27 febbraio 2009
25 febbraio 2009
E questa? Ve l'ho già propinata?
Giuro che non ricordo! E sono troppo pigra per andare a scartabellare in archivio!
Beh, nel caso facciamo finta che repetita juvant! ;-)
La faccenda funziona sempre allo stesso modo: si arriva all'ultimo minuto con un appetito feroce, si aprono frigo e dispensa, si esaminano le vettovaglie a disposizione (alla fin fine son sempre quelle) e si assembla secondo l'estro del momento.
Stavolta ho trovato questo:
una cipolla media
una patata media
un pezzo di salsiccetta (quella rimasta dopo la zuppetta speedy)
formaggio vecchio (il mio solito San Giacomo di Cappella Maggiore del quale sono ormai dipendente)
olio
sale
pepe
salvia (dell'orto) essiccata in polvere
Solita padellona, solito filo d'olio e si va col soffritto di cipolla tritata alla meno peggio. Poi si fa saltare anche la patata ridotta a cubettini piccoli piccoli, quindi la salsiccetta tagliuzzata. Sale e pepe q.b. e si bagna con un paio di bicchierozzi d'acqua bollente, si abbassa la fiamma e si lascia cuocere dolcemente per un quarto d'ora (circa). Se occorre, naturalmente, si aggiungerà altra acqua: dipende da quanta ne richiedono le patate per cuocersi.
In contemporanea, si porta a cottura la pasta (io avrei scelto cavatelli o malloreddus, ma la truppa non era d'accordo), si scola e la si versa nel condimento che dovrà essere ancora piuttosto liquido.
Si completa con una leggerissima spolverata di salvia e una generosa manciata di scaglie di San Giacomo (o quel che avete: un Asiago andrebbe benone) risottando quel tanto che basta per finire di asciugare il tócio e fondere appena il formaggio.
È stata spazzolata, ma mi è rimasta l'impressione che mancasse un "qualcosa". Qualcosa di verde e dal gusto intenso. Ma cosa? Rosmarino? Voi che dite?
Patt
P.s.: ok, son sempre cose veloci, ma portate pazienza; tra l'altro, non ho tempo di cucinare perché sono occupata a indignarmi (e non solo) per questo. :-(
Beh, nel caso facciamo finta che repetita juvant! ;-)
La faccenda funziona sempre allo stesso modo: si arriva all'ultimo minuto con un appetito feroce, si aprono frigo e dispensa, si esaminano le vettovaglie a disposizione (alla fin fine son sempre quelle) e si assembla secondo l'estro del momento.
Stavolta ho trovato questo:
una cipolla media
una patata media
un pezzo di salsiccetta (quella rimasta dopo la zuppetta speedy)
formaggio vecchio (il mio solito San Giacomo di Cappella Maggiore del quale sono ormai dipendente)
olio
sale
pepe
salvia (dell'orto) essiccata in polvere
Solita padellona, solito filo d'olio e si va col soffritto di cipolla tritata alla meno peggio. Poi si fa saltare anche la patata ridotta a cubettini piccoli piccoli, quindi la salsiccetta tagliuzzata. Sale e pepe q.b. e si bagna con un paio di bicchierozzi d'acqua bollente, si abbassa la fiamma e si lascia cuocere dolcemente per un quarto d'ora (circa). Se occorre, naturalmente, si aggiungerà altra acqua: dipende da quanta ne richiedono le patate per cuocersi.
In contemporanea, si porta a cottura la pasta (io avrei scelto cavatelli o malloreddus, ma la truppa non era d'accordo), si scola e la si versa nel condimento che dovrà essere ancora piuttosto liquido.
Si completa con una leggerissima spolverata di salvia e una generosa manciata di scaglie di San Giacomo (o quel che avete: un Asiago andrebbe benone) risottando quel tanto che basta per finire di asciugare il tócio e fondere appena il formaggio.
