Ecco, iniziano i guai. I ricordi si stanno impastando. Quello scalo era di mattina? Dove abbiamo visto quel ponte, quel faro, quel promontorio?
Ritroviamo però presto il filo della memoria confrontando le date sulle foto. Che bello rivivere i nostri passi mentre cerchiamo di raccontarli!
Questa volta , ad attenderci, c'è Trondheim.
In realtà, per quanto ci sentiamo ormai decisamente a nostro agio, siamo solo al secondo giorno di navigazione sul Postale dei Fjordi e lo scalo alle 8 e 15 crea ancora un po'di fermento. Ci sarà coda al buffet della colazione?
Ma quando ci svegliamo e sintonizziamo il telefono/radio in modo da sentire gli annunci della guida anche in cabina, scopriamo che attraccheremo in ritardo di una ventina di minuti. Il forte vento della notte non ci ha solo fatti dondolare parecchio, ha proprio rallentato la velocità della motonave.
Bene allora, colazione nordica, in altri termini salata e abbondantissima :-)
Anche perché la cena, la sera prima...
Ancora ci chiediamo il senso dell'ottima ma, diciamolo francamente, frugale cena impiattata e servita al tavolo che aspetta i crocieristi. Antipasto "minimalista", quindi un ottimo secondo (ma porzione "elegante"), un mini dessert e una bellissima micro-pagnotta a testa. Per lo staff di sala e per lo chef è uno sforzo non indifferente (due turni quando la nave è, come in questa stagione, al completo), menù e presentazione stonano parecchio con l'atmosfera - e l'abbigliamento - informale che si incontrano a bordo e soddisfano senz'altro meno l'appetito degli ottimi buffet proposti a pranzo. Qualcuno suggerisce che sia una tradizione. Non trovando altre spiegazioni logiche questa potrebbe reggere. Ma, per un appetito italiano medio, la prima cena lascia davvero perplessi. Con i nostri compagni di tavolo, altre due copie italiane di età e provenienze diverse, ci abbiamo riso parecchio. Le sere successive, ormai preparati (e quasi abituati ;-), abbiamo riso del nostro iniziale sgomento.
Colazione abbondante, dicevamo. Epperò, attraccando in ritardo scendiamo a terra in ritardo.
Di rientrare a bordo più tardi non se ne parla quindi ci rimangono appena 3 ore per visitare Trondheim. Inoltre la guida ci spiega che il molo dell' Hurtigruten è un po' fuori città. Ammettiamo che quando sbarchiamo, cartina messa a disposizione dall'efficentissima organizzazione del Postale dei fjordi, siamo ancora in apprensione. Quello che per noi è il terzo scalo è anche uno dei più importanti dell'intero percorso.
Una parola sull'organizzazione. I norvegesi non si sprecano in salamalecchi e coccole -là, chiedere "per favore" è considerato un inutile vezzo - ma c'è sempre tutto quello che serve dove serve.
Al nostro arrivo in cabina abbiamo trovato, oltre all'immancabile copia bilingue (norvegese/ inglese) del Nuovo Testamento, una rivista con tutte le piantine delle località di attracco, una rivista turistica sulla Norvegia e la guida dettagliata della crociera con tanto di carta nautica. Il tutto in lingua italiana. Abbiamo scoperto che al desk della guida c'era ogni sera il programma del giorno sucessivo, escursioni comprese, e l'orario degli scali. In una decina di lingue.
Scendiamo al porto commerciale di Trondheim e scopriamo la zona periferico-industriale di una cittadina norvegese (160 mila abitanti, la terza del paese in ordine di grandezza) e la conferma che, quando la stagione lo consente, i norvegesi usano volentieri la bicicletta.
Seguendo le istruzioni della guida (Karin-Lovise, non il libretto) arriviamo sul lungofiume in un quarto d'ora. Il centro e la cattedrale che vorremmo visitare sembrano ancora lontani ma, una della cose più belle che vedremo a Trondheim la troviamo già qui.
Anticamente Trondheim si chiamava Nidaros. A quei tempi i re venivano eletti e Nidaros, già importante porto d'attracco dei Vichinghi, divenne la prima capitale del regno di Norvegia.
Oggi qualcuno la chiama la città di legno e, guardando queste case su palafitte che costeggiano il fiume Nidelv capiamo perchè. A modo suo, buona parte di Trondheim ha un fascino "lagunare", sempre che il Signor Fjord che la accoglie e protegge accetti il paragone.
