Davvero,
non vorrei disturbare... però la giornata era uggiosa, le ossa doloranti e i pensieri decisamente storti così ho pensato bene di iniziare a sperimentare i dolcetti quasi light della Signora Pooh cominciando da questo...
La Signora Pooh che ci ha deliziati questa volta non è quella che incontrerete ne
La daga nel loden di Lella Costa. A dir vero, di cognome fa Poux. Si si, come hibou, chou, caillou, genou, pou (che in francese antico sta per gallo, insomma il maschio della poule, in francese moderno è decisamente meglio se non ve lo dico) al plurale vuole la x. Naaa, mica per ricordarvi che sono francese e guardarvi dall'alto ridacchiando mentre l'Italia va a ramengo. Le tasse le pago qua e l'aria che respiro è la stessa vostra e la nausea viene anche a me. Senza contare che, in teoria, la vostra Costituzione è più bella della mia.
Magari, iniziassimo tutti insieme a difenderla e a farla applicare!
Pardon, stavo dicendo della Signora Poux. Cara ragazza questa Julie e ragazza decisamente in gamba la sua editrice Raphaële Vidaling (Tana éditions). Ho trovato il volumetto
C'est du gâteau in biblioteca. Ah,
la NOSTRA biblioteca... ! Scusate, mi scappa una doppia breve parentesi:
- ad Aosta andiamo molto fieri della nostra Biblioteca Regionale. Venite a vedere e capirete perché. Ovviamente gli scaffali che amo di più sono quelli, ovviamente bilingui, dedicati alla cucina ;-)
-
c'est du gâteau che tradotto letteralmente significa
è torta ha qui un doppio senso molto diffuso ovvero
é facilissimo. Dai francesi sentirete usare questa espressione in tutte le salse. Ascoltare per credere, sono capacissimi di definire
du gâteau una gita sci-alpinistica!
Ops, mi sono di nuovo allontanata dalla buonissima torta quasi light della Signora Poux.
La cara Julie è golosa ma, da persona normale qual'è, se mangia molti dolci ingrassa. Rinunciare sarebbe troppo. Alternare fasi dolci e fasi di penitenza fa malissimo sia alla salute che alla linea. La soluzione di Julie Poux è semplice, torte piccine poco dolci e poco grasse. Buone però. E facili, lo giuro. C'est du gâteau !
Per 8 belle porzioni di Torta di mele, uvetta (e rum se non ci sono bimbi) servono :
- 500 g di mele (due belle grandi)
- 100 g di uvetta
- 7,5 cl di rum (oppure di té se preparate la torta per dei bambini)
- 8 cl di olio (qui extra vergine d'oliva ma per i dolci di solito si usa quello di riso o di arachidi, più neutro)
- 350 g di farina
- 150 g di zucchero di canna + una bella cucchiaiata
- 2 uova grandi
- 1 cucchiaino e mezzo di lievito ( oppure 1 cucchiaino di cremor tartaro e una punta di cucchiaino di bicarbonato)
- 1 cucchiaio di aceto
- 1 cucchiaino di cannella
- un pizzicone di sale
- mandorle a scaglie (facoltativo ma delizioso)
Mentre il forno si riscalda fino a 180°, sciacquate l'uvetta e mettetela in ammollo nel rum intiepidito.
In una ciotola versate farina/zucchero/sale/cannella e lievito mescolando bene per eliminare eventuali grumi. In un'altra sbattete le uova con l'olio e l'aceto.
Sbucciate ora le mele e tagliatele a dadini. Volendo si possono aggiungere all'uvetta nel rum così non si scuriscono.
Versate uova e olio nella ciotola della farina, mescolate bene quindi unite le mele, l'uvetta e il rum incorporando il tutto con cura.
Sistemate l'impasto in una teglia (foderata di carta forno se non è di silicone) da 22-24 cm, polverizzate di zucchero e, volendo, di mandorle a scaglie e infornate per circa 30 minuti.
Fate la prova stecchino che deve uscire asciutto. Sformate la torta con delicatezza e lasciatela raffreddare su una griglia. Diciamo che basta aspettare che non sia più rovente, da tiepida è buonissima... Però, se avvolta in carta forno una volta ben fredda, l'indomani è persino più gustosa.
Che dite, continuo a sperimentare le tortine della Signora Poux ?
Kat
P.S. :
Qui la versione più soffice con mele grattugiate
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