C’era una volta una non-cuoca. Una, per intenderci, che amava mangiare bene ma era troooppo pigra per avventurarsi su ricette complicate, aveva un pessimo rapporto con i lievitati e odiava con tutta sé stessa accendere il forno.
E poi c’era una zanzara, che invece col forno ci giocava tutti i giorni e ne tirava fuori cose sublimi.
Quando la zanza conobbe la non-cuoca, rimase stupefatta: non si capacitava che quella povera tapina rinunciasse alle gioie della panificazione per semplice pigrizia! Così iniziò la sua opera di persuasione. Come tutte le zanzare, anche questa – anzi: questo, perché di zanzarone barbaffuto trattatavasi - era estremamente insistente.
- Bzzzzzzzz, gioca con la farina ... prova soltanto a saggiarne la consistenza con le mani, lasciala filtrare tra le dita…
- Bzzzzzzzzz, se solo tu provassi a impastare un pochino…
- Bzzzzzzzz, immagina la sensazione di sentire l’impasto prender vita tra le tue mani, la magia di vederlo crescere e lievitare…
- Bzzzzzzzzzzzzzzzzz, oggi ho fatto la focaccia, sentissi che profumo!
E via, di bzzzzzzzzzz in bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz, giorno dopo giorno…
la povera non-cuoca non sapeva più che fare.
Vane ormai tutte le scuse canoniche: non ho tempo, il forno non funziona, la farina buona non si trova … Essì, perché tra una zanzarata e l’altra, abilmente coadiuvato dalla sua solerte compagna, lo zanzarone aveva fatto pervenire alla non-cuoca anche farina di qualità sopraffina e fornetto portatile!
Provò a tergiversare ancora, la tapina, ma lo zanzo era insistente, bzzzzava suadente, maliardo e infingardo, finché la non-cuoca si vide costretta a capitolare. E panificò!
E … sì: anche focacciò!
La morale di questa storia è facile da intuire: non tutte le zanzare vengono per nuocere.
Qualcuna anche per… cuocere!
PattL’UOMO-FOCACCIA
Molti conoscono già lo svenevole omino-pan-di-zenzero, tutti hanno presente l’americano uomo-sandwich…
Ma tra gli umani-da-forno c’è una figura mitologica, metà pasta d’uomo e metà ogb, che inspiegabilmente è finora sfuggita all’attenzione dei più: è l’uomo-focaccia.
Il suo approccio, che definiremmo “rustego”, non vi tragga in inganno: come natura insegna, quanto più si è appetibili tanto più bisogna saper dare fumo negli occhi ai predatori con un atteggiamento che incuta soggezione e timore, e questa leggendaria creatura si uniforma appunto a tale regola.
Diffidate quindi dei sedicenti uomini-focaccia che si presentassero a voi lisci e levigati, disseminati di insulsi buchini disposti regolarmente: spesso si tratta di volgari uomini-panini-da-treno travestiti, ed al primo assaggio la loro stucchevole morbidezza da chewing-gum svelerà l’inganno.
Il vero uomo-focaccia è di tutt’altra pasta:
la crosticina dorata è inequivocabile segno della sua deliziosa croccantezza,
ma il suo aspetto ruvido cela un cuore morbido e fragrante;
le asperità e le voragini sulla sua superficie nascondono abissi di sapidità,
mentre la policromia dell’impasto è segno di prodotto assolutamente genuino…
L’uomo-focaccia è di sostanza più che d’immagine (benché in taluni casi si preferisca guardarlo in fotografia che averci a che fare, diciamolo).
Egli seduce e convince senza trucchi e senza inganni, è assolutamente privo di coloranti, e – parrebbe – anche di conservanti.
La formula dubitativa è lecita: è vero che in tutti i testi disponibili in materia di umani-da-forno non ho trovato un rigo che citi l’impiego di conservanti nell’impasto dell’autentico uomo-focaccia…
tuttavia personalmente ho avuto occasione di tenere in osservazione per alcuni anni un esemplare di questa specie: egli appare straordinariamente ben conservato, pur essendo stato sfornato circa millanta anni or sono ed essendo stato molto probabilmente addentato con mucho gusto più e più volte.
Dopo attento studio sono quindi giunta alla conclusione che l’astuto uomo-focaccia in questione ha trovato da anni l’elisir di eterna fragranza (ed in qualche modo a me ignoto, riesce a tenerlo sempre con sé): il Kalore!
