Mica si può vivere di sole
erbe amare ! Inoltre, nell'orto, l'aiuola di carote tardive ne ha fruttato ben tre cassette. Un po' si regalano, un po' si conservano nella sabbia (incrociando le dita perché è il nostro primo tentativo), parecchie vanno però consumate in fretta perché ferite dalla vanga o da accidenti vari. Per quanto grande sia il frigo, tutte non le può ospitare. E per quanta verdura cruda si mangi in questa casa, c'è un limite a tutto ;-)
Per questo carrot cake vegano e potenzialmente gluten-free (usando ingredienti certificati, zucchero a velo compreso), mi sono ispirata sia ad
uno dei miei dolci pre-vegani preferiti (ancora e sempre, grazie Cat) sia ad
una ricetta già sperimentata, anche quella pre-vegana. Nel frattempo, quanta strada ha fatto
Gaia ! Brava, brava, brava! (Nel frattempo, qui abbiamo imparato a usare le "uova di lino" ;-)
Le dosi seguenti consentono di sfornare una dozzina di quadrotti oppure di muffin:
- 200 g di farina di saraceno
setacciata con decisione*
- 100 g di farina di mandorle (o di nocciole)
- 150 g di zucchero scuro (con una netta preferenza per il Mascobado equosolidale e il suo sapore naturalmente speziato)
- un pizzicone di sale
- un cucchiaino di lievito **
- un cucchiaino di bicarbonato
- un cucchiaino di estratto naturale di vaniglia,
- qualche goccia di estratto di mandorla amara
- 2 cucchiai di semi di lino, (20 g circa)
- 150 ml d'acqua
- 4 cucchiai di olio e.v.o.(o di arachidi o riso, di sapore più neutro)
- 2 cucchiai di "burro" di mandorle (o di nocciole) ***
- 250 g di carote (pesate già mondate)
-
il succo di un limone (fondamentale per attivare lievito e bicarbonato)
* La farina di saraceno che si trova in Italia è quasi sempre quella destinata alla polenta taragna. E' ottima ma più che una farina è una semola integrale. Per le torte, di solito uso quella da
galettes (
Farine de blé noir) che trovo in Francia al supermercato, integrale sì ma fine. Senno' vado di setaccio. La parte scartata finisce poi nel pane (nell impasto, a piccole dosi e/o sull'asse, a profusione al momento della formatura).
** Miscela casalinga di polveri lievitanti, trovata credo da
Clea: mescolare con cura in un barattolo 50 g di cremor tartaro, 25 g di bicarbonato e 25 g di fecola di mais.
*** In assenza di "burro" di mandorle, andranno bene altri due cucchiai d'olio ma il risultato finale sarà un pelino più sabbioso.
Si inizia macinando finemente i semi di lino. Si aggiunge l'acqua, si mixa nuovamente per pochi secondi e si lascia a riposo. In qualche minuti diventeranno una papetta mucillaginosa. Non mettete via il mixer, servirà ancora.
Si continua grattugiando le carote. Metà fini, metà grosse, se ne avete il tempo e la pazienza. Quelle fini servono a "bagnare" l'impasto mentre quelle grosse intervengono nella consistenza finale della torta.
Ora si mescolano (in una ciotola dove sia poi comodo impastare), le farine, lo zucchero e il sale.Vi si setacciano sopra il lievito e il bicarbonato e si rimescola ancora con cura.
Si riprende la papetta di semi di lino e vi si aggiunge l'olio, il puré di mandorle e gli aromi liquidi (vaniglia e mandorla amara) quindi si mixa di nuovo. Basterà mezzo minuto per ottenere un emulsione che andrà versata nella ciotola delle farine.
Infine si aggiungono le carote grattugiate
e il succo di limone e si amalgama il tutto girando velocemente, a mano o con una spatola, senza insistere. (Impastare a lungo serve per pane e brioche; per le torte a base di lievito chimico, serve una mano leggera senno' l'impasto si compatta).
Si mette quindi l'impasto ottenuto nella forma prescelta. Io ho usato una teglia quadrata da 22x22, foderata di carta forno. E ho infornato appena possibile, a 180° per 40 minuti.
Non aspettatevi che cresca molto. Non lo farà.
Fate la prova stecchino. Lasciate raffreddare 5 minuti prima di capovolgere su una griglia. Una volta ben freddo, tagliate a quadrotti o come più vi piace.
Converrà però ricorrere alla dolce magia dello zucchero a velo per ammorbidire la rusticità del tutto.
Si ottiene un dolce molto leggero sia in bocca che sullo stomaco ma pur sempre parecchio calorico per via delle mandorle. Chiuso in una scatola di latta, ha atteso di buona grazia l'indomani. Anzi, in questo appartiene davvero alla famiglia dei carrot cake. Aspettando qualche ora, migliora.
Il formato muffin cuoce in 25 minuti. Almeno... erano cotti in 25 minuti quelli che ho fatto con le stesse dosi ma farina di riso integrale al posto di quella di saraceno.
Buoni anche quelli ma ci devo lavorare ancora un po', quindi taggo tra gli esperimenti e stiamo a vedere.
E taggo anche, molto volentieri seppur con vergognoso ritardo, il 100% Gluten Free (fri) Day. Qui, nel posti de La Gaia Celiaca,
il senso dell'iniziativa, con tanto di ricetta di biscotti deliziosi. Ne riparleremo, uh se ne riparleremo! ;-)
Kat
Etichette: #Gluten Free Friday, dolci e dessert, esperimenti, vegano