La pasta fresca di Oscar l'estrattore

Più che un utensile, Oscar è una macchina utensile, un bel maschiaccio carrozzato che sa fare parecchie cose senza fare fracasso e senza tirarsela nemmeno un po'.  Era già quasi "vintage" quando è arrivato a casa nostra quindi decisamente meno caro degli ultimi modelli. Altro notevole vantaggio, corrisponde alle nostre esigenze. Perché l'impastatrice già l'avevamo, parecchio "vintage" anche lei, mentre la trafila no. Siccome comprarla costava parecchio, quando siamo passati dalla centrifuga all'estrattore, abbiamo ascoltato i consigli letti in rete  e  scelto un estrattore che sapesse fare anche la pasta.

Va detto subito che su quel fronte, Oscar non è molto versatile: spaghetti, spaghettoni formato pici (probabilmente udon in origine) trenette (probabilmente noodles) e fettuccine, oltre a una cosa che il libretto propone come salatini ma, secondo noi, in Asia  (Oscar è nato in Corea) appartiene alla famiglia dei gnocchetti di riso.

Munito della boccola per l'omogeneizzazione (anziché del filtro per i succhi), oltre alla pasta, Oscar sa fare il purè, anche molto bene, di qualsiasi frutta (anche secca) e verdura. Se si possa usare per fare gli gnocchi di patate, al momento non sappiamo, però - con un doppio passaggio (prima puré, poi aggiunta degli altri ingredienti, poi trafila)  ci sembra possibile.
Proviamo e se funziona, torniamo a riferire.
In compenso, già da ora, non possiamo dargli un bel voto per le fettuccine ma solo perché a noi la sfoglia piace sottile mentre a lui vengono molto "stagne".

A proposito di sfoglia, va sottolineato che Oscar non la fa. Non è attrezzato. Lui prende i salamotti di pasta che gli si porge e la coclea li spinge fuori attraverso la trafila di turno. Tornando ai vari formati, se abbiamo bocciato le fettuccine, ci sentiamo invece di promuovere le trenette che, per loro natura, sono più spesse delle tagliatelle quindi che vengano belle spessotte ci sta.

Abbiamo provato tutte le trafile a disposizione con lo stesso impasto (di cui diremo più avanti) e l'unico formato che Oscar ha faticato un po' a estrudere sono gli spaghetti.
Poco male visto che non ci è mai venuto in mente di fare spaghetti di pasta fresca.
Però, chissà, con un impasto a base di riso...Pare che facendoli essiccare del tutto prima di cucinarli... Ma vai a ricordare dove abbiamo letto la ricetta...

Al momento, Oscar ci ha soprattutto aiutati a fare i pici, una pasta che non prevede uova e quindi corrisponde bene alle nostre esigenze.
Abbiamo usato le dosi proposte dal libretto* (che di porzioni non parla ma le porzioni, si sa, sono un opinione) e ottenuto un impasto di facile gestione.
Per due piattoni abbiamo usato :
- 120 g di semola di farro
- 120 g di farina di farro bianca
- mezzo cucchiaino di sale fino
- 120 g d'acqua calda

* Veramente il libretto che accompagna Oscar parlava di 2 tazze di semola di grano duro e mezza tazza d'acqua calda che, una volta pesate corrispondono, grammo più grammo meno, a quanto sopra. 

Abbiamo messo tutto nel robot (lama a S) e, una volta ben amalgamato, ritirato l'impasto in frigo, coperto con pellicola, per un paio d'ore.
A quel punto è entrato in funzione Oscar, con la trafila da spaghettoni, affiancato da due vassoi coperti con teli privi di profumo di detersivo e velati di farina.
Perché due? Perché sul primo si adagia, senza stringerla mai, la pasta appena estrusa che esce calda quindi molle quindi, per quanto compatto sia l'impasto di partenza, molto propensa ad agglomerarsi di nuovo.
Anche tagliandola è facile agglomerarla. Il libretto dice di usare le forbici. Con quelle non siamo riusciti a fare niente di buono. Un coltello ben affilato passato da sotto in su a filo della bocca di Oscar ci ha dato risultati decisamente migliori.
Va detto che lavoriamo a 4 mani. Converrebbe fare così, almeno le prime volte, il tempo di prendere confidenza con i ritmi della macchina che sono piuttosto veloci.
Se è vero che i ritmi della macchina sono veloci, è altrettanto vero che si può fermare quanto e quando si vuole, magari tenendo coperto con la pellicola l'impasto in attesa.

Man mano che si raffreddavano ( è un attimo), i pici sono stati trasferiti sul secondo vassoio facendo posto ai successivi.
La pasta ottenuta è bella ruvida e trattiene molto bene il sugo e, contrariamente all'impasto in attesa di lavorazione, va lasciata asciugare all'aria. Anzi, se potete, lasciatela asciugare un'oretta.

E questi ultimi sgorbietti? Nascono dalla pallina di impasto (formato ping pong) che Oscar, come peraltro quasi tutte le macchine, trattiene fra i denti a fine corsa. Ci sembrava brutto buttarla. Stesa un po' spessa col mattarello, tagliata e rullata a mano sulla spianatoia, è finita in pentola anche lei, totalmente inosservata.

Il sugo questa volta l'ha scelto lui, un classico aglione che ci stava d'incanto.

Piaciuto, anzi di più!
Kat e Remy

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