30 aprile 2008

In questa stagione...

...va di moda il verde...






Kat e Remy ( le foto sono tutte di Remy tranne una ;-)

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28 aprile 2008

Grigio di sera

Per un inizio di Primavera che sembra una fine Inverno, abbiamo messo in tavola un menù autunnale.


Dopo qualche fettina di lardo di Arnad di un esemplare rosa pallido (Salumificio Artigianale Arnad Le Vieux, ora distribuito anche nel piccolo supermercato sotto casa), ci siamo accontentati di una zuppa di patate e funghi che doveva molto a San Freezer.


Zuppa per due orsi e una vicina di casa: abbiamo rosolato nell olio evo una cipolla bianca affettata, aggiunto un pugno di funghi misti surgelati a testa quindi una patata a dadini per ognuno, brodo di carne sempre da freezer e acqua bollente, coperto e lasciato sobbollire fino a che anche i funghi non sono stati cotti.
Prezzemolo tritato e un filo d'olio nel piatto e crostini a volontà.

Kat e Remy e la vicina sopravvissuta :-)

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27 aprile 2008

Non è una rosa...






...ma pur sempre una rosacea... :-P
Quale?

Kat e Remy

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25 aprile 2008

Ma secondo voi...


...è un gatto perplesso o una marmotta all'erta?
Remy

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22 aprile 2008

Pasta con le ortiche

Stagione di ortiche e di ... dubbi.
E di déjà vu. "L'appetito era tanto e l'ora già tarda ecc ecc..."
Vabbè, appena sarà cresciuto quello che abbiamo seminato vi presenteremo il risultato dei nostri sforzi , un aiuola soprelevata per le erbe aromatiche condominiali. Al momento ospita una vecchissima salvia più storta di un ulivo, un rosmarino poco volenteroso e un bel po' di menta intenzionata invece a ricordarci di essere considerata infestante ;-)
Si, si, ok, l'argomento era un altro , una pasta con le ortiche che andrebbe migliorata. Per fame quanto per fretta l'abbiamo risottata in padella.
Un cucchiaio d'olio, un cipollotto affettato fine e fatto stufare piano, le ortiche aggiunte dopo un po' a stufare pure loro, quindi le penne crude. Eppoi acqua bollente a mestoli fino a portarla a cottura. Senza dimenticare il sale cinque minuti prima che sia cotta.
Una bella spolverata di cacioricotta (un gustoso ibrido pugliese un po' caciotta un po' ricotta) e ...a tavola ! Però, mentre la gustavamo ci siamo chiesti come sarebbe venuta in versione "carbonara": ortiche buttate in pentola a metà cottura della pasta e tuorlo d'uovo a legare il tutto. Che ne dite ?
Noi , appena incontriamo altre ortiche ci riproviamo.
Kat e Remy

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21 aprile 2008

MEME - Dalla finestra della cucina

Riusciamo finalmente a rispondere al simpatico invito da parte di Elga/Semi di Papavero.

Ehm, proprio dalla finestra della cucina abbiamo la vista peggiore ;-) La casa è a filo della strada (per nostra fortuna a circolazione limitata).
Da quel lato lo sguardo spazia però verso il massiccio del Ruitor e i suoi fantastici tramonti .

Grazie Elga per la bella idea.
Kat e Remy

Ps : altre vedute dallo stesso lato :
- Un tramonto da festa pagana
- Giochi di luce al tramonto
- Enterprise II
- Arrivano le nuvole
- Proprio rosso non era
- Tramonto again

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20 aprile 2008

Il Muffin della domenica sera

Per me deve rispondere a 4 aggettivi : semplice e veloce - che ho già trafficato abbastanza - godurioso - che merito un bel premio per aver smantellato la pila di roba da stirare - e infine... consolatorio. Se il venerdì ci libera dal collega convinto che collaborare significhi soprattutto criticare, ogni lunedì ce lo riconsegna più pimpante e pesante !
Epperò il dolcetto della domenica sera ha pure da essere piccolo perché se scappa di mangiarselo anche lunedì mattina a colazione, la settimana rischia di iniziare in salita...