È stata spazzolata, ma mi è rimasta l'impressione che mancasse un "qualcosa". Qualcosa di verde e dal gusto intenso. Ma cosa? Rosmarino? Voi che dite?
Patt
P.s.: ok, son sempre cose veloci, ma portate pazienza; tra l'altro, non ho tempo di cucinare perché sono occupata a indignarmi (e non solo) per questo. :-(
Etichette: facilissimo, pasta, primi, veloce
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23 febbraio 2009
Pasta Carciofi Porri e Fontina
Un ultimo sugo "invernale" sperando che il gelo stia davvero mollando la presa.
Siccome il prezzo è lo stesso ma il gusto no, abbiamo sacrificato un pezzo di Fontina d'alpeggio. Sono le ultime. Tra quelle di pianura alcune sono proprio buone ma, a nostro avviso, quelle eccellenti nascono solo in montagna.
Con queste proporzioni, la quantità di carciofi è quasi pari a quella di pasta. Vi diamo le dosi per due, lasciando a voi l'arduo compito della moltiplicazione...
- 180/200 g di pasta corta (nella foto, penne di Farro)
- la parte bianca di un porro
- 6 piccoli carciofi (spina)
- olio evo
- sale alle erbe
- una foglia d'alloro
- mezzo bicchiere di latte
- 50 g di Fontina
Per prima cosa mettiamo la Fontina, tagliata a pezzetti, a bagno nel latte in un pentolino. Mentre si "ammolla", prepariamo le verdure. Tagliamo il porro a fettine e i carciofi a spicchi (mettendoli man mano a bagno in acqua e limone). Facciamo prima ammorbidire un po' il porro in padella con l'olio su fuoco molto dolce quindi aggiungiamo i carciofi sciacquati e sgrondati, il sale alle erbe e la foglia d'alloro, incoperchiamo bagnando, al bisogno, con qualche cucchiaio d'acqua calda. Quando i carciofi sono ancora un po' al dente spegniamo e ci dedichiamo alla fonduta. Basta mettere il pentolino su fuoco molto dolce e rimestare con cura. Abbiamo scelto di non mettere tuorlo d'uovo solo perché su dosi così piccole ci sembra troppo presente. Anche la pasta, come i carciofi, va lasciata un po' indietro di cottura. Meglio lasciarle anche un po' della sua acqua di cottura. Non resta che spadellare insieme pasta e verdure per due minuti due e irrorare con la fonduta, magari nei piatti. Caldi i piatti, se possibile.
Non è che la pasta col pomodoro non ci piaccia, è che uno dei due non la può mangiare quindi l'altro festeggia quando mangia da solo ;-)
Kat e Remy
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21 febbraio 2009
Buona domenica...
...noi stiamo facendo le prove di disgelo...
...c'è chi razzola e chi pota...
...e chi si limita a fotografare ;-)
Etichette: "vedo gente faccio cose"
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19 febbraio 2009
Zuppetta Speedy
Metti una sera un po' così, di quelle che per togliersi il freddo di dosso occorre una zuppetta come si deve.
E metti che il tempo per la suddetta zuppetta scarseggi un po’.
Ma … metti che in casa hai queste cose qui:
olio
mezzo spicchio d’aglio
una cipolla piccola
un pezzo di salsiccetta sottile, quella piccantina che si compra “a metro”
pastina da minestra tipo “conchigliette”
dado
conserva in tubetto
prezzemolo
peperoncino (poco)
una lattina di lenticchie (si, lattina, sennò che “speedy” sarebbe?)
Hai tutto? Bene! Metti un goccio d'olio in una pentola alta e fai un soffrittino con la cipolla e l’aglio tagliuzzati, aggiungi la salsiccetta sminuzzata, falla rosolare, versa le lenticchie, unisci il dado, il peperoncino, il prezzemolo tritato e un po’ di conserva, allunga con un mezzo litro d’acqua e lascia cuocere per cinque minuti, poi butta la pastina, porta a cottura e metti in tavola. Se ce l’hai, un po’ di formaggio vecchio ci sta benone.
