31 gennaio 2009

Esproprio Proletario: il pollaio

- Brrr che freddo! 'giorno, anche voi qui?
- Con la neve questo è l'unico posto dove si trova da mangiare
- Andiamo?
- Aspetta, adesso ci son dentro le tortore... ah no, eccole che escono...
Dai che tocca a noi!

Cliccate sulle foto per ingrandirle

Passeri, tortore, il pollaio, Kat e Remy

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30 gennaio 2009

Paese che vai...


Ci sono paesi dove i Vigili del Fuoco salgono sui tetti per far scendere i gatti...

Più seriamente: è per evitare che cada in testa ai visitatori

Kat e Remy

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29 gennaio 2009

Dura la vita...


...per i ladri di biciclette



Kat e Remy

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28 gennaio 2009

Una sfida senza fine


Dopo aver provato con una ricetta poco credibile che avevo aggiustato un po'.
Dopo aver barato facendola con la pasta da pane... sono partito per il terzo tentativo con una ricetta dall'aspetto sicuramente tradizionale. Ha persino un poolish rinfrescato e 26 ore di preparazione (Graziella perdono) e invece ci sono troppi liquidi e io, con la neve e l'autobus da prendere per un appuntamento dall'osteopata che mi ero dimenticato, l'ho lasciata così com'era.
Buona è buona, anzi a me piace proprio ma la fougasse è un'altra cosa.
Ve la racconto lo stesso così se volete provare questa "roba focacciosa" che merita...

Il poolish:

Al mattino, sciogliere 5 g di lievito di birra liofilizzato (10 g se fresco) in 150 g di acqua. In un contenitore mettere 75 g di farina tipo "0" incorporarvi l'acqua e il lievito. Coprire con un panno umido e lasciar riposare 12 ore.

Il Rinfresco:

Alla sera, incorporare 75 g di farina tipo "0" e 100 g di acqua al poolish. Coprire con un panno e lasciare riposare 12 ore.


L'impasto:

Il giorno dopo, nell'impastatrice o in un'altra ciotola, mettere 500 g di farina tipo "0" 10 g di sale e 250 g d'acqua. Impastare e aggiungere due cucchiai d'olio evo poi il poolish. Lasciare impastare a lungo perché verra molto molle. Coprire e lasciare riposare 1 ora e mezza o 2.

La messa in forma (si fa per dire)

Sgonfiate l'impasto e aggiungetevi una manciata di olive snocciolate (io ho usato le taggiasche) e un paio di cucchiaini di origano secco. La ricetta dice di lavorarlo su una spianatoia ma è impossibile, meglio farlo nella ciotola. A questo punto, armati di pazienza ed una spatola, fatelo colate il più regolarmente possibile in una teglia antiaderente o foderata di carta forno. (io ho infarinato l'antiaderente per maggiore sicurezza). Fate riposare un oretta e infornate in forno preriscaldato a 240° per 6, 7 minuti. Poi abbassate a 210° per una mezz'oretta circa coprendola con carta forno se scurisce troppo.

Così, dopo 28 ore circa, avrete una focaccia che non assomiglia per niente a una fougasse :-(

Per la cronaca, io ci ho messo più tempo perché sono dovuto andare in città ma, dopo averla assaggiata e trovata molto buona, sono andato a palare un po' di neve tanto per far contenta la mia osteopata.

Remy

P.S. però ci riprovo e se volete farlo voi, togliete un 100 grammi d'acqua in ultima fase.

P.P.S. Fin'ora il sapore di queste sfide con la Fougasse è stato ottimo ;-) Kat

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27 gennaio 2009

Tu passerai per il camino



In questo periodo stanno ricominciando i tentativi di emarginare gli immigrati, le donne che abortiscono, le religioni diverse dalla nostra, le coppie di fatto, chi ha il colore della pelle differente, gli omosessuali... Diventa indispensabile ricordare dove può portare l'odio o semplicemente la paura di chi è diverso da noi!
Facciamo un'esercizio per tenere allenata la Memoria: nei campi di sterminio, i Nazisti e i loro alleati, massacrarono: Ebrei, Zingari, Omosessuali, Testimoni di Geova e...?