E allora sbatto una chiara d'uovo con 100 g di zucchero scuro.
Aggiungo il tuorlo e uno yogurt.
Poi ancora 50 g di farina di mandorle + 70 g di farina 00 + mezza bustina di lievito
e un cucchiaio di acqua di fior d'arancio + 2 gocce di essenza di mandorla amara
e per finire un mezzo vasetto scarso (dello yogurt) di olio (per i dolci l'ideale a mio parere è l'olio di riso) e un po' di gocce di cioccolato fondente (forse ci starebbe meglio ancora del cioccolato bianco ma l'avevo finito mentre stiravo ;-)
Mescolo giusto quanto basta per amalgamare e inforno a 180° in 6 formine da muffin per 25 minuti circa. Vanno lasciati intiepidire una decina di minuti prima di toglierli dalle forme e metterli a raffreddare su una griglia.
Ciomp ! Buona settimana
Kat

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18 aprile 2008

Per il compleanno della Trattoria Muvara

Cara Aiuolik
questo potresti intitolarlo... il menù del fanalino di coda. Siccome arrivo ultima guardo invece un po' avanti per quanto riguarda la stagione.

Antipasto : Hummus casereccio

Piatto unico : Insalata di pollo e avocado alla griglia

Dessert : Torta di albicocche caramellate


Con affetto e un buon caffé. Kat

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17 aprile 2008

Scaloppa di zucca "pralinata"

La zucca è una delle ultime, regalo di amici che l'hanno coccolata nell'angolo meno freddo della cantina per tutto l'inverno. La sua buccia liscia ci ha consentito di affettarla facilmente, fette regolari alte un centimetro. L'abbiamo lavata, asciugata, massaggiata con olio evo, salata e pepata e messa in forno caldo a 180° per 20 minuti, quindi girata - delicatamente e con una paletta in modo da non romperla - e cosparsa con una "conza" ottenuta mescolando in una terrina
- pane secco grattugiato grosso
- formaggio (toma saporita semi grassa) grattugiato grosso
- mandorle a scaglie (ma solo perché avevamo finito i semi di zucca ;-)
- cipollotto affettato fine fine (a piacere)
- sale, pepe
- mezzo cucchiaino di spezia La Saporita (o, se introvabile, 4 spezie o semplicemente cannella)
- 2 cucchiai di olio evo
quindi nuovamente infornata per 15-20 minuti.
Piaciuta !
Kat e Remy

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16 aprile 2008

Tanti auguri Simo d'Artificio

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14 aprile 2008

Alla ricerca del giusto condimento

Siccome qui, al momento, citando l'amica Canny, si mangia tutti i giorni e magari due volte al giorno, ci viene facile continuare ad esplorare ;-)
Questa volta siamo tornati alle tagliatelle di farina di segale bianca ma abbiamo lasciato da parte i carciofi ed abbiamo cercato di interpretare il suggerimento di Mitì: "Credo ci vogliano sapori decisi... unire ai carciofi erbette intensamente profumate: timo, origano fresco ecc. Oppure, la prossima volta, il pesto: perché no?"
Unendo la prima con la seconda ne è uscito ...un pesto di rucola.
Abbiamo messo nel mixer:
2 manciate di rucola
1 di pinoli
1 abbondante di cacioricotta pugliese *** grattugiato.
Diluito il tutto con olio evo in quantità e, all'ultimo, un po' acqua di cottura della pasta. Condito in zuppiera, senza aggiungere altro, le tagliatelle lasciate un pelino più spessotte del consueto.
Caldamente sconsigliato a chi non ama la nota spiccatamente amarognola della rucola.
Va anche detto che l'abbinamento con il Torrette che avevamo nel bicchiere non era il massimo, forse un bianco?

Kat e Remy

***A proposito del cacioricotta, citiamo Sunny, che ringraziamo di cuore per la precisazione : " Vorrei specificare che il cacioricotta non è la ricotta pressata e fatta salare (quella è la ricotta salata campana o la ricotta dura foggiana) è una caciotta realizzata con una lavorazione ibrida tra il formaggio e la ricotta. Il latte utilizzato è prevalentemente di capra o di pecora, a volte vi è anche una parte di latte di mucca.E' una specialità di "casa mia" e mi ha fatto molto piacere trovarlo nella vostra ricetta, perciò tenevo molto a chè non venisse confuso con altre specialità :-) "

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13 aprile 2008

Buona Domenica



Oggi è un buon giorno per andare a votare :-)

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11 aprile 2008

Cosa saremo da grandi

Pere

Pesche

Nocciole

Mele

Ciliegie

Fichi

I merli e gli umani dovranno solo avere un po' di pazienza :-)

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10 aprile 2008

And the winner is...


