Piccoli vantaggi dei periodi "senza"
Per chi ama cucinare (e accessoriamente mangiare, a meno che non sia l'inverso ;-) i periodi senza possono essere o molto deprimenti o molto stimolanti.
E' tornato per me il periodo senza grano e lieviti (quindi senza tutti i fermentati, dal pane al formaggio all'aceto alla salsa di soia) e senza parecchie altre cosine che non hanno però a che fare né con la quaresima né con un vero e proprio conteggio delle calorie. A chi soffre di intolleranze, per smaltire peso e malanni basta allontanarsi dagli alimenti che lo fanno gonfiare. Qualcuno capisce da solo quali sono (quando sono pochi e si esprimono in modo chiaro), qualcuno fa finta di niente e si ritrova con un organismo talmente incasinato da non sentire più i segnali, qualcuno ha bisogno di fare i test, qualcuno non crede alle intolleranze (oppure non ci crede il suo medico) ecc. ecc.
Questa volta però affronto il periodo senza con atteggiamento positivo e rilassato e devo dire che le tagliatelle di grano saraceno e kamut con friarielli (o cime di rapa se non ne trovate ma qualcuno dice che sono la medesima cosa e magari ha pure ragione) insomma le tagliatelle un pelino alternative che ho messo nel piatto (di entrambi) sono venute proprio buone, quindi ve le racconto.
Meno condimento vuoi o puoi usare più diventa importante che gli alimenti che metti nel piatto abbiano sapori decisi. L'idea di provare a fare in casa le tagliatelle di saraceno viene da qui, complici i notevoli reportages del Cavoletto dal Giappone.
Leggo la ricetta del Rustic soba noodle hot pot di Chika e provo ma col kamut al posto del grano. Due terzi di farina di saraceno (quella fine, senza crusca che trovo in Francia dove viene usata per fare le galettes bretonnes, sennò basta setacciarla) un terzo di kamut, un pizzico di sale, un cucchiaio d'olio e.v.o. e acqua bollente aggiunta poca per volta fino ad ottenere un impasto compatto ma sodo. Lascio riposare in frigo almeno un ora quindi stendo sull'asse col rullo, spolverizzando spesso di farina di saraceno sia il rullo che l'asse perché questo impasto seppur sodo tende ad appiccicare.
Arrotolo lembi di pasta infarinati e taglio col coltello.
Temo che con l'Imperia sia più difficile gestire questo tipo di impasto, inoltre a mano è molto più facile di quanto pensavo (e tenete conto che non ho manco una goccia di sangue emiliano ;-)
Srotolo e stendo su un vassoio velato di farina e lascio riposare il tempo di preparare la verdura.
Ebbene sì, i friarielli ora si trovano anche ad Aosta, nota città meridionale (basta andare al mercato per averne la conferma ;-) Questa volta non c'erano e le verdure che ho portato a casa sono risultate essere cime di rapa. Però, prima o poi li ritrovo e confrontiamo ;-)
Ho sacrificato un po' di gambi e Remy si è sacrificato e ha pazientemente tagliato le foglie a listarelle lasciando invece intere le infiorescenze.
Abbiamo buttato in un pentolone di acqua salata la verdura, contato sei minuti dalla ripresa del bollore quindi aggiunto la pasta. Le tagliatelle di saraceno sono parecchio più lunghe a cuocere della normale pasta all'uovo quindi conviene assaggiare. In compenso è praticamente inevibaile che si spezzino.
Una volta scolate (lasciandole piuttosto umide) le abbiamo buttate in una padella dove avevamo rosolato un po' d'aglio nell'olio e.v.o. Remy ha poi aggiunto nel suo piatto il suo amato olio santo.
Tutto qua ma decisamente non era una penitenza.
Kat
P.S. per Gaia, prossima volta tento l'avventura del saraceno 100 %. Quando vieni a cena? ;-)
P.P.S. per chi come noi cucina col bilancino aggiungo le proporzioni per due porzioni :
- farina di saraceno 80 g
- farina di kamut 40 g
- olio e.v.o. un cucchiaio per l'impasto + più altro per condire
- sale, un pizzico
- circa una tazzina da caffè di acqua bollente
- due belle manciate di friarielli sminuzzati
- uno spicchio d'aglio
E' tornato per me il periodo senza grano e lieviti (quindi senza tutti i fermentati, dal pane al formaggio all'aceto alla salsa di soia) e senza parecchie altre cosine che non hanno però a che fare né con la quaresima né con un vero e proprio conteggio delle calorie. A chi soffre di intolleranze, per smaltire peso e malanni basta allontanarsi dagli alimenti che lo fanno gonfiare. Qualcuno capisce da solo quali sono (quando sono pochi e si esprimono in modo chiaro), qualcuno fa finta di niente e si ritrova con un organismo talmente incasinato da non sentire più i segnali, qualcuno ha bisogno di fare i test, qualcuno non crede alle intolleranze (oppure non ci crede il suo medico) ecc. ecc.