Tu passerai per il camino è un libro autobiografico di Vincenzo Pappalettera, edizioni Mursia.

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26 gennaio 2009

Una vellutata spudorata

Il punto di partenza è una serissima inchiesta anglosassone che dimostra come un piatto di vellutata consenta di sentirsi sazi più di altri tipi di minestra. Solo che noi quella sera eravamo reduci da un indispensabile turno a spalare neve (il cancello non si apriva più...) e quindi abbiamo allegramente barato sul fronte degli ingredienti ottenendo un risultato di un'insperata bontà.

Per 2 persone:

La parte bianca di un bel porro
Una patata media
Un bel finocchio con tanto di "barbette"
Una tazza di castagne lesse (noi, surgelate ma andranno benone quelle in barattolo o sottovuoto)
Sale alle erbe
2 cucchiai di panna (noi, quella di soja)

Siccome (sempre per colpa della neve :-) avevamo una gran fame abbiamo buttato il tutto a pezzi grossi in pentola a pressione, aggiunto acqua bollente a filo delle verdure e fatto cuocere 20 minuti. Per le castagne era un po' troppo e non ne è rimasta intera neppure una ma noi le abbiamo ripescate pazientemente lo stesso e messe da parte prima di mixare in crema gli altri ingredienti con il minipimer. Un zic di panna e non restava che versarla sulle castagne equamente suddivise nei piatti.

Kat e Remy

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24 gennaio 2009

Alla fine siamo usciti



Kat e Remy

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23 gennaio 2009

Una bella preoccupazione




davvero bella però :-)

Kat e Remy

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21 gennaio 2009

Solidarietà Alpina



Signor Presidente, lo sappiamo che non ci legge ma... speriamo tanto che intervenga lo stesso.

Siamo con voi!

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19 gennaio 2009

Quelli che mangiano alla Trattoria da Gino


Sottotitolo: Dove il cabaret è compreso nel prezzo! :-)

Se lo digitate su Facebook, trovate un gruppo di pazzi che hanno scoperto (per alcuni è stata una riscoperta) un posticino perfetto dove infilarsi nella pausa pranzo.

Se non siete Facebook addicted, poco male: non è proprio indispensabile per vivere un'esperienza irripetibile: basta trovarsi a passare per Belluno, via Feltre n. 120, e avere la buona sorte dalla vostra parte!

No, fermi lì: state pensando a una trattoria minimal-chic, luci soffuse, servizio ultraprofessionale e chef plurimedagliato in cucina? Niente di tutto ciò! "Da Gino" è una vera onestissima trattoria alla mano, dove il proprietario può farvi accomodare oppure no, dipende! Per questo ho parlato di buona sorte! ;-)
A noi pazzi, oggi è toccata una ramanzina infinita perché siamo sempre in troppi e gli facciamo scappare i clienti nuovi! Si, e intanto che ci minacciava, arrivava con piatti di affettati e formaggi, bottiglie di aranciata e vino, il tutto offerto dalla casa (o compreso nel prezzo, se preferite).
Vogliamo parlare di prezzi? No, meglio di no, non ci credereste mai.

Il menù? "Del giorno", ovviamente! Scritto sulla lavagna all'ingresso e, qualunque cosa sia, vi assicuro che non occorre il bicarbonato!