Ti sei scaldato/a, adesso? :-)
Patt
Etichette: facilissimo, minestre e zuppe, primi, veloce
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Concorrenza sleale
In quel di Tartifla è di scena una zuppa decisamente meno veloce ( su quel fronte Patt è imbattibile ;-)
Etichette: tradizionali
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17 febbraio 2009
Giornata del Gatto 2009
Visto su Gattivity, vi proponiamo questo video per celebrare la Giornata Internazionale del Gatto, pensando, non per la prima volta, che se gli umani imparassero dalle "bestie" si starebbe tutti mooolto meglio! :-)
A tutti i vostri aMici grattini e coccole!
Gli Scribacchini
A tutti i vostri aMici grattini e coccole!
Gli Scribacchini
Etichette: amici di zampa, GMG
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16 febbraio 2009
Salsa (quasi) Marchand de vin
Ovviamente la vera Marchand de vin è diversa e, anche questa, a voler esser fini andrebbe filtrata ma a noi piace così.
Ah, si, è una salsa per arrosti. In questo caso un bel pezzo della punta di un girello.
Ingredienti:
due scalogni
un bicchiere di vino rosso
un cucchiaio raso di farina
un cucchiaio raso di burro
olio evo
acqua
sale
Massaggiate la carne con un filino d'olio prima di rosolarla in una padella di alluminio scaldata moderatamente. Se non siete abituati all'alluminio, non spaventatevi. All'inizio la carne si attaccherà. Non toccatela! Quando sarà rosolata si staccherà da sola.
Mettete la carne rosolata su una griglia da arrosti in una leccarda e infornate a 180°.
Deglassate la padella con un po' d'acqua calda, aggiungetevi un cucchiaio d'olio e due scalogni tritati finemente. Riaccendete il fuoco bassissimo e lasciate che gli scalogni si fondano aggiungendo poca acqua calda se ce ne fosse bisogno. Ci vorrà tutto il tempo che l'arrosto impiegherà a cuocere. Per il pezzo fotografato (1 chilo) circa 33 minuti. Noi lo abbiamo dimenticato per 39 ed era troppo cotto.
Scaduto il tempo l'arrosto non sarà ancora pronto ed è questa la fase più importante che spesso dimentichiamo: non tagliare mai l'arrosto appena uscito dal forno. L'esterno risulterebbe bollente e il cuore freddo.
Copritelo con della carta stagnola (alluminio) lasciandolo sulla leccarda. Nel frattempo con un cucchiaio di burro e uno di farina si fa un roux sullo scalogno ormai ridotto a una purea. Lasciate cuocere per 2 o 3 minuti poi aggiungete un bicchiere di vino (noi abbiamo usato lo stesso vino che avremmo poi portato in tavola) e alzate il fuoco per portare la salsa ad ebollizione. A quel punto, salate, abbassate nuovamente il fuoco e fate sobbollire altri 2 o 3 minuti. Avvolgete completamente l'arrosto nella stagnola e mettetelo su un tagliere. I succhi rimasti nella leccarda versateli nella salsa e lasciateli cuocere ancora 2 o 3 minuti e, se siete meno rustici di noi, mettete in una salsiera.
Etichette: secondi
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14 febbraio 2009
Ieri sera...
...la piazza del municipio di Aosta con le luci spente per aderire a M'illumino di meno 2009, doveva ospitare una mongolfiera-lampadina di 25 metri ma il vento gelido che ci tormenta da qualche giorno si è messo di mezzo.
Kat e Remy
Etichette: manifestazioni
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13 febbraio 2009
M'illumino di meno
L’invito rivolto a tutti da Massimo Cirri e Filippo Solibello, i conduttori di Caterpillar è quello di spegnere luci e dispositivi elettrici non indispensabili oggi, venerdì 13 febbraio 2009 dalle ore 18.