Sempre costeggiando il Nidelv arriviamo al duomo di Nidaros quasi senza accorgercene.
Lo intravvediamo tra le immancabili betulle e i loro immancabili compagni faggi. La vegetazione sta però per iniziare di diradarsi. Trondheim , e qui rubiamo una felice espressione alla Guida del Routard, è già l'anticameera del Grande Nord.
Sul momento rimaniamo quasi indifferenti. Si va bene, è uno dei più grandi monumenti gotici del Nord Europa ma costruzioni così maestose in pietra "fanno poco Norvegia" (e noi cominciamo ad abituarci alle casette in legno verniciate di rosso) .
Sarà che abbiamo lasciato, vent'anni or sono, anima e cuore in un altra chiesa "scura", Saint Julien di Brioude (bruttissima cittadina dell'Alvernia frequentata da molti rappresentanti di macchine agricole e pochissimi turisti ) ma da allora pochi edifici religiosi, per quanto imponenti e carichi di storia, riescono ad emozionarci.
L'ingresso alla cattedrale, cimelio nazionale, è a pagamento e questo per noi è già parecchio esotico.
L'interno è piacevolmente spoglio e totalmente fedele all'esterno. Per noi è sempre una sofferenza scoprire quanto "gli abbellimenti" apportati in secoli successivi hanno snaturato una chiesa.
Molto bello il museo lapidario nella cripta. Chi se ne intende di storia dell'arte troverà pane per i suoi denti. Chi, come noi, se ne intende poco, noterà comunque quanto i reperti esposti siano affascinanti nella loro assoluta diversità da tutto quanto visto "a Sud".
All'uscita ci sediamo su una panchina ad ammirare il portale e l'emozione si fa strada.
Bene, abbiamo ancora parecchio tempo da trascorrere a terra, un'ora o giù di li, andiamo a perderci per le vie del centro? Usciamo dal flusso dei turisti e ridiventiamo esploratori indipendenti e, come tradizione vuole, finiamo dritti in un mercato dove vendono... ma è ovvio, fragole!
Il centro città (sarà il centro per davvero?) è caratterizzato da case in legno e ampi viali pedonali o semipedonali. Come le altre città che abbiamo visitato, d'altronde.
Trondheim più che bella è ... gradevole, un posto dove si abiterebbe volentieri o meglio, dove ci si lascerebbe vivere volentieri rilassandosi e mangiando... fragole :-)
Tralasciando un ... dettaglio. Ore di sole dichiarate : 34%. Nei periodi di luce, ovviamente ;-)
Ripensandoci, pur ammirando le vetrine di molti bei negozi (cartolerie e articoli per la casa da perderci la testa !!!) non abbiamo notato articoli di lusso. Anzi, sembra che i Norvegesi siano pressoché immuni dalla sindrome delle Grandi Firme.
Più di tutto ci stupisce la larghezza delle strade. A proposito, Via si dice Gata. E noi che di gatti non ne abbiamo ancora visto l'ombra!
Naturalmente ci perdiamo per davvero, Remy prende in mano cartina e situazione e ritrova la nave passando inavertitamente per un simpatico quartiere (sarà perchè era senza occhiali?)
Saliamo a bordo e si riparte e sono solo le 12. E gli occhi sono già sazi.
Sia mai! Via di corsa sul ponte a vedere la partenza per scoprire che...
...ci aspetta uno dei tratti di navigazione più spettacolari dell'intera crociera!
Casette di pescatori a centinaia...
e qualcuno dei milioni di scogli che punteggiano il Mar di Norvegia...
...corredati dall'immancabile anedotto dell'Imperatore e del Pilota. Che tocca anche a voi ;-)
Attraversare lo stretto di
Stokksund richiede qualcosa di più delle comuni doti marinare e molta pazienza. Pazienza che all'imperatore tedesco Gugliemo II, che frequentava molto la Norvegia con la sua nave, un giorno scappò. Volle afferrare il timone ma il pilota norvegese lo allontanò con l'ordine "Qui comando io". Si narrà che l'imperatore pentito gli abbia regalato un orologio d'oro.
A noi questo incredibile luglio norvegese ha regalato il quarto giorno consecutivo di bel tempo!
Kat e Remy
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