Questa volta però affronto il periodo senza con atteggiamento positivo e rilassato e devo dire che le tagliatelle di grano saraceno e kamut con friarielli (o cime di rapa se non ne trovate ma qualcuno dice che sono la medesima cosa e magari ha pure ragione) insomma le tagliatelle un pelino alternative che ho messo nel piatto (di entrambi) sono venute proprio buone, quindi ve le racconto.
Meno condimento vuoi o puoi usare più diventa importante che gli alimenti che metti nel piatto abbiano sapori decisi. L'idea di provare a fare in casa le tagliatelle di saraceno viene da qui, complici i notevoli reportages del Cavoletto dal Giappone.
Leggo la ricetta del Rustic soba noodle hot pot di Chika e provo ma col kamut al posto del grano. Due terzi di farina di saraceno (quella fine, senza crusca che trovo in Francia dove viene usata per fare le galettes bretonnes, sennò basta setacciarla) un terzo di kamut, un pizzico di sale, un cucchiaio d'olio e.v.o. e acqua bollente aggiunta poca per volta fino ad ottenere un impasto compatto ma sodo. Lascio riposare in frigo almeno un ora quindi stendo sull'asse col rullo, spolverizzando spesso di farina di saraceno sia il rullo che l'asse perché questo impasto seppur sodo tende ad appiccicare.
Arrotolo lembi di pasta infarinati e taglio col coltello.
Temo che con l'Imperia sia più difficile gestire questo tipo di impasto, inoltre a mano è molto più facile di quanto pensavo (e tenete conto che non ho manco una goccia di sangue emiliano ;-)
Srotolo e stendo su un vassoio velato di farina e lascio riposare il tempo di preparare la verdura.
Ebbene sì, i friarielli ora si trovano anche ad Aosta, nota città meridionale (basta andare al mercato per averne la conferma ;-) Questa volta non c'erano e le verdure che ho portato a casa sono risultate essere cime di rapa. Però, prima o poi li ritrovo e confrontiamo ;-)
Ho sacrificato un po' di gambi e Remy si è sacrificato e ha pazientemente tagliato le foglie a listarelle lasciando invece intere le infiorescenze.
Abbiamo buttato in un pentolone di acqua salata la verdura, contato sei minuti dalla ripresa del bollore quindi aggiunto la pasta. Le tagliatelle di saraceno sono parecchio più lunghe a cuocere della normale pasta all'uovo quindi conviene assaggiare. In compenso è praticamente inevibaile che si spezzino.
Una volta scolate (lasciandole piuttosto umide) le abbiamo buttate in una padella dove avevamo rosolato un po' d'aglio nell'olio e.v.o. Remy ha poi aggiunto nel suo piatto il suo amato olio santo.
Tutto qua ma decisamente non era una penitenza.
Kat
P.S. per Gaia, prossima volta tento l'avventura del saraceno 100 %. Quando vieni a cena? ;-)
P.P.S. per chi come noi cucina col bilancino aggiungo le proporzioni per due porzioni :
- farina di saraceno 80 g
- farina di kamut 40 g
- olio e.v.o. un cucchiaio per l'impasto + più altro per condire
- sale, un pizzico
- circa una tazzina da caffè di acqua bollente
- due belle manciate di friarielli sminuzzati
- uno spicchio d'aglio
Etichette: alternativi, primi
19Commenti:
Ciao!
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Buon lavoro!
vedo vedo...un po' di sud anche al nord...da noi quelle verdurine lì sono le "cime di rapa" ....superlative con orecchiette ed olio evo crudo....provare per credere(finito il periodo "senza", naturalmente, a meno che tu sia talmente mitica da saper fare le orecchiette :)
bacibaci
Ciao Anna
Dici che ho confuso friarielli e cime di rapa? Facile, loro sono della stessa famiglia e io sono poi sempre una sciocca francese ;-) Il risultato era comunque molto buono pur non avendole "stracinate" prima.
No, le orecchiette non ho ancora avuto il coraggio di farle ma la voglia c'è. Chissà...
Buona settimana. Kat
dai, per essere un periodo "senza" con questo piatto dall'aria saporosissima te la passi niente male!! chissà che passi presto comunque, le intolleranze sono proprio fastidiose, specie per chi ama mangiare tutto!
I periodi 'senza' sono i momenti in cui ho avuto i migliori risultati in cucina...quando le esigenze hanno fatto da incipit a ricerche alternative. Il tiramisù morgana ne è un esempio...ed oggi mi viene anche richiesto espressamente. Non volevo parlare di me, sorry, ne approfitto solo per complimentarmi per la riuscita dell'abbinamento e per l'approccio home made...che ripaga sempre, pancia e cuore ;)
Ciao Fiorella, grazie per la solidarietà. Passare non passeranno, non tutte ma se riesco a seguire il percorso completo, soprattutto il reinserimento graduale degli alimenti, magari questa volta mi tolgo qualche fastidio oltre a diventare meno ingombrante ;-)
Ciao Mario, forse te l'ho già detto, sennò ripeto volentieri: qui, se parli anche di te, sarai sempre il benvenuto. Tanto lo so che sei dotato di granitica autocensura ;-)
Un abbraccio ad entrambi. Kat
Grazie davvero! :))))
Nei periodi "senza2 si scoprono certamente sapori nuovi ed ingredienti ignorati..arricchimento, non privazione!Nell'essenzialità spessissimo si trova il sublime!Ottima pasta!