Ma ciò che rende unico Gino, è Gino stesso! E quindi ecco alcune istruzioni per l'uso!
1) Prima di chiedere, pensateci bene.
Esempio di cosa può accadere:
Domanda tipo: "Pòse domandàrte an bicér?" (trad. "Posso chiederti un bicchiere?")
Risposta possibile: "ól veder se mi ò vóia de portàrtelo!" (trad. "Bisogna vedere se ho voglia di portartelo!")
Oppure:
Gino, te metón su internet!” “Par l’amor de dio, no ste a mandàrme gente, che ghe n’ò già asèi!
(Trad.: “Gino, ti mettiamo su internet!” “Perlamordiddio, non mandatemi gente, che ne ho già a sufficienza!”)
Chiaro, no? ;-)
2) Non alzatevi da tavola prima di aver sorbito anche il caffè, ne va della vita!
Se impegni impellenti di qualsiasi tipo vi spingessero ad allontanarvi anche solo per qualche minuto, lasciate perdere, è un consiglio da amica, Gino non ama che si interrompa il pranzo!
3) Non lasciate avanzi, piuttosto avvolgeteli nel tovagliolo e metteteli in saccoccia: per Gino un piatto non ripulito è peggio di una coltellata al cuore! (Ma come si fa, poi, a lasciare avanzi?)
4) Dulcis in fundo, non chiedete mai -appunto- il dolce! Non occorre chiedere, ve lo porterà lui, ma si chiama torta! Capito? Torta!

Dopo tutto ciò vi state chiedendo perché mai vi propongo un posto del genere. Ve lo propongo, anzi, ve lo consiglio, perché è come pranzare in famiglia, con uno zio burbero che borbotta ma con gli occhi che brillano e che si preoccupa continuamente per voi, che quando vi regala un sorriso vedi che viene dal cuore, che vi fa ridere con le sue battute fulminanti, che vi fa tornare al lavoro non solo sazi ma sereni, rilassati. E scusate se è poco!
E non scordiamo il resto della famiglia: il mitico Michele, figlio di Gino, che serve ai tavoli, la figlia Chiara al banco del bar e la moglie, signora Laura, regina della cucina.

Una famiglia che è la famiglia di tutti noi, provate a conoscerla e diverrà anche la vostra famiglia, garantito! :-)

Patt

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Ne abbiamo combinato un altro


Sono mesi che ci pensiamo, che studiamo, ne parliamo con amici e conoscenti e... siamo ancora molto confusi (i post che pubblichiamo qui ne sono la prova) ma era ora di partire per questa nuova avventura nella quale saranno coinvolte altre persone che, speriamo, ci racconteranno la loro Valle d'Aosta. Sono amici, agricoltori, allevatori, cuochi, musicisti, artigiani e... chissà dove tutto questo ci porterà. Noi vorremmo portare voi a conoscere il piccolo pezzo di mondo nel quale abitiamo.
Ci è rimasta impressa una discussione tra un turista e un albergatore. Eravamo in cima ad una montagna corsa, alla fine di una lunga e stretta stradina e il turista si lamentava
-ma siamo alla fine del mondo qua-
e l'albergatore piccato -No, siete a casa mia-
Ecco, vorremmo provare a portarvi a casa nostra con questo nuovo e sconclusionato blog che ancora non ha deciso quale stradina prendere.
Kat e Remy

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17 gennaio 2009

Fermezza


Dal punto di vista degli umani, fermezza = non deviare mai dal percorso scelto.

Dal punto di vista dei gatti, fermezza = si sprofonda ed è fredda.

Però quel "percorso segreto" svelato dalla neve potrebbe essere di un'altro animale: vista la prevalenza dell'intelligenza sulla fermezza, diremmo una volpe. Ogni tanto, a tarda sera, ne passa qualcuna sotto le nostre finestre.
Kat e Remy

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14 gennaio 2009

Wokajine pollo e cotogne - Canny non leggere


Leggendo un bel volumetto sul Tajine che ci è stato regalato (Merci, Christel!), abbiamo scoperto che, sui nostri moderni fornelli, la miglior alternativa a quel bizzarro coccio mediorentale è una pentola di ghisa. La nostra però non è grande abbastanza :-(
Epperò... è di ghisa anche il wok dimenticato in un cassetto!

per 6 porzioni abbiamo messo in pentola :
- un pollo ruspante tagliato in pezzi piccoli (e spellato giacché la pelle non piace a nessuno dei due)
- una cotogna (superstite del dessert di capodanno)
- due scalogni o una piccola cipolla
- una noce di zenzero fresco
- due chiodi di garofano
- mezzo bastoncino di cannella
- il succo di un limone
- un pezzetto di cotognata artigianale (è meno dolce e più profumata)
- semi di sesamo
- olio evo
- sale (e pepe)