Etichette: seriamente
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11 febbraio 2009
Convertito!
Si, va be', ecco... insomma si, ho fatto un coso, un dolce anche io. Sgrunt!
Che poi un dolce... Insomma ecco, si, si dovrebbe... anzi in realtà è un pane. Si, si un pane con le mele ma pur sempre un pane. Ma pur sempre un dolce. Arisgrunt.
E magari adesso vi racconto anche come l'ho fatto ma... non ditelo in giro.
Pane dolce con le mele.
Ingredienti:
300 g di farina tipo "0" Manitoba
300 g di farina tipo "2" (farina bigia o integrale setacciata)
60 g di zucchero
400 g di acqua (circa)
2 cucchiai di olio di riso
7 g di lievito di birra liofilizzato (una bustina)
un pizzico di sale
2 mele renette (di montagna e senza bollini famosi)
Ho messo le farine, lo zucchero e il sale nell'impastatrice. Ho sciolto il lievito in un po' d'acqua poi l'ho versato nell'impastatrice con il resto dell'acqua. Quando farina e acqua hanno cominciato ad amalgamarsi ho aggiunto l'olio. Una pagnotta classica insomma, solo piuttosto morbida. Dopo una brevissima lievitazione, 3 ore, ho incorporato le mele tagliate a dadini di 1,72 centimetri di lato ( 3 mm di tolleranza ma non di più...;-) e ho steso il tutto in una teglia oliata, sempre con olio di riso.
Dimenticavo, usate una spatola perché l'impasto è molto colloso. Dopo un'altra brevissima lievitazione ( 2 ore che sono diventate 3 perché c'era la spesa da fare) ho infornato a 210° per 42 minuti (tolleranza zero).
Lasciatelo raffreddare almeno una mezz'oretta anche se bisognerebbe essere più virtuosi di così, sgrunt.
E non provate a malignare sul vecchio orso che fa le prove per San Valentino. Fiorai, ristoratori e gioiellieri mi sono anche simpatici ma dedicargli anche questa festa...
Dice il vecchio orso
Quando si è innamorati è festa ad ogni sorriso, ogni sguardo, ogni sfiorarsi di mani. Sgrunt!!!!!
Remy
Se mi regalasse un orchidea il 15 o il 16, mica gliela tirerei in testa... Intanto vedo di ricordarmi di mettere la crema sulle mani. Si sa mai...!
Kat
Etichette: dolci e dessert, pane
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10 febbraio 2009
Risotto o non risotto?
Ehmmm ..... non ho fatto la foto ......
Però c'è questa, ricordo d'estate, che in fondo mostra la materia prima!
Allora, per un risotto godurioso per tre persone:
una noce di burro
una cipolla piccola tritata
una tazza di porcini secchi, ammollati, strizzati e tagliuzzati
una tazza di zucca cotta al forno e schiacciata
250 gr di riso (nel mio caso, vialone)
brodo (vegetale, di dado o di carne, quello che avete)
un tot di asiago vecchio per mantecare
prezzemolo fresco tritato
Soffrittino di cipolla nel burro, aggiungere i funghi e poi la zucca.
Versare il riso, bagnarlo con l'acqua di ammollo dei porcini filtrata, portarlo a cottura con il brodo e, all'ultimo, mantecare con il formaggio e aggiungere il prezzemolo.
Tutto qua! :-)
Patt
Però c'è questa, ricordo d'estate, che in fondo mostra la materia prima!
Allora, per un risotto godurioso per tre persone:
una noce di burro
una cipolla piccola tritata
una tazza di porcini secchi, ammollati, strizzati e tagliuzzati
una tazza di zucca cotta al forno e schiacciata
250 gr di riso (nel mio caso, vialone)
brodo (vegetale, di dado o di carne, quello che avete)
un tot di asiago vecchio per mantecare
prezzemolo fresco tritato
Soffrittino di cipolla nel burro, aggiungere i funghi e poi la zucca.