Mica vero! Noi abbiamo una reputazione da vecchi orsi da mantenere. Non possiamo affrettarci a rilanciare il premio ricevuto. (Però l'intenzione c'è e anche la gratitudine)
Caso vuole che chi ci ha citati ci abbia anche proposto una variante moooolto appetitosa per condire la pasta fresca.
Ieri sera eravamo troppo bolliti (diciamo un pelino più del solito) per fare le tagliatelle e di comprarle già fatte non se ne parla proprio (altra reputazione da mantenere) ma abbiamo messo in pentola una pasta di grano duro che non ha sfigurato con il condimento suggerito da Gata da Plar.
Alla padellata di carciofi e cipollotti abbiamo aggiunto un pesto realizzato con 6 noci, 4 foglie di salvia, 4 di mentuccia, una cucchiaiata di basilico tritato (gentilmente offerto da san freezer), 4 cucchiai di ricotta dura grattugiata, 4 di olio evo e 4 di acqua di cottura. Tutto questo per le solite due porzioni smodate, cercando di mettere in padella un terzo di carciofi e due di pasta.
Ne valeva la pena!

Kat e Remy

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09 aprile 2008

Che razza di foto...!

Abbiamo osato! Remy comprare le ali di razza e Kat cucinarle.
Ma quando è arrivato il momento di impiattarle (esercizio al quale i CdC sono poco avezzi e ancor meno inclini) avevamo finito le risorse. Insomma, belle verranno la prossima volta.
Ma che buone ! Sempre che vi piacciano i sapori aciduli. E che veloci! Sempre che le acquistiate già divise e spellate.
La ricetta fa parte dell'articolo sull'aceto della rivista bimestrale francese Régal, n.22 di Aprile-Maggio 2008. Prevedeva anche filetti di buccia d'arancia ma quelle bio erano finite :-(
Richiederebbe anche una padella ogni due o 3 ali. Noi le abbiamo scottate due a due poi riunite in 4 in un unica padella cercando di accavallarle il meno possibile.

Per ogni porzione:
- una o due ali di razza (secondo dimensioni della preda)
- il succo di mezza arancia
- due o tre cucchiai di aceto aromatico (Banyuls nella ricetta originale, Xeres a casa nostra)
- sale
- un bel pezzo di burro

Le ali, lavate e spugnate, si fanno scottare nel burro (si, si, nel burro e null'altro) un minuto per lato senza lasciar colorare il burro quindi si abbassa la fiamma, si incoperchia la padella e si cuoce per altri 4-8 minuti secondo lo spessore delle ali. Non devono più essere rosa lungo la cartilagine.
Si salano e si tengono in caldo. Si deglassa la padella con l'aceto su fiamma vivace ma senza dargli il tempo di evaporare. Si abbassa la fiamma e si aggiunge il succo d'arancia (e, eventualmente, filetti di buccia precedentemente sbianchiti una decina di minuti). Basta farlo scaldare un attimo.

Resta da affrontare la parte più difficile, disporre nei piatti in modo presentabile (che già non sarebbe male!) , irrorare di sugo e servire.
E gustare, lasciandosi sorprendere le papille.
Kat e Remy

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08 aprile 2008

Suggerimenti, pliz

Sarà colpa del galop, per dirla come Placida Signora, o del vento freddo che raggela l'ispirazione a metà strada ma ci siamo trovati tra le mani delle buonissime tagliatelle di segale bianca...

100 g Farina di Segale Bianca
50 g Farina Tipo "0"
1 uovo intero + 1 tuorlo
un cucchiaio di olio evo
un pizzico di sale

...senza il loro giusto condimento

A dir vero le abbiamo mangiate con una padellata di carciofi e scaglie di pecorino sardo ma, decisamente, mancava qualcosa. Forse avremmo dovuto passare una parte dei carciofi per farne una crema oppure... Voi cosa ne dite (escludendo panna e pomodoro)?
Kat e Remy

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07 aprile 2008

La colomba


Remy, stupido umano, cosa stai fotografando? La finestra delle scale?


No, Nioula, questa volta sei in errore, sto fotografando un inatteso simbolo di pace (per vederlo meglio basta cliccare sulla foto per ingrandirla).

P.S. La colomba dev'essere volata via illesa (seppur indispettita) perché non abbiamo trovato nemmeno una piuma.