No, aspetta, voi ad Aosta avete i friarielli? (per me che sono campana è un colpo al cuore). quando riporterai i lievitati nella tua cucina, non farti mancare una pizza con friarielli e salsiccia! Baci! mariachiara
Bravissima che hai iniziato, lo sto facendo anch'io. I friarielli che io sappia sono dei peperoni piccoli verdi dolci che si fanno appunto friggere in padella, anche secondo me quelli della foto sono cime di rapa.
io mi sto studiando un sacco di ricette vegetariane ma stuzzicanti, questa sera siamo andati sul tranquillo insalatona mista, brocoli ripassati in padella, vellutata di funghi e 1 sardina di eataly per gli omega 3.
Baciotti
Evvvvai, Marinella !
Sì, quella cosa dei peperoni verdi dolci l'ho letta e sentita anch'io tantè che non mi sarei permessa di chiamare così le mie "cime di rapa" se non avessi avuto in supporto il sito linkato. Per qualcuno quei peperoni sono invece friggit(i)elli. Non mi addentro oltre, io sono straniera e mi accontento di essere affascinata dal linguaggio multiforme di questo paese e dai mille sapori di cui ancora dispone.
Kat
Ciao Maricler
quest'autunno ad Aosta prima del gelo c'erano dei bellissimi friarielli (veri verissimi seppur coltivati qui)nelle ceste dei contadini al mercato di Viale della Pace ;-) Ora vado dai verdurieri calabresi dello stesso mercato e prendo le verdure che più ci assomigliano ;-)
Kat
sui periodi senza non posso che essere d'accordo: nel mio caso il mio all-life-long senza glutine ha prodotto addirittura un blog di cucina!!!!
la ricetta mi intriga assai, visto che ultimamente mi sono lanciata nella pasta fatta in casa e il saraceno mi piace molto. sostituirò il kamut con qualche altra farina consentita.
e con questi inviti a cena come si fa a dire di no?
p.s. anche a me sembravano cime di rapa, ma non osavo dirlo... :-)
Ho corretto il post perché veicolare un informazione errata è l'ultima cosa che voglio. Ho già qualche problema con l'italiano...
Se i commenti acidi sono sgraditi a tutti, quelli costruttivi degli amici sono sempre un piacere quindi se sbaglio conto su di voi per aiutarmi a correggere il tiro. Mica siamo qui solo per farci i complimenti. Al massimo verifichiamo insieme.
Grazie a tutti. Kat
sono un'idiota.
stasera avevo per le mani un mazzo di cime di rapa super-iper-bio e le ho semplicemente fatte come contorno a un roast-beef.
perché non mi sono ricordata di questa ricetta?
venerdì torno al mercato a comprare le cime!
Naaaaaaaa, Gaia, mi hai dato invece un ottima idea, questa sera roast-beef con cime di rapa in padella ;-)
Smack. Kat
Pensa che dalle mie parti i friarelli li chiamiamo broccoletti e di solito li mangiamo solo con olio e limone.
Mi consola sapere di non essere la sola in un periodo "senza", nel mio caso si tratta di latticini, fortuna che il grana però riesco ancora a mangiarlo. Però è vero, ha i suoi vantaggi ... ti rimetti in forma, fai buoni propositi per mantenerti in forma e soprattutto assapori le pietanze in un modo diverso!
Bisogna però riconoscere che nel mio vecchio periodo "senza lieviti" l'ho presa decisamente peggio ...
Marika
ciao Kat, che bello ritrovarti! mi dispiace per il tuo periodo senza, ma vedo che te la cavi egregiamente! io invece, nei "periodi senza" (che sono...strano ma vero..senza verdure e frutta) sono di quelli che si deprimono per mancanza di idee!
ho in casa un pacco aperto di farina biologica di kamut da utilizzare...e pensavo proprio a della pasta fresca! mi sa che proverò questa qui!
Ciao Moscerino, sono felice anch'io ddella tua visita! Capisco benissimo quanto mi scrivi riguardo a frutta e verdura. A molti sembra strano e ci guardano strano e questo non aiuta. Se però, come nel mio caso, devi asternertene per un intolleranza ai salicilati naturali, potrebbero interessarti i manuali del Dott. Speciani editi da Tecniche nuove. Così magari scopri che devi eliminare pesche e zucchine o non mangiarne più di tot grammi al giorno ma puoi strafogarti di carciofi! ;-) Trovi parecchio anche sul suo sito on line. Smack. Kat
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