L’uomo-focaccia dunque, mediante esposizioni giornaliere a dosi non troppo massicce (porello, mica deve morì…) di Kalore è in grado di rinnovare quotidianamente il suo fascino, sprigionando il suo seducente profumo e mostrandosi di anno in anno vieppiù appetibile e mordicchiabile.
L’uomo-focaccia è insomma un esemplare assolutamente degno di nota e - come tutti sanno - ha molte frecce al suo arco.
Ci sono donne che cucinano ogni giorno prelibatezze, donne che si sono spinte fino a tingersi di biondo, donne che nemmeno sbuffano alle sue battutacce, pur di tenersene accanto uno da mordicchiare occasionalmente… perciò se doveste incontrare un uomo-focaccia libero, non lasciatevelo sfuggire!
Marì
CREDEVI FOSSE FINITO? NO-NO, CI SONO GLI AMICI!!!
Un giorno, surfando tra un blog e l'altro sono incappata nei commenti pungenti di un certo OGB: trattasi di un esemplare più unico che raro di Valdostano sarcastico e dalle fruttate note ironiche con un vago retrogusto di timida dolcezza, il tutto racchiuso nel corpo di un estimatore della buona tavola e delle chiacchiere al fulmicotone.
Armato della sua proverbiale lingua tagliente non perdona e si batte come paladino dei commenti più esilaranti.
Di tanto in tanto, evidentemente dopo una gran mangiata, stupisce i più con parole dolci e mielose...rivelandosi uno Ziotto prezioso e tremendamente saggio!!!
Tantissimi Auguri Zio Remy, mai avrei sperato di essere "adottata" come nipote da un personaggio come te, grazie è un onore!!!
Hugs,kisses&...tanti omini focaccia da parte della Ietty e della sua zampa destra Sky!!!
REMY BUONO COME IL PANE…A VOLTE!
Cosa c’è di più buono del pane croccante caldo di forno?
Le ricette con il pane raffermo.
Sarà per la mia educazione cattolico-nonnesca, ma io non riesco nemmeno a buttare un tocchettino di pane, così ogni settimana mi ritrovo la dispensa colma di pacchettini con pane secco o raffermo.
Al quinto vaso di pane grattato in frigo, magari opto per i Knödel, poi si può fare uno Schauterhaufen con le mele, ma per un’occasione come questa, il compleanno di Remy, si può ben fare una torta caramellata di pane.
Il mio regalo di compleanno è la ricetta della mia nonna sarda: l’aspetto e la consistenza sono più di un budino che di una torta, una volta assaggiata non si smette più di mangiarla, Remy spero che ti piaccia!
Remy lo sapevi che le bloghesse ti chiamano zanzarone, per le tue risposte pungenti, (a me è andata di lusso, per ora non sono ancora stato pizzicato!)…per fortuna non hanno optato per tafano!
Per la torta: caramellare il fondo di uno stampo da savarin con tre cucchiai di dulcita e un cucchiaio di acqua (ocio al calore che esce dal foro centrale, mi sono fatto una ceretta all’odore di gallina!).
In una terrina mettere 350 gr di pane raffermo (non troppo secco) e bagnare con mezzo litro di latte caldo e cinque cucchiai colmi di dulcita, due uova, cannella, vaniglia, uvetta ammollata (1 bicchiere), buccia d’arancia candita a tocchetti, buccia di limone grattugiata, un bel bicchierozzo di rum (remy puoi abbondare!). Si impasta bene con le mani.
Ma cosa c’è di più bello e sensuale (sto parlando della cucina!) che impastare con le mani, paste soffici, paste più resistenti, paste burrose, paste un po’ appiccicose!
Si riempie lo stampo caramellato, si copre con fiocchetti di burro e si inforna a bagno-maria, per una quarantina di minuti, a 180°.
Auguri golosi
cat e mrs. bee
Buon compleano Amore mio. Io sono di là che ripesco l'omino focaccia dal suo nascondiglio.
Il pranzetto di compleanno propongo di prepararlo a quattro mani.
Kat
Gli auguri del Disegnatore Silenzioso li hai visti all'inizio (hihihi), quelli dell'ortoNando ti aspettano nell'orto!
(Se volete sapere di cosa è fatto l'omino di focaccia, la ricetta è qui, senza le cipolle però.)
Adesso, vai a farti un giretto dagli amici che ti aspettano! Click, click, click, click, click, click, click!
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