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05 aprile 2008

Si sono alzati all'alba...


...loro :-)

Buon fine settimana.

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03 aprile 2008

Fame, fretta e nostalgia

Vabbè, la fame era poi solo un banale (ma notevole) appetito.
La fretta è un mal così comune che fra un po' ce la ritroveremo nel DNA ;-(
Quanto alla nostalgia, era quella di una fetta di focaccia al formaggio presa a morsi su un muretto ligure.
Abbiamo rimediato con qualche foglio di un ottimo pane carasau (trovato sulle bancarelle del mercatino mensile della Coldiretti) spalmato di stracchino e irrorato con un filo d'olio buono e 3 minuti sotto al grill del forno.
E saremmo anche capaci di rifarlo, anche senza fretta o nostalgia. L'appetito quello manca di rado ;-)
Kat e Remy

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02 aprile 2008

Una gobbetta perfetta


A quanto pare in questi giorni sulla blogosfera spira un venticello che profuma di Madeleines ...
Qualcuno, le maddalene le ha appena scoperte (e magari ha voglia di sperimentare altri impasti). A qualcun'altro potranno sembrare asciutte. E' che andrebbero proprio puciate, come suggerisce la pagina di letteratura francese forse più celebre al mondo.
Sono arrivata alle deliziose Madeleines di Ester grazie a Clea. E ho realizzato il mio sogno, sfornare madeleines con la gobbetta.
Come spiega Ester, il trucco sta nel versare all' ultimo momento la pasta fredda di frigo e riposata almeno 2 ore -ma anche tutta la notte- nelle formine e infornare a 220-230°. E' proprio lo choc termico a produrre la caratteristica bolla. Una volta uscita la gobbetta, si può portare a termine la cottura a 180°, anzi, con questo impasto che contiene miele la difficoltà sta nel non fare abbronzare troppo i bordi delle madeleines.
Ester ricorda come questi dolcetti inventati da suore spagnole devono la loro forma alle conchiglie delle cappesante - o conchiglie di San Giacomo (di Compostella) - nelle quali venivano cotti.

Per 18-20 Madeleines al Miele e Fior d'Arancio:
2 uova grandi
120 g di farina
100 g di burro (magari salato, anzi demi-sel, la star della pasticceria bretone insomma)
70 g di miele
30 g di zucchero
1 cucchiano di lievito chimico
1 cucchiaio d'acqua di Fior d'Arancio
1 pizzico di cannella
1 pizzico di sale

Con uova di taglia standard bastano 100 g di farina. Quanto al miele, se non vi piace, sostituite pure con il medesimo peso di zucchero, quindi 100 g in tutto.Vabbè, se non vi piace neppure il fior d'arancio...ci sta benone la buccia di limone. Con burro salato e miele sono davvero interessanti, provare per credere!

Fate fondere il burro con il miele e lasciate intiepidire.
Setacciate la farina col lievito.
Rompete le uova e sbattetele rapidamente con una forchetta insieme a sale e cannella. Versate lo zucchero nelle uova e mescolare piano. Aggiungete la metà della miscela burro/miele quindi la farina. Completate con il rimanenete burro/miele e l'acqua di fior d'arancio. Lasciate riposare l'impasto almeno 2 ore in frigo.
Pre-riscaldate il forno a 230°. Riempite (poco) le formine tenendo conto che in cottura l'impasto si gonfierà parecchio. Nelle forme piccole ne basta un cucchiaino, un cucchiaio raso per quelle grandi. Le forme di metallo, ben imburrate, vanno anche tassativamente infarinate.
Forno caldo caldo per circa 8 minuti poi altri 5 a 180. Questi tempi si riferiscono al formato grande.
Far quindi raffreddare su una griglia e accompagnare con una tazza di thé ma anche di tiglio o, come suggerito da Ester, una coppa di Champagne.
Merci, Ester!


Ester firma anche alcuni dei più golosi e simpatici volumi che le edizioni francesi economiche Librio dedicano alla cucina. Questi sono quelli che ho anch'io ...
Kat

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01 aprile 2008

Pesce d'Aprile

Mar Rosso, 2004 (Aquila di mare)

I ragazzi della scuola di sub la cercavano da mesi e io l'ho fotografata dalla spiaggia con una vecchia Yashica analogica (bello scherzo eh?)
Remy

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