Abbiamo rosolato gli scalogni affettati e lo zenzero tagliato a bastoncini, aggiunto la cotogna sbucciata, privata del cuore duro e tagliata a pezzi, la cotognata a dadini e le spezie. Solo il sesamo va lasciato da parte.
Come da ricetta abbiamo semplicemente posato i pezzi di pollo sopra la cotogna, salato e irrorato col succo di limone e acqua quanto basta ad arrivare a filo della carne quindi chiuso il coperchio del wok e lasciato su fuoco dolce per una quarantina di minuti. Il sesamo, precedentemente dorato in padella è stato aggiunto dieci minuti prima di fine cottura.
Se il sugo fosse troppo liquidi ( complice la cotognata deve raggiungere la consistenza di uno sciroppo denso) va fatto restringere su fuoco deciso, stando però attenti a non lasciarlo attaccare.

Kat e Remy


La cotognata di Sergio Giovannoni
Lo Tsaven, mercatino bio- Portici di Piazza Chanoux, Aosta ogni seconda domenica del mese

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09 gennaio 2009

Presunzione.


Tracce indelebili nella storia.

Remy

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05 gennaio 2009

Lasagnetta scaramantica


Che sia davvero scaramantica è molto dubbio visto che Kat ha poi trascorso i primi giorni dell'anno nuovo a letto con una bronchite coi fiocchi ( e altrettante palline che le giravano!!!) ...
Resta indiscutibile che sia buona buona buonissima e totalmente senza béchamel e altri latticini per chi non li ama o non li tollera. A dir vero noi un po' di burro lo abbiamo usato per gratinare il tutto ma, probabilmente, viene buono anche con un pennellata d'olio.

Ingredienti
Per quanto riguarda le 12 lasagenette a velo che servono per due porzioni singole abbiamo usato parte dell'impasto di
150 di farina "0"
150 di semola di grano duro rimacinata
2 uova intere
2 tuorli
2 cucchiai di olio evo
un pizzico di sale

per la prima volta nella nostra storia (:-P) abbiamo usato una planetaria (leggi kenwood) per impastare e l'abbiamo lasciata lavorare 5 o 6 minuti. L'impasto è venuto particolarmente morbido e elastico.
Con il resto abbiamo fatto delle lasagne di porri e zucca per il pranzo del 1° con la mamma di Remy e dei maltagliati per i giorni successivi.

Per il ripieno:
una tazza da te di lenticchie secche
uno scalogno
una costa di sedano
un paio di fettine rubate ad un cotechino e un po' del suo sugo.

Le lenticchie vengono cotte con il triplo del loro volume d'acqua, lo scalogno intero e la costa di sedano, il tutto messo a freddo in pentola. Si sala a fine cottura. Dovranno essere molto morbide.


Abbiamo quindi tolto la costa di sedano e mixato con il minipimer metà delle lenticchie e lo scalogno, lasciando l'altra metà intera. Abbiamo sbucciato e sbriciolato finemente il cotechino (ovviamente già cotto) mescolandolo alle lenticchie.
Non restava che imburrare generosamente le pirofile e intercalare uno strato di lasagne cotte in acqua bollente e uno di ripieno, mettendo in fondo e in cima uno strato di pasta. Due riccioli di burro e in forno preriscaldato a 180° per una ventina di minuti.

Trucchetto: mentre montate la lasagna cercate di far debordare sempre un po' di pasta. Quando la torretta è pronta, ripiegati tutti gli strati verso l'interno. Sottile com'è basterà un pezzetto di burro a farla diventare croccante come una pasta filo.

Kat e Remy

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04 gennaio 2009

Cartolina dalla finestra


Piccole cose di tutti i giorni prendono valore ai nostri occhi, quando il nostro umore le riesce a vedere.
Remy

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02 gennaio 2009

Pace o...


...brevissima pausa di non belligeranza?

Kat e Remy

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01 gennaio 2009

Noi, l'anno...

...lo abbiamo finito così:


e iniziato così :-)


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