Versare il riso, bagnarlo con l'acqua di ammollo dei porcini filtrata, portarlo a cottura con il brodo e, all'ultimo, mantecare con il formaggio e aggiungere il prezzemolo.
Tutto qua! :-)
Patt
Etichette: facilissimo, primi, riso e c., zucca
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09 febbraio 2009
Risotto brulé
Che sarebbe poi un risotto al vino rosso e spezie da vin brulé. Noi abbiamo messo cannella, chiodi di garofano, alloro, scorza d'arancia e bacche rosa. E' nato per gioco ma quanto era buono ! Però... così come lo vedete è scomodissimo e soprattutto poco decoroso da mangiare. Si passa il tempo a scansare o sputacchiare spezie legnose.
Insomma, va bene solo per la fotografia ;-)
Abbiamo messo in pentola a rosolare il solito scalogno (ma andrà benone una cipolla piccola) quindi il riso che abbiamo bagnato con un generoso bicchiere di vino buono. A questo punto si aggiungono le spezie infagottate in una garza legata con spago da arrosto quindi il brodo.Di carne se lo gradite, sennò andrà benissimo brodo vegetale, anche granulare purché di buona e biologica famiglia. Mantecate secondo le vostre abitudini ma, di grazia, senza parmigiano che non c'entrerebbe proprio niente.
Grazie Massimo per il Carnaroli. Speriamo di avergli fatto onore.
Kat e Remy
Insomma, va bene solo per la fotografia ;-)
Abbiamo messo in pentola a rosolare il solito scalogno (ma andrà benone una cipolla piccola) quindi il riso che abbiamo bagnato con un generoso bicchiere di vino buono. A questo punto si aggiungono le spezie infagottate in una garza legata con spago da arrosto quindi il brodo.Di carne se lo gradite, sennò andrà benissimo brodo vegetale, anche granulare purché di buona e biologica famiglia. Mantecate secondo le vostre abitudini ma, di grazia, senza parmigiano che non c'entrerebbe proprio niente.
Grazie Massimo per il Carnaroli. Speriamo di avergli fatto onore.
Kat e Remy
Etichette: primi
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08 febbraio 2009
07 febbraio 2009
06 febbraio 2009
In mancanza di cotogne...
... che non è più stagione...
La partenza è la stessa del Wokajine di pollo e cotogne : cipolle, zenzero e cannella.
Poi però abbiamo usato pere dure del giardino tagliate in quarti...
...e un petto di pollo porzionato. Il sapore è decisamente gradevole ma, usando solo petto, la carne rimane più asciutta.
Kat e Remy
La partenza è la stessa del Wokajine di pollo e cotogne : cipolle, zenzero e cannella.
Poi però abbiamo usato pere dure del giardino tagliate in quarti...
...e un petto di pollo porzionato. Il sapore è decisamente gradevole ma, usando solo petto, la carne rimane più asciutta.
Kat e Remy
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04 febbraio 2009
La torta che sguazza
In questa stagione, come da ricetta originale trovata nell'ultimo numero (février/mars 2009) della rivista francese Régal, sguazza nel succo d'arancia ma abbiamo in mente esperimenti decisamente più osé con un fantastico succo di ribes nero di produzione locale.
Siccome va tagliata e servita nella teglia di cottura, sennò non se ne viene a capo, la soluzione migliore è cuocerla in una teglia di ceramica o di Pyrex. E questo è l'unico suo difetto. Sopporta persino, e bene, di essere preparata il giorno prima.
Servono :
- 4 arance ( anche 5 0 6 secondo me, anzi, secondo la pezzatura) magari sanguinelle
- 175 g di burro morbido
- 175 g di farina
- 175 g di zucchero (meglio se scuro) + altri 125/150 grammi
- mezza bustina di lievito
- 3 uova
Mentre il forno si scalda a temperature dolce (150°), si inizia a sbattere il burro con lo zucchero finché la miscela non risulti liscia e cremosa. Se la grana dello zucchero che avete a disposizione è particolarmente grossa, meglio farne zucchero a velo. Un vecchio macina caffé elettrico andrà benone.
