21 settembre 2017

Rapanelli, foglie tenere

Passata la tormenta (sia climatica che famigliare) il primo pensiero è stato l'orto. Al momento sembra che abbia superato egregiamente sia la botta di freddo che la poca disponibilità degli ortolani. Pensare all'orto serve anche a ritrovare i ritmi consueti, la routine che fa da substrato alla serenità. Mettere le mani nella terra, poi...! Per farla breve, abbiamo diradato i rapanelli e ne abbiamo fatto un paio di salsine.  Quella fotografata, cruda, si presta a pucciare tutto quanto vi aggrada, dai grissini ai bastoncini di carote  agli stessi rapanelli.  Un modo come un altro per non sprecare. Unica pecca, chi non ha l'orto potrebbe faticare a trovare fresche quelle foglie. Appassiscono in tempi record.

Servono :
- foglie di rapanelli, molto fresche, lavate e sgrondate con cura*
- semi oleosi (canapa, pinoli, girasole, zucca) o frutti a guscio (noci, mandorle, nocciole, pistacchi) secondo i gusti, le tolleranze e le disponibilità
- olio e.v.o
- poco succo di limone o lime o qualche goccia di aceto**
- sale a piacere
(e, volendo, aglio spremuto, una punta di cucchiaino di senape, del miso bianco, va a gusti).

* Meglio togliere le radichette. Una volta cresciute diventano teneri rapanelli. Da piccole possono essere coriacee e filose.
** Il massimo per noi - ma non a tutti piace - è l'Umeboshi ovvero la colatura delle prugne giapponesi sotto sale. Siccome sono appunto sotto sale, non se ne aggiungerà altro. Anzi, mano leggera.

Mixare il tutto e assaggiare. Toccherà andare a naso. Chi non disdegna i sapori amari metterà molte foglie e pochi semi. Chi ha ancora dubbi, farà l'esatto contrario.
A proposito di amaro, se vi piace la rucola e se, come noi, siete stati occupati  altrove e le foglie esterne sono cresciute troppo per farne un'insalata, qui trovate un Pesto che consente di usarle per condire la pasta.
Che l'autunno ci sia dolce !

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