Incorporate le uova una ad una poi la farina setacciata con il lievito e un pizzicone di sale (la ricetta originale prevede burro "demi-sel" = moderatamente salato) e per finire il succo di un'arancia. Mescolate con cura e versate nella teglia generosamente imburrata.
Cuocete per una quarantina di minuti senza lasciar colorare. Se necessario coprite con carta forno. Pochi minuti prima della fine della cottura mettete il succo delle altre arance e la seconda parte dello zucchero in un pentolino e fate bollire piano finché lo zucchero non sia sciolto. Versate caldo sulla torta appena sfornata e lasciate raffredare.
Per servire tagliare a quadrotti nella teglia.
Secondo me 3 arance sono pochine per far sguazzare queste proporzioni di impasto.
Suggerirei di usarne 4 con 150 g di zucchero.
Kat
Etichette: dolci e dessert
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03 febbraio 2009
Arieccomi 2: la ricetta!
Pare che alcune amiche sconsiderate vogliano davvero la ricettuzza! Ebbene, sia!
Innanzitutto, si mette a mollo in una tazza d'acqua calda un bel pugno di porcini secchi (non cominciate a chiedere pesi e misure, che qui si va sempre col nasòmetro! ;-)
Mentre i funghi si ammollano, si mette su anche l'acqua per la pasta, si piazza un padellone sul fuoco con un pezzetto di burro e un filino d'olio e si inizia a soffriggere una cipolla tropea tritata fine. A farle compagnia andrà un tot di pancetta tipo bacon ridotta ai minimi termini (leggi: cubetti di max 2 mm di spigolo, misurati uno per uno!)
Flashback: A questo punto, l'idea era di ficcare in pentola una tazzona di piselli, ma un'affannosa ricerca in freezer e dispensa ha portato alla conclusione che qualcuno (grrr) aveva finito i bisi e non aveva avvisato. Che si fa? Si omaggiano tutti gli ospiti del calendario e si cambia improvvisazione, ovvio! Fine flashback.
Abbandonata l'opzione piselli (ma se voi li avete potete sempre ripristinarla) si provvede a scongelare un paio di zucchine grigliate e si tengono da parte.
Si strizzano i porcini e si tagliuzzano, quindi li si mette in padella (magari ci si sarà anche ricordati di toglierla temporaneamente dal fuoco, nel frattempo) e li si fa cuocere dolcemente. Sale e pepe e poi si aggiunge un bel trito di aglio e prezzemolo, che con i funghi va sempre bene.
Si versa in padella tutta l'acqua di ammollo dei funghi, filtrata, e si tiene in caldo.
Si scola la pasta molto al dente e si va a risottarla nel padellone per terminare la cottura (ecco a cosa serviva l'acqua di ammollo).
Quasi alla fine, si aggiungono le zucchine grigliate tagliuzzate e abbondanti scaglie di formaggio vecchio, nello specifico un mix di Asiago e di San Giacomo (di Cappella Maggiore). Occhio che danno dipendenza!
Si porta in tavola non appena le zucchine iniziano a squagliarsi e il formaggio a filare (creando un effetto cremina assai slurposo).
Davvero volevate questo? :-)
Smakkete!
Patt
COMMENTI (5)
02 febbraio 2009
Arieccomi!
Da un bel po' non vi propino le mie non-ricette!
Ok, vi risparmio anche oggi, vi sgnacco qui solo la foto, giusto per testimoniare che talvolta spignatto ancora. ;-)
La solita pasta veloce, assemblata + o - con i soliti ingredienti e con un esperimento riuscito.
'ciotti a tutti! :-)
Patt
Etichette: a